Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
Davide94
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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da Davide94 » domenica 19 novembre 2023, 13:56

Tu ci stai ancora combattendo o ne sei uscito?
Non ne sono ancora uscito del tutto, Giò, ma sicuramente sono migliorato molto.
L'inizio della mia esperienza con i pensieri ossessivi risale a quando avevo 15 anni e quello che mi capitava in quel periodo era condizionante.
La mia situazione oggi, da questo punto di vista, non è paragonabile a quella di quegli anni: difficilmente ho dei periodi del tutto liberi da pensieri ossessivi, ma di solito restano sullo sfondo - un rumore di fondo che non mi condiziona più di tanto.
Se non per il fatto che riempiono parte dello spazio mentale che potrebbe e dovrebbe essere occupato dai pensieri "normali". Nel senso che a volte mi trovo a rammaricarmi di non aver vissuto a pieno qualche esperienza, perché in parte distratto da questi pensieri.
Solo ogni tanto mi capita di essere più in difficoltà e di non riuscire a fare a meno di chiedere una rassicurazione ad altre persone, senza le quali non riesco a uscire da solo da certi percorsi mentali.
Spero di riuscire a ridurre ancora l'impatto che l' ansia e i pensieri ossessivi hanno su di me.
E sicuramente lo farai anche tu - leggendo quello che scrivi si capisce che sei una persona con un' ottima capacità di auto-analisi, molto consapevole dei propri processi mentali e della propria interiorità in generale, molti meccanismi mentali che spesso ci fregano li descrivi con precisione, e queste cose chiaramente aiutano tanto; e poi hai la volontà di stare bene, quella spinta è essenziale.

Ciao :) , e spero vada meglio con ansia e pensieri.

Davide
"Tutto quel che ho di me
Non vale il poco che tu hai di me."

Giò
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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da Giò » mercoledì 22 novembre 2023, 15:26

@Davide94
Ciao Davide, scusa non sono più entrato nel Forum e ho visto solo ora la tua risposta.
Mi fa piacere che tu sia riuscito a venirne un po' fuori, aspiro anch'io a raggiungere questo stato di "rumore di sottofondo" in cui i pensieri non mi condizionano troppo e l'ansia non mi pervade per gran parte della giornata.
Hai affrontato qualche percorso di psicoterapia in particolare? Io mi ero rivolto a un cognitivo comportamentale che senza dubbio mi ha aiutato a gestire l'ansia in diverse occasioni, ma dopo un po' ha iniziato a fare delle uscite infelici in merito all'argomento orientamento sessuale e quindi l'ho mollato. Adesso sto facendo delle sedute con uno psicosessuologo da circa un anno e con lui mi trovo bene; mi ha aiutato a individuare e superare certe dinamiche di omofobia interiorizzata che ho messo in atto fino a non molto tempo fa, e infatti adesso mi sento di poter fare fantasie e masturbazione in chiave gay senza farne un dramma.

Quanto al tuo augurio che l'ansia e i pensieri vadano meglio, purtroppo non sta succedendo molto anche se dei momenti buoni ci sono stati. Per esempio ieri ho parlato ancora alla mia compagna e mentre le parlavo sentivo che l'ansia si stava sciogliendo un po'... Le ho detto che la amo, che gay al 100% non mi ci sento e che ho deciso che non voglio tornare a stare da mia mamma, nemmeno per un breve periodo, perché non è necessario e perché non c'è oggettivamente ragione per cui io debba provare ansia nello stare a vivere qui da lei. Ecco mentre le dicevo queste cose ho sentito l'ansia sciogliersi e ho percepito un piacevole brivido percorrermi il corpo. L'ho interpretato come un segnale positivo, o per lo meno come un segnale che qualche progresso lo sto facendo, però oggi sto come al solito: angosciato e con i miei soliti brutti pensieri...

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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 22 novembre 2023, 21:41

Ciao Giò,
mi permetto di aggiungere solo il mio punto di vista. La letteratura cosiddetta scientifica ha cominciato ad affrontare la questione omosessualità e anche la questione bisessualità intorno alla fine 19° secolo, con i primi saggi medici e antropologici, alla maniera di Cesare Lombroso, saggi in cui i pregiudizi di origine religiosa si mescolavano con le pretese di scientificità, ed è stata per decenni centrata su due filoni in qualche modo convergenti: da un lato si insisteva sull’accostamento tra omosessualità-bisessualità e crimine e dall’altro lato si focalizzava il discorso sul rapporto tra omosessualità-bisessualità e patologia mentale. Non si studiava l’omosessualità in una dimensione normale, ma i criminologi studiavano solo l’omosessualità come circostanza aggravante di delitti efferati, e gli psichiatri studiavano solo l’omosessualità di pazienti in obiettive condizioni patologiche. Così i preconcetti della religione si sono trasferiti alla medicina e non solo non sono stati sradicati ad opera della scienza, ma si sono rafforzati con l’avallo di una scienza che di scientifico aveva ben poco. Quando alla fine dell’800 il dott. Aletrino cominciò a parlare seriamente di “omosessualità come orientamento normale” incontrò opposizioni fortissime dalla classe medica. Il concetto di omosessualità come normalità ha trovato riconoscimento solo il 17 maggio del 1990, durante i lavori della 44^ assemblea, dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che cancellò definitivamente l'omosessualità dall'International Classification of Diseases (ICD-10) e quindi non la ritenne più una malattia. Ma nonostante questo riconoscimento (comunque tardivo) siamo ancora ben lontani da una legittimazione della omosessualità e della bisessualità come varianti normali della sessualità umana. La Chiesa cattolica per esempio, ha della omosessualità e della bisessualità una concezione inconciliabile con quella della Organizzazione Mondiale della Sanità. Non c’è da stupirsi che in una società come quella in cui viviamo l’omosessualità e la bisessualità siano viste con sospetto o addirittura siano considerate il male assoluto. Ovviamente i pregiudizi sociali possono essere interiorizzati e generano in questo modo conflitti interni nelle persone omosessuali e bisessuali che, echeggiando il modo di pensare comune, basato sulla totale ignoranza della realtà, si sentono sbagliate e vivono le loro inclinazioni affettive e sessuali come patologiche. In questo modo si creano molti falsi problemi che possono rendere la vita difficile a persone che in un ambiente diverso non troverebbero problemi di nessun genere. Ricordo l’esempio di due ragazzi gay svedesi, uno dei quali aveva studiato Italiano e mi aveva scritto perché le mie esortazioni alla prudenza in materia di coming out gli sembravano eccessive. Questo ragazzo mi disse che lui e il suo compagno frequentavano la Chiesa (Chiesa luterana svedese) tutte le domeniche, che tutti sapevano che loro erano una coppia gay e che in chiesa si tenevano per mano. Ho spiegato a quel ragazzo che l’Italia non è la Svezia e che in Italia l’educazione sessuale e affettiva sostanzialmente non esiste e che l’omofobia è ancora piuttosto diffusa. Devo precisare che se tra gli etero esistono anche gli omofobi, tra i gay esistono talvolta forme di resistenza e di rifiuto verso i trans, che vivono situazioni di emarginazione e di rifiuto molto peggiori di quelle dei gay, e anche verso i bisessuali, ritenuti per ignoranza dei gay che non hanno il coraggio di essere gay. L’ignoranza e il pregiudizio sono mali diffusi in tutti i gruppi. Il più grande torto che un bisessuale può fare a se stesso consiste nel non essere fiero di quello che è, qualsiasi cosa dicano gli altri. Ci si dovrebbe vergognare di fare del male al prossimo, di creare sofferenza, questo sì, ma mai di essere se stessi. Ci mancherebbe altro! Tu hai un rapporto serissimo con la tua compagna e soprattutto un rapporto autentico, trasparente, questo ha un valore enorme. La tua compagna si sente a suo agio con te e vuole bene a te, per quello che sei, per come la tratti. La decisione di non tornare da tua madre è il segno che il rapporto con la tua compagna è capace di allontanare e di dissipare il pensiero ossessivo. Ti senti amato ed è la sensazione più bella che ci possa essere, e ti senti amato per quello che sei veramente, senza maschere e doppi fondi di nessun genere. La tua compagna ha trovato un uomo serio che le vuole bene e questo è evidente. Ci può essere il lato gay, ok, ma non è un lato oscuro della vita, anche quello è un modo di amare, potrebbe concretizzarsi, nessuno lo può sapere, ma tu non hai tenuto la tua compagna all’oscuro di queste cose, hai scelto la strada della chiarezza che è un segno d’amore e di profondo rispetto. Ti sei meritato l’amore e il rispetto della tua compagna.

