COPPIE GAY FRAGILI

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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COPPIE GAY FRAGILI

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 7 settembre 2022, 18:16

Caro Project,
permettimi di sfogarmi un po’ perché non so proprio con chi farlo. Se non lo faccio mi tengo tutto dentro e scoppio. Quando uno ha un ragazzo e le cose con quel ragazzo procedono bene pensa di potersi dire soddisfatto, e sul momento lo è, ma il tempo passa, passano i mesi e gli anni e le persone cambiano, non dico solo lui ma anche io. Cambiano anche i rapporti e piano piano ti rendi conto che hai costruito sulla sabbia e che il tuo mondo sta franando. Non è un crollo immediato e inatteso ma una frana lenta e inesorabile, un graduale ma inarrestabile (almeno sembra) cedimento progressivo: una incomprensione di fondo emersa per un attimo e poi seppellita dalle preoccupazioni del quotidiano, una telefonata che non c’è stata ma che era attesa, una dimenticanza che si presenta per la prima volta, ecc. ecc..
Io registro in particolare una tendenza anche mia ma più sua che mia a metterci i puntini sulle i, a sottolineare le cose che non vanno, a parlare troppo, a giudicare troppo, a non condividere pezzi di vita sempre più grandi, a pensare senza dirlo che andare avanti non ha senso e che sperare in una inversione di tendenza è solo una pia illusione che tende a nascondere il senso del fallimento affettivo. È uno stillicidio esasperante, piccole cose, è vero, ma spie di cambiamenti in atto. Uno potrebbe dire: lui se ne sta trovando un altro! Ma non è così. In altri periodi ci sono stati altri di mezzo ma la situazione era di per sé positiva, adesso non ci sono altri, ma qualcosa si sta sgretolando comunque. Certe volte vediamo insieme la tv e io mi devo trattenere dal fare un commento che mi sembrerebbe appropriato perché, se lo faccio, vengo immediatamente rimbeccato, quello che dico è banale, è sbagliato, è da complessato o è palesemente una stronzata. Noi conviviamo da più di 5 anni e io mi chiedo: se non gli vado bene perché non se ne va? Facciamo un discorso chiaro e poi ciao! Ma lui non se ne va, e non resta per motivi pratici o di convenienza economica, perché ha un lavoro molto più pagato del mio che lo stressa molto, anche se lui minimizza. Non mi schiavizza, condividiamo il lavoro di casa e lui fa la sua parte, ma abbiamo modi di fare molto diversi anche nel fare le stesse cose. Io ho la mania della pulizia delle stoviglie della cucina e le risciacquo bene per non lasciarci il detersivo. Lui mi vede fare così e attacca la storia che io spreco l’acqua. Faccio il bucato solo col detersivo, e con un detersivo non profumato, senza ammorbidente, questo per non aggiungere altri prodotti chimici e lui mi dice che quando faccio il bucato io il bucato puzza e io gli rispondo che quando lo fa lui le lenzuola non si possono usare perché puzzano di deodorante lontano un metro. Ovviamente queste sono tutte stupidaggini. Certe volte esce la sera e torna tardi, ha addosso una puzza di fumo che non ti dico, gli dico che non deve fumare e spergiura che non ha fumato e sono solo fissazioni mie. Nota che a casa non fuma mai! Dove è andato? Chiederglielo sarebbe un delitto di lesa maestà! Sì, stai pensando che in fondo un altro ce lo potrebbe avere, e che io non voglio vedere le cose più evidenti. Se anche fosse non mi sconvolgerei, è successo altre volte e me lo ha sempre detto. Tu mi potresti dire che questa volta non me lo ha detto perché è una cosa veramente importante. Forse è vero, ma se fosse così non avrebbe motivi per perdere tempo, potrebbe andarsene con quell’altro pure domani. E poi, quasi incredibile, tra noi il sesso va bene, forse c’è rimasto solo quello di ancora veramente spontaneo da parte sua e anche, pure se non al 100%, da parte mia.
Oggi posso dire di avere proprio la luna di traverso. Lui è stato al lavoro tutta la mattina, io invece lavoro dalla tarda serata. Mi ha chiamato due volte dopo che è uscito dal lavoro. Non ti nascondo che quando ho visto la sua chiamata sono stato contento, era una cosa poco usuale e molto gradita, ma mi ha parlato solo di lavoro, poi ha chiuso perché gli è arrivata un’altra chiamata. Io lo aspettavo a casa e avevo preparato il pranzo. Ho aspettato … ma lui non è venuto e non ha nemmeno avvisato. Quando mi ha chiamato la seconda volta io mi aspettavo che mi spiegasse che cosa era successo. Gli ho chiesto che cosa fosse successo e ha continuato a parlare d’altro. Quando ho chiuso il telefono mi sono detto: ma io avevo in progetto di fare un’unione civile con lui … per fortuna che non mi sono fatto prendere dall’entusiasmo! Lui dice che sono frustrato, forse è vero e me ne vanto! È la mia vita! Adesso il problema si prospetta essere uno solo, lui non si aspetta proprio che io sia arrivato al limite di rottura. Fosse per me, azzererei tutto da domani, ma viviamo insieme nella stessa casa e i problemi ci saranno comunque e forse proprio in funzione di quei problemi, io continuo ad abbozzare, ma mi sto preparando mentalmente a chiudere questo capitolo. Temo che lui cerchi di recuperare la situazione ormai in pezzi e temo soprattutto di non essere così determinato tanto da cedere alle sue promesse. È un brav’uomo ma non va bene per me e alla fine stare soli e meglio che stare in una situazione che somiglia a una coppia solo nella forma.
Tu che faresti Project?

Alyosha
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Re: COPPIE GAY FRAGILI

Messaggio da Alyosha » mercoledì 7 settembre 2022, 23:04

Non lo so al di là della frustrazione di fondo credo che tante cose andrebbero ridimensionate. Tra le righe si legge una quotidianità anche piuttosