Un C.O. improvvisato
Re: Un C.O. improvvisato
beh... visto che era una storia a metà volevo informarvi per diritto di cronaca di come si è quasi conclusa una vicenda di questo tipo... dico quasi perchè per il finale comporterà ancora degli anni suppongo
Diciamo.. rivedendo la situazione con senno di poi, dico che mi sentivo oppresso... schiacciato da un mondo che non voleva capirmi e che alludeva scuse basate sul nulla per discriminarmi in chissà quale modo... sentivo che il mio futuro era già interrotto prima ancora di poterlo vivere e poichè a breve sarei stato a capo della mia vita, da solo... sentivo di dover creare un minimo di basi e di contatti col mondo col quale ho sempre vissuto..
Perchè l'ho fatto in effetti, è una cosa che mi sono domandato spesso e che qualche volta continuo a domandarmi... Non so se mi è convenuto, anzi forse no, ma sentivo di averne un enorme e pressante bisogno...
E giri di parole a parte, menomale, la cosa è in parte risolta, nessun conflitto, nessun odio da parte di mia madre (ne verso di lei che verso di me).... certo, ben sostituiti da sguardi di pena per la mia condizione.. (cosa che in effetti provoca un certo conflitto)
All'inizio, circa un 3 settimane dopo la vicenda, mia madre aveva pure insistito per farmi vedere una psicoterapista... penso proprio, convinta di farmi andare a curare chissà quale disturbo... l'ho assecondata, visto che l'ha posta anche a mo' di ricatto (come favore personale) ma quando ha capito che avevo una mia integrità, una mia indipendenza di pensiero (dopo 3 volte ho lasciato perdere) si è messa anche l'anima in pace (dico questo perchè non ho capito se si è rasserenata del fatto che lei non poteva cambiarmi e quindi nemmeno il mondo, oppure se gli è stato suggerito qualche concetto che le mancava per affrontare la questione).
A tutti gli effetti, penso proprio che se avessi arginato la questione, oggi sarei ancora a fingere di domandarmi se sono gay o meno, a trovare scuse e lasciare arginata la questione.. mi è costato tanto, quindi concordo con Project quando dice di non buttarsi ma di valutare veramente bene la situazione, però... tutto sommato mi è andata bene e lo scrivo per riportarvi questa testimonianza... Ovviamente, a voi riflettere, insomma, sull'accaduto..
Spero possa aiutarvi ad indirizzarvi verso un cammino che avete in mente tutto sommato
p.s e se son stato povero di dettagli, aggiunta doverosa, è perchè la questione è stata affrontata con mia madre, 3 volte in un mese e mezzo..
Diciamo.. rivedendo la situazione con senno di poi, dico che mi sentivo oppresso... schiacciato da un mondo che non voleva capirmi e che alludeva scuse basate sul nulla per discriminarmi in chissà quale modo... sentivo che il mio futuro era già interrotto prima ancora di poterlo vivere e poichè a breve sarei stato a capo della mia vita, da solo... sentivo di dover creare un minimo di basi e di contatti col mondo col quale ho sempre vissuto..
Perchè l'ho fatto in effetti, è una cosa che mi sono domandato spesso e che qualche volta continuo a domandarmi... Non so se mi è convenuto, anzi forse no, ma sentivo di averne un enorme e pressante bisogno...
E giri di parole a parte, menomale, la cosa è in parte risolta, nessun conflitto, nessun odio da parte di mia madre (ne verso di lei che verso di me).... certo, ben sostituiti da sguardi di pena per la mia condizione.. (cosa che in effetti provoca un certo conflitto)
All'inizio, circa un 3 settimane dopo la vicenda, mia madre aveva pure insistito per farmi vedere una psicoterapista... penso proprio, convinta di farmi andare a curare chissà quale disturbo... l'ho assecondata, visto che l'ha posta anche a mo' di ricatto (come favore personale) ma quando ha capito che avevo una mia integrità, una mia indipendenza di pensiero (dopo 3 volte ho lasciato perdere) si è messa anche l'anima in pace (dico questo perchè non ho capito se si è rasserenata del fatto che lei non poteva cambiarmi e quindi nemmeno il mondo, oppure se gli è stato suggerito qualche concetto che le mancava per affrontare la questione).
A tutti gli effetti, penso proprio che se avessi arginato la questione, oggi sarei ancora a fingere di domandarmi se sono gay o meno, a trovare scuse e lasciare arginata la questione.. mi è costato tanto, quindi concordo con Project quando dice di non buttarsi ma di valutare veramente bene la situazione, però... tutto sommato mi è andata bene e lo scrivo per riportarvi questa testimonianza... Ovviamente, a voi riflettere, insomma, sull'accaduto..
Spero possa aiutarvi ad indirizzarvi verso un cammino che avete in mente tutto sommato
p.s e se son stato povero di dettagli, aggiunta doverosa, è perchè la questione è stata affrontata con mia madre, 3 volte in un mese e mezzo..
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
Martin Niemoller
Marc090 -- Amministrazione di ProgettoGay
Martin Niemoller
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Re: Un C.O. improvvisato
E' proprio una bella svolta quella che c'è stata, Marc090, specie ripensando alle reazioni iniziali di tua madre. Evidentemente aveva bisogno di riprendersi dalla novità di quella notizia. Sono passati solo due mesi? Sembra molto di più rispetto a ciò che racconti...