Alyosha
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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da Alyosha » giovedì 23 novembre 2023, 10:52

Mi permetto di intervenire solo adesso perché è emersa nella discussione la cosa che personalmente mi stava più a cuore. Avevo chiesto perché mi pareva strano che esistessero terapie tanto brevi da risolversi in qualche mese. Le terapie cognitivo comportamentali in effetti sono le più idonee a risolvere in tempi brevi questo tipo di problematiche, proprio perché lavorano sulle emozioni, sulla loro rilettura e su strategie pratiche per risolverle. Tuttavia nemmeno le cognitivo comportamentali sono capaci di intervenire in tempi tanto brevi. Non conosco ll tuo/a terapeuta, né tanto meno mi permetto di entrare nel merito di una relazione terapeutica che non conosco. Tieni presente che il più delle volte i meccanismi che legano il paziente al terapeuta hanno a che fare con le modalità del paziente di vedere e vivere la cose più che con il terapeuta stesso. Non è una legge universale purtroppo ho visto davvero tanto in questi anni ed esiste la possibilità che semplicemente il terapeuta sia inadeguato. Tuttavia la nostra indisponibilità a fare un lavoro con noi stessi potrebbe diventare una indisponibilità del terapeuta, la nostra difficoltà a risolvere certi contesti potrebbe diventare una carenza del terapeuta e così via.
Non voglio rubare il lavoro a nessuno e personalmente non sono più intervenuto perché credo che l'unica cosa che possa fare per te un forum, e credimi non è poco, è rimuovere la quota d'ansia che comincia ad avvitarsi su se stessa. Questo però non può tradursi in una "terapia". Penso che dovresti rivalutare l'idea di rivolgerti ad un terapeuta. Il sessuologo senza dubbio può aiutarti, anche perché in tanti casi è esso stesso un terapeuta, ma proprio perché hai un assoluta consapevolezza del problema, hai un'assoluta necessita di affrontarlo. Per altro mi pare che anche con lo psichiatra ci sia stata una modalità molto simile, per cui appena hai cominciato a stare bene te ne sei allontanato. Invece è proprio quando scende giù il livello d'ansia e diventa gestibile che comincia il percorso terapeutico vero e proprio.

Può sembrare un paradosso, ma le persone meglio stanno e peggio stanno. La salute mentale funziona così, dacché è proprio il tentativo di rifuggire lo stato di malessere che delle volte costituisce il problema. Che intendo dire? Che la differenza tra te che hai pensieri intrusivi violenti e che senti tutto il disagio per questi pensieri e chi magari nemmeno li ha ma agisce comportamenti aggressivi e impulsivi e chi direttamente non percepisce nemmeno come suoi quei pensieri ma come esterni ci sono livelli di profondità del disturbo mentale che ti collocano nella fascia più bassa. Può sembrare un paradosso ma è proprio questo enorme disagio che provi che ti colloca nella fascia più bassa e che ti mette nelle condizioni di vedere che c'è un problema e chiedere aiuto.

Se come tutti pensano qua dentro i tuoi dubbi sulla sessualità sono espressione di un DOC ragiona sul fatto che risolvere quei dubbi sulla sessualità non ti sarà possibile perché non sono il problema ma la "soluzione" che hai trovato per affrontare alcune cose dentro di te di cui dovresti occuparti in modo più serio. Se non fosse la sessualità il dubbio sarebbe qualcos'altro, non è l'oggetto del DOC che va affrontato, ma la struttura sottostante quel pensiero, l'emotività sottesa e tutto il resto.

Mi spiace scrivere queste cose, spero che arrivino nel modo giusto e mi scuso anche con Project per quello che sto per dire. Questo però è un forum che si occupa di omosessualità. Come lui stesso ha scritto l'omosessualità non è una malattia il DOC si. Non voglio dirti che uno spazio come questo non ti è utile, anzi. Per la serietà del luogo ti sarà molto utile a ridurre il livello di ansia, per altro hai testimonianze di persone che hanno affrontato il problema e che adesso lo gestiscono e questo mi fa molto piacere. Però credo che il ruolo di un Forum debba fermasi qui, non può diventare sostitutivo di altro. Dovresti seriamente recuperare dentro di te le energie e la disponibilità a iniziare un percorso terapeutico, sopratutto perché sei dentro una relazione sufficientemente solida e che ha bisogno di essere "protetta" dalle incursioni dei tuoi pensieri intrusivi.

