Torino 2012: il mio primo Gay Pride

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Machilosa
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Torino 2012: il mio primo Gay Pride

Messaggio da Machilosa » mercoledì 27 giugno 2012, 22:43

Dapprima non volevo andarci. Ne avevo sempre detto peste e corna e, se devo essere sincero, avevo pure un po’ di paura; sarà che i miei, terrorizzati dall’idea che io possa subire un attacco omofobo, non fanno che mettermi in guardia. Accampo la scusa dello studio, del caldo... fandonie. Alla fine il mio ragazzo mi ha convinto ad andare.
Alle ore 16,00 precise siamo in Piazza Arbarello; i carri compiono gli ultimi preparativi; ragazzi e ragazze, uomini e donne maturi, coloratissimi, ambigui e appariscenti si mescolano tra le ben più abbondanti “persone normali”; con la mia polo grigia metto tristezza in mezzo a tutto quel marasma variopinto e mi lascio dipingere la bandiera arcobaleno sulle braccia, dal gomito al polso.
In fondo allo stomaco giaceva ancora un poco d’ansia, ma ora si è volatilizzata; saluto a destra e a manca: baci sulle guance ad amici, conoscenti ed amici di amici (a tutto questo sbaciucchìo gaio mi ci devo ancora abituare, ma faccio buon viso a cattivo gioco); arriva a salutarci anche il giovane presidente dell’Arcigay, accompagnato dai suoi genitori raggianti, che abbracciano lui e il suo compagno. Molti sono accompagnati da amici etero e persino parenti; un ragazzo stringe la fidanzata per mano ed espone con orgoglio un cartello: “La mia fidanzata ha due mamme lesbiche, eppure è una persona meravigliosa.” Per combattere la calura mi prendo un buon gelato e –oibò! Di fronte a me, in coda, c’è Cecchi Paone, più alto e grasso di quanto pensassi. Poco più in là, un mio professore, noto attivista, osserva la scena compiaciuto; lo saluto con un cenno; lui contraccambia con un sorriso. Mi chiedo se avesse sospettato - indubbiamente sì.
Sul carro delle associazioni Quore e Queever, 15 autorità, tra assessori e consiglieri comunali, celebrano nozze simboliche: 28 coppie, metà gay e metà lesbiche, fingono di coronare il loro sogno d’amore e lanciano un segnale ben preciso: vogliamo il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
E’ giunta l’ora: la carovana si mette in moto. Musica, cheerleaders, l’Agedo, Associazione Genitori Di Omosessuali, i rappresentati del Partito Radicale sfilano tutte insieme; una folla festante di 25'000 persone si riversa in strada lungo via Cernaia, via Pietro Micca, Piazza Castello, via Po ed infine Piazza Vittorio. Le Drag Queen non saranno più di una ventina, ma se cerchi immagini in internet vedi praticamente solo quelle; ovviamente i Media si divertono a mostrare ciò che fa più scalpore. Non ha importanza: dai palazzi eleganti si affacciano centinaia di persone; altrettante osservano lo spettacolo divertite dal bordo della strada; giovani, vecchi, sorridenti od imbronciati, ma soprattutto tante famiglie coi figli piccoli in spalla; molte di più di quanto mi sarei aspettato! Sono convinto che quei bambini saranno persone migliori, da grandi.
In contemporanea si svolge il corteo degli Evangelici: “Non possiamo mescolarci coi gay!” si era lamentato qualcuno di loro; pronta la risposta degli organizzatori del Gay Pride: «Da decenni lottiamo per allargare i diritti, con la convinzione che i diritti si conquistano per tutte le persone, non solo per alcune. Ci sono poi coloro che invece lottano per restringere i diritti, decidendo chi ne è degno e chi no [...] La diversità è una ricchezza che vogliamo valorizzare e non nascondere. Per questo la mescolanza che si creerà sabato 16 sarà per noi motivo di orgoglio.» Non tutti gli Evangelici sono d’accordo, per fortuna: “Gesù, semmai, si è sempre mescolato!” e, durante la manifestazione, i più audaci (ne ammiro sinceramente l’impegno, benché non ne condivida i precetti) cercano di salvare il maggior numero possibile di pecorelle smarrite, spargendo a destra e a manca biglietti da visita di Dio. Me ne finisce uno tra le mani; vorrei tanto potergli parlare ed avere un po’ di risposte, ma sul biglietto han dimenticato di stampare il numero di telefono del Signore. Lo cedo ad un’avvenente fanciulla, che se lo appunta sul seno semiscoperto.
Tra la folla scorgo a più riprese volti noti della mia facoltà e di quella adiacente; gente che conosco di vista e con cui, talora, ho pure scambiato qualche parola; qualcuno non avevo dubbi che potesse far parte del “club”, qualcuno invece mi coglie di sorpresa –devo ancora affinare il mio “radar”!
La festa procede instancabile sino all’alba, ma io e il mio ragazzo ci allontaniamo già verso le 19,00; il dovere (gli esami imminenti) ci chiama. Sul bus, una signora attempata sbotta: “Adesso stanno dando proprio troppo spazio a quella gente! O no?!?” ma nessuno si sbraccia per darle ragione; la sua amica le annuisce fiaccamente, mentre io metto il braccio intorno al collo del mio ragazzo.
Che bel pomeriggio! Oggi mi sento proprio felice!

16 Giugno 2012

barbara
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Re: Torino 2012: il mio primo Gay Pride

Messaggio da barbara » giovedì 28 giugno 2012, 19:05

Che bel racconto Machilosa! Mi fa venire il mente l'altr'anno quando ero a Barcellona e c'era il Pride. Molto di ciò che hai raccontato mi ha ricordato tantissimo quel giorno. Pure io avevo fatto un mini-reportage qui. :mrgreen: viewtopic.php?f=31&t=721
Quell'aria di leggerezza e di libertà me la ricordo ancora. :D

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sam
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Re: Torino 2012: il mio primo Gay Pride

Messaggio da sam » martedì 3 luglio 2012, 14:03

:D Immagino la faccia della signora al vedervi abbracciati...hai fatto bene.
Non escludo di farci un giro forse un giorno

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