Mi ha colpito quello che dici sul fatto che il tuo C. O. improvvisato è avvenuto proprio quando a lato pratico avresti potuto farne a meno, perchè avevi davanti la prospettiva di una vita autonoma.
Questo mi ha fatto riflettere e ho ripensato alle testimonianze di ragazzi che ad esempio sono andati all'estero, pensando di sfuggire a certi condizionamenti per poi scoprire che se li erano portati dietro insieme alle valigie...
Forse dentro di te qualcosa ti diceva che il cambiamento più importante è quello che facciamo dentro di noi . Il fatto di uscire fisicamente di casa aiuta, ma non basta , se certi fantasmi ce li sentiamo addosso.
Grazie di averci aggiornato: molti si dimenticano di farlo ed è un peccato non poter scoprire che molte crisi contengono in sè il seme di un equilibrio migliore.
In bocca al lupo per tutto, Marc090!
Mi ha colpito quello che dici sul fatto che il tuo C. O. improvvisato è avvenuto proprio quando a lato pratico avresti potuto farne a meno, perchè avevi davanti la prospettiva di una vita autonoma.
Questo mi ha fatto riflettere e ho ripensato alle testimonianze di ragazzi che ad esempio sono andati all'estero, pensando di sfuggire a certi condizionamenti per poi scoprire che se li erano portati dietro insieme alle valigie...
Forse dentro di te qualcosa ti diceva che il cambiamento più importante è quello che facciamo dentro di noi . Il fatto di uscire fisicamente di casa aiuta, ma non basta , se certi fantasmi ce li sentiamo addosso.
Grazie di averci aggiornato: molti si dimenticano di farlo ed è un peccato non poter scoprire che molte crisi contengono in sè il seme di un equilibrio migliore.
In bocca al lupo per tutto, Marc090!
Re: Un C.O. improvvisato
Grazie mille barbara e niente, questo forum ha dato così tanto che insomma, mi sembrava anche giusto ripagare
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
Martin Niemoller
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Re: Un C.O. improvvisato
Grazie a te marc090, quello che scrivi potrà essere certamente utile a tanti altri ragazzi.
BLOG PROGETTO GAY http://progettogay.myblog.it/
BLOG STORIE GAY http://nonsologay.blogspot.com/
SITO PROGETTO GAY https://sites.google.com/site/progettogay/
STORIE GAY E NON SOLO https://gayproject.wordpress.com/
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Re: Un C.O. improvvisato
Caro Marc090, sappiamo che i genitori non fanno mai salti di gioia scoprendo il loro figlio, o la loro figlia, omosessuale.
Permettimi di dirti che l'accettazione di tua madre è stata portata avanti in maniera eccezionalmente lineare e, da come la descrivi, quasi senza intoppi.
Quello "sguardo di pena", come lo chiami tu, è la dimostrazione tipica dell'affetto di un genitore anche solo parzialmente tradizionalista e in queste persone sono portata a considerarlo un buon segno, nonostante tutto.
Significa che la loro opposizione è arrivata al capolinea, non hanno più argomenti validi per contestarti, e soprattutto è significativa nell'esprimere il loro dispiacere per non avere un figlio che risponde alle aspettative prefissate.
Non prendere le mie parole come oro colato, come giustamente hai detto non conosco in dettaglio la tua situazione precisa, e posso dare solo i miei giudizi che forse ti sembreranno superficiali: ribadisco comunque che la percezione del dolore di tua madre ha più una funzione partecipativa che, dal suo punto di vista, difensiva; intendo dire, non è indifferente, non si scrolla di dosso il peso di ciò che percepisce come cambiamento, anzi non solo lo sopporta ma lo metabolizza, se mi passi il termine, fino alla gioiosa comprensione (bada, comprensione, non accettazione!) finale.
Ti faccio i miei più sinceri auguri affinché questo accada presto.
Bacioni
Irene
Permettimi di dirti che l'accettazione di tua madre è stata portata avanti in maniera eccezionalmente lineare e, da come la descrivi, quasi senza intoppi.
Quello "sguardo di pena", come lo chiami tu, è la dimostrazione tipica dell'affetto di un genitore anche solo parzialmente tradizionalista e in queste persone sono portata a considerarlo un buon segno, nonostante tutto.
Significa che la loro opposizione è arrivata al capolinea, non hanno più argomenti validi per contestarti, e soprattutto è significativa nell'esprimere il loro dispiacere per non avere un figlio che risponde alle aspettative prefissate.
Non prendere le mie parole come oro colato, come giustamente hai detto non conosco in dettaglio la tua situazione precisa, e posso dare solo i miei giudizi che forse ti sembreranno superficiali: ribadisco comunque che la percezione del dolore di tua madre ha più una funzione partecipativa che, dal suo punto di vista, difensiva; intendo dire, non è indifferente, non si scrolla di dosso il peso di ciò che percepisce come cambiamento, anzi non solo lo sopporta ma lo metabolizza, se mi passi il termine, fino alla gioiosa comprensione (bada, comprensione, non accettazione!) finale.
Ti faccio i miei più sinceri auguri affinché questo accada presto.
Bacioni
Irene
"Rose tints my world,
Keeps me safe from my trouble and pain!"
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Re: Un C.O. improvvisato
ehi Marc090, com'è andata a finire?
La vera misura di un uomo si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in cambio.
my dream
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