Giò
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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da Giò » giovedì 23 novembre 2023, 15:24

@Project
progettogayforum ha scritto:
mercoledì 22 novembre 2023, 21:41
Non c’è da stupirsi che in una società come quella in cui viviamo l’omosessualità e la bisessualità siano viste con sospetto o addirittura siano considerate il male assoluto. Ovviamente i pregiudizi sociali possono essere interiorizzati e generano in questo modo conflitti interni nelle persone omosessuali e bisessuali che, echeggiando il modo di pensare comune, basato sulla totale ignoranza della realtà, si sentono sbagliate e vivono le loro inclinazioni affettive e sessuali come patologiche. In questo modo si creano molti falsi problemi che possono rendere la vita difficile a persone che in un ambiente diverso non troverebbero problemi di nessun genere.
È proprio vero, io senza quasi accorgermene ho interiorizzato i pregiudizi sociali sull'omosessualità e la bisessualità, per la maggior parte credo per via di mio padre, che in più occasioni mi ha dimostrato di avere una visione degli orientamenti sessuali non etero come un qualcosa da denigrare e deridere. Oggi non lo biasimo troppo, perché riconosco che in qualche modo era anche lui "figlio del suo tempo", ma sono sicuro che se fosse ancora qui avrei modo di spiegargli tutta la questione dal punto di vista mio e soprattutto di quello della comunità scientifica.
Credo che comprenderebbe e cambierebbe idea, anche perché con il bene che mi voleva avrebbe accettato qualsiasi cosa.
Ovviamente anche io ci ho messo del mio, se fossi stato abbastanza coraggioso me ne sarei infischiato dei condizionamenti esterni.
Per quanto riguarda l'essere fiero di essere bisessuale ci sto ancora lavorando; sto cercando di far sedimentare questa consapevolezza di me distaccandola dalla paura di poter perdere la mia compagna, anche se lei mi ha rassicurato su tutti i fronti.
Di nuovo ti ringrazio Project per i tuoi interventi che sono sempre sia istruttivi che incoraggianti!


@Alyosha
Il mio terapeuta precedente di indirizzo cognitivo comportamentale mi è stato molto di aiuto nei momenti di crisi legati ai pensieri ossessivi a tema aggressivo, poi era lui stesso che a un certo punto mi congedava dicendomi di ricontattarlo se fossi stato male di nuovo; non so se fosse perché aveva troppi pazienti o per altri motivi, ma in ogni caso mi sono allontanato definitivamente da lui perché quando abbiamo iniziato a parlare di orientamento sessuale si era dimostrato molto poco preparato e secondo me anche un po' in malafede: in pratica tra le righe mi diceva che l'orientamento sessuale uno se lo può scegliere più o meno a piacimento e che se fossi stato gay avrei avuto più occasioni lavorative, ad esempio come tronista, perché appoggiato dalla "lobby gay"... Dopo queste affermazioni l'ho ritenuto come minimo inadeguato.
Allo stesso modo lo psichiatra mi aveva dato una impressione di scarsissima umanità (al prezzo di 170€ a colloquio) nel senso che mi dedicava si e no 20 minuti di tempo e rispondeva alle mie domande quasi ridicolizzando quello che raccontavo.
Il sessuologo che sto consultando da un anno a questa parte è molto diverso, mi ha parlato del modello fluido con cui oggi si tende ad approcciarsi alla sessualità umana, mi ha spronato a individuare quali fossero le mie "resistenze" ad accettare una mia componente omosessuale e a vincerle.
I dubbi sul mio orientamento sessuale non credo siano causati dal DOC; c'è stato un lungo periodo in cui ho rigettato le mie pulsioni in direzione gay ma, come dicevo, adesso mi sento più sereno al riguardo. Più che altro sono i pensieri violenti ad essere il nucleo del mio malessere ed il fatto di averli nei confronti della mia compagna è quello che mi fa soffrire di più in assoluto.
Ho capito cosa intendi quando dici che il DOC è una sorta di "soluzione" che si trova per non affrontare questioni interiori importanti, essere davvero sereno con la mia sessualità (e non solo a parole come ho scritto sopra) penso sia la chiave di volta per uscire da sto maledetto disagio...
Allora mi direte: "Hai visto che hai capito? Non era così difficile!" :lol:

Non dispiacerti per quello che hai scritto, perché hai ragione nel dire che questo forum non può essere un sostituto di una terapia, e che dovrei occuparmi seriamente di risolvere le questioni alla base del mio disturbo, concentrandomi sul meccanismo più che sui contenuti dei pensieri ossessivi. Il fatto è che era da tanto tempo che volevo scrivere qui e quindi forse mi sono un po' fatto prendere dall'entusiasmo nel vedere che molti mi leggevano attentamente e mi rispondevano seriamente.
Detto questo, non ho intenzione di "stressare" ulteriormente scendendo nei particolari della mia situazione personale perché mi rendo conto che questo forum non è nato per essere uno sportello psicologico.
Spero che in futuro potrò dare anch'io il mio contributo come voi fate con me e gli altri utenti, mi farebbe molto piacere.

Ciao, grazie di tutto e a presto :)

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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da progettogayforum » giovedì 23 novembre 2023, 21:01

Aggiungo un’osservazione. Progetto non è una terapia, questo è ovvio, ma se devo guardare a me stesso, sarei quasi portato a pensare che è almeno un integratore. La socializzazione e il dialogo con persone che sono in grado di capire, e in particolare con persone che hanno esperienze affini, è stata per me una condizione di equilibrio fondamentale. Non saprei proprio immaginare che strada avrebbe preso la mia vita se Progetto non fosse mai nato. Credo francamente che sarebbe stata una vita molto più solitaria e probabilmente con più di qualche filo di depressione. Ho conosciuto qui persone che non ho perso nel corso degli anni e che, magari inconsciamente, mi hanno aiutato ad andare avanti. Non so dire se questo contributo al mio benessere sia stato determinante ma penso di sì.
Dalle cose che scrive Giò penso che il problema dell’orientamento sessuale non sia certamente il centro della questione, e credo che anche lui ne sia convinto. Il pensiero di un ipotetico comportamento aggressivo con ogni probabilità provoca ansia più consistente, ma i comportamenti di Giò non soltanto non hanno nulla di aggressivo, ma hanno una base affettiva profonda. Il fatto di mettere la propria compagna a conoscenza dei propri timori in relazione ad una possibile aggressività è l’esatto opposto dell’aggressività. Posso dire che apprezzo moltissimo il fatto che Giò abbia scelto di scrivere su questo forum, anche perché il suo approccio alle questioni è serissimo e questo arricchisce il forum che (e lo vedo dalle analisi del traffico) per effetto dei suoi interventi, polarizza l’attenzione di moltissimi lettori, che forse non scriveranno mai su Progetto, ma che dal leggere una discussione seria potranno riportare comunque una qualche utilità.

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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da Alyosha » venerdì 24 novembre 2023, 16:30

Grazie intanto per aver compreso il senso del mio intervento. Vorrei soltanto non si facesse confusione tra ciò che è terapeutico e psicoterapia. Sono assolutamente convinto che un posto di confronto come questo faccia bene, poter parlare di certe cose aiuta sempre e comunque. La solitudine è l'unica vera malattia alla fin fine. Non era affatto un invito a smettere di fare questo tipo di interventi, ci mancherebbe. Parlare di queste cose fa bene a te, ma anche ai tanti che ti leggono e traggono beneficio dai tuoi interventi. Su questo nessun dubbio.

L'invito era ad occuparsi della propria salute mentale, esattamente come ci si occupa della propria salute in generale. Sono consapevole della reticenza che spesso esiste su questo tipo di argomenti purtroppo. Tuttavia non c'è niente di male a rivolgersi ad un professionista quando si riconosce che la qualità del proprio malessere è sopra soglia diciamo così. Non è un'arresa, non è segno di debolezza e non è nemmeno essere pazzi. In psicoterapia ci vanno i sani, ovvero la gente sufficientemente consapevole di aver bisogno di aiuto, come ho già scritto. Le soluzioni fai da te possono anche funzionare per carità. Sarebbe assurdo pensare il contrario, anche perché la psicoterapia per come al conosciamo adesso è uno strumento piuttosto recente. Però insomma lo strumento esiste e non vede perché non usarlo se c'è la possibilità ovviamente.

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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da Giò » sabato 25 novembre 2023, 11:27

Senza dubbio scrivere qui e confrontarmi con voi nelle ultime settimane è stato terapeutico per me.
Quasi per tutte le cose che ho scritto ho avuto qualche timore che potesse essere ritenuto un po' "troppo", sia per l'abbondanza di dettagli sia per il tema della discussione in se... Invece mi avete accolto e mi avete risposto in modo serio, vi ringrazio molto per questo!

Ciao, vi terrò aggiornati se volete :)

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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da progettogayforum » sabato 25 novembre 2023, 21:59

Ringrazio Giò e Alyosha per i loro interventi, che apprezzo moltissimo. In fondo il forum è solo un contenitore che raccoglie e rende visibili i contributi delle persone che ci scrivono e il forum è rimasto un ambiente serio perché ci scrivono persone serie.

Tanto premesso vorrei accennare ad un problema tipico che mi è capitato di riscontrare tante volte nel doc a tema gay ma che certamente è presentissimo in tutte le situazioni in cui interviene in vario modo e grado l’ansia ossessiva. Ma procediamo per gradi.

Partiamo dal fatto che le fake news spesso sono create e diffuse nella totale incoscienza che si tratti di fake news e senza alcuna cattiva intenzione. Bisogna chiarire che il danno che si provoca, in qualsiasi ambito si operi, spesso è del tutto indipendente dall’intenzione di fare un danno. Molti incidenti stradali sono provocati dall’imprudenza, dall’imperizia nella guida da errate valutazioni delle proprie capacità e del rischio. In altri termini si possono creare danni anche gravi pur senza averne alcuna intenzione. L’intenzione di un’azione è una cosa e il risultato è una cosa completamente diversa e, al di là della valutazione morale dei comportamenti, ciò che ha veramente importanza sono i danni fatti anche indipendentemente dall’intenzione.

Questo discorso dovrebbe portare le istituzioni educative e gli adulti in generale a favorire lo spirito critico e a ridurre progressivamente la tendenza a dare qualcosa per scontato senza averla sottoposta ad un esame critico serio. La categoria dell’ovvio, non coincide quasi mai con l’evidenza razionale, ma deriva quasi sempre dall’assunzione di pregiudizi al rango di dogmi. È così che presunte verità sono assunte come non soltanto oggettivamente vere ma come indiscutibili. Il presupposto necessario della conoscenza è sapere di non sapere. Chi sa di non sapere studia, si informa, cerca di crearsi una propria opinione in modo critico; chi crede di sapere pensa di non aver bisogno di nessuna ulteriore conoscenza e di poter formulare un giudizio su qualsiasi cosa soltanto sulla base del sentito dire e del sentire comune.

Il progresso scientifico viene dal mettere sistematicamente in dubbio le conquiste scientifiche del passato, ma in alcuni ambienti l’obbedienza, o meglio l’acquiescenza ad un sistema di valori e ad un determinato codice morale, sono considerate virtù e in quegli ambienti domina il concetto di omologazione cioè di adeguamento ad modo di pensare comunemente accettato. Se accetti il dogma comunemente condiviso sei considerato un elemento positivo e bene integrato nella comunità, in caso contrario sei un reprobo da allontanare e da tenere a bada, o meglio da emarginare.

Siamo abituati da secoli a dare valore di norma morale a certi comportamenti e a bollare come peccaminosi, patologici o criminali altri comportamenti, ma se si andasse a cercare una motivazione razionale di queste valutazioni non se ne troverebbe nessuna, al di là del principio di autorità o del fatto che si tratta di questioni che appaiono indiscutibili e ovvie, ma dire che appaiono indiscutibili e ovvie non significa affatto che lo siano e spesso si tratta di puri preconcetti trasmessi e assimilati in modo del tutto acritico e inconsapevole.

Entriamo nello specifico: si dà per scontato che sia naturale che tutti gli uomini debbano essere attratti solo da donne e che tutte le donne debbano essere attratte solo da uomini, si attribuisce questo fatto alla Natura, a una scelta del Creatore, e quando ci si rende conto che questa presunta verità trova in natura moltissime eccezioni si arriva, nelle varie età della storia, a conclusioni apparentemente diverse ma dagli esiti praticamente identici (per quanto consentito dalla variazione dei contesti), e si dice che gli omosessuali sono peccatori, o casi patologici o criminali.

Non c’è bisogno di dire che la maggioranza, che si identifica nel modo comune di vedere le cose, identifica il proprio comportamento con la regola naturale e relega quelli che della maggioranza non fanno parte al rango di perversi, di errori di natura, o di irriducibili devianti.

Se si riflettesse seriamente sulle cose senza cedere acriticamente al pregiudizio ci si renderebbe conto che le semplificazioni indebite e le assunzioni dogmatiche non solo impediscono la crescita sociale ma soprattutto creano danno, emarginazione e sofferenza a chi non fa parte della maggioranza dominante.

Se l’essere gay viene demonizzato per gratificare la maggioranza della popolazione con l’idea di incarnare la regola naturale e ovvia del mondo, quella gratificazione ha come prezzo l’emarginazione delle minoranze nelle quali si crea l’idea di essere gruppi di malvagi che agiscono contro natura e scelgono comportamenti criminali andando contro le leggi umane e divine. Sfuggire a questo meccanismo sembra facile ma non lo è affatto.

I preconcetti dati per ovvi sono molto difficili da superare. Sarebbe facile dire che in effetti le minoranze non dovrebbero sentirsi colpevolizzate ed emarginate in nessun caso perché riflettendo potrebbero arrivare a rendersi conto che la loro emarginazione è frutto dell’ignoranza e del preconcetto, ma l’ignoranza e il preconcetto esistono e spesso inibiscono sul nascere qualsiasi possibile sviluppo di coscienza autonoma e di senso critico. Parlo soprattutto sulla base della mia esperienza personale. Oggi mi sento molto più libero di 50 anni fa nell’esprimere i miei giudizi e nel dare le mie valutazioni, ma è stata una strada tutta in salita e difficile da percorrere, e aggiungo che io, in fondo, non ho vissuto situazioni particolarmente condizionanti rispetto alla media dei miei coetanei. I condizionamenti sono stati tanti e pesanti e hanno limitato molto, di fatto, le mie possibilità di scelta.

Si potrebbe dire che oggi il mondo non è più quello di 50 anni fa, e in qualche misura potrebbe anche essere vero, alcune forme di condizionamento hanno parzialmente perso il loro potere, altre forme però hanno assunto un ruolo di assoluto dominio, specialmente durante l’adolescenza.

Io ho accennato ai gay, ma i bisessuali, di fatto, nella società vivono condizioni di emarginazione ancora più condizionante, per non dire dei trans che si trovano quotidianamente a dover fare i conti con persone che pur non avendo la più pallida idea della reale condizione di un trans, si lasciano andare a giudizi feroci o a forme odiose di scherno sulla base del solo sentito dire.

Non c’è bisogno di dire che la situazione peggiora nettamente quando la persona appartenete a un gruppo minoritario vive l’emarginazione in modo ansioso e ossessivo. In questi casi i danni provocati dal pregiudizio sono terribili, penso soprattutto ai ragazzi bullizzati nella scuola, che dovrebbe essere un luogo educativo ed accogliente e diventa talvolta un vero luogo di tortura.

Il pensiero ossessivo può provocare situazioni di disagio profondo e l’ho visto in tanti ragazzi affetti da doc a tema gay, ma l’idea ossessiva di poter fare del male alle persone che si amano o più in generale di poter essere pericolosi per gli altri può creare stati di malessere ancora più profondo, in particolare, se questa presenza ossessiva deve essere affrontata in totale solitudine perché il freno imposto dal timore di una reazione sociale a questi contenuti rende di fatto impossibile parlarne, in queste condizioni i livelli di ansia salgono, mentre basterebbe poter parlare seriamente dei timori ossessivi per oggettivarli, per vederli cioè in una dimensione oggettiva in cui l’ansia non trova posto, in questo modo per un verso si riuscirebbe a contenere l’ansia e per l’altro si allargherebbe l’area dei contatti umani anche a contenuti che sembravano un tabù assoluto.

Un dialogo serio è possibile solo in un ambiente nel quale il dialogo non è la premessa di un giudizio morale o di altro genere (teniamoci alla larga da questi giudizi!) ma una forma di collaborazione tra persone che capiscono che nessuno ha il diritto di mettersi in cattedra e che tutti noi abbiamo continuamente bisogno di imparare e dobbiamo avere l’umiltà e la dignità di farlo senza timori e con una apertura incondizionata di fronte al dialogo e all’esperienza propria e altrui.

Davide94
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Re: Represso e angosciato a 30 anni suonati, adesso voglio stare bene

Messaggio da Davide94 » domenica 26 novembre 2023, 13:00

Ciao Giò, scusa innanzitutto per il ritardo nella risposta!
Giò ha scritto:
mercoledì 22 novembre 2023, 15:26
Hai affrontato qualche percorso di psicoterapia in particolare?
Sto seguendo da poco più di un anno un percorso di psicoterapia, di tipo cognitivo comportamentale.
Il DOC non è l'obiettivo principale del percorso terapeutico, sono altri gli aspetti su cui ci concentriamo durante le sedute. Ad ogni modo mi è capitato di avere la necessità di chiedere alla dottoressa di dedicare qualche seduta anche al DOC. Ed ho potuto constatare che questa terapeuta ha una preparazione valida sul tema e sa come affrontarlo. Negli anni passati avevo iniziato percorsi di psicoterapia con altri professionisti, di orientamenti diversi, con cui però una vera relazione terapeutica non si è mai instaurata. Inoltre, credo che su questo specifico tema non fossero molto preparati.
Come in tutti i mestieri, inevitabilmente anche in quello dello psicoterapeuta c'è variabilità individuale riguardo preparazione, motivazione e capacità.
Se però trovi un professionista preparato su questo tema e con cui riesci ad avere un dialogo aperto, seguire un percorso di psicoterapia sicuramente può aiutarti ad imparare a gestire l'ansia, a conoscere meglio i meccanismi di pensiero ossessivo e come questi interagiscono con gli altri aspetti del nostro mondo interiore.
Nel mio caso ad esempio la modalità di pensiero ossessivo è certamente unita ad una discreta insicurezza e a una certa facilità a sentirmi in colpa.

È essenziale imparare a conoscersi per non essere più vittime dei propri stessi pensieri.
Alcuni aspetti del proprio disagio sono personalissimi, sono quelli a cui mi riferivo prima parlando di "interazioni col proprio mondo interiore". E di questi si può parlare sicuramente con uno psicoterapeuta, ma anche con chi ci vuole bene, ci conosce e con cui possiamo aprirci senza timori.
Credo che il benessere che hai avvertito nel parlare con la tua compagna sia indicativo in questo senso.
Altri sono comuni un po' a tutti quelli che hanno a che fare col DOC. E qui le spiegazioni e i consigli di un professionista possono certamente aiutate.
Personalmente ho trovato illuminanti anche leggere le spiegazioni di chi col DOC ha avuto a che fare prima di me.
Uno dei concetti che più ritengo validi lo possiamo sintetizzare con la citazione di un film degli '80 (WarGames), in cui questa frase era "pronunciata" dall' intelligenza artificiale che nel film gestiva il lancio di missili nucleari statunitensi. Per impedire che desse il via autonomamente a una guerra nucleare con i sovietici, il sistema viene fatto giocare a tris contro se stesso, all'infinito. Non sbagliando una mossa, non riesce mai a vincere, ma continua, togliendo risorse a qualunque altra cosa stesse facendo. Finché capisce che la guerra (come il DOC) è uno "strano gioco. L'unica mossa vincente è non giocare".
A volte la mente ci suggerisce di iniziare delle partite, che non dobbiamo giocare. Bisogna imparare a riconoscere i dubbi ossessivi e non dedicarci troppo tempo mentale. A volte pensiamo troppo a un tema e il fatto stesso di pensarci: 1) ce lo fa percepire come una questione importante da affrontare, mettendoci peraltro in allarme; e 2) il dubbio o la paura si precisano sempre di più, siamo noi stessi a trovare gli elementi che ci mettono in difficoltà.
Poi, chiaro, è tutto più complesso di così. E, come dicevo prima, alcuni aspetti, fondamentali, del proprio disagio sono personalissimi e non riconducibili ad esperienze altrui.

Sta a noi unire i puntini delle conoscenze che possiamo acquisire su noi stessi e sul doc e trovare il modo per stare meglio.
A questo proposito, aggiungo che hai fatto benissimo a non tornare neanche per un periodo a stare da tua madre. Evitare le situazioni che ci fanno paura o ci mettono ansia perché oggetto di timori ossessivi magari diminuisce l'ansia per un po' o ci sembra l' unica cosa sensata da fare , ma sul lungo termine rafforza dubbi e paure. Allontanandoti dalla tua compagna avresti agito coerentemente con la visione negativa e distorta di te dovuta alla paura (alimentandola, confermandola), non alla realtà. Bene così perciò, anzi benissimo :)

E niente, ti auguro di nuovo che vada meglio con l'ansia e i pensieri.
Ciao :)

Davide
"Tutto quel che ho di me
Non vale il poco che tu hai di me."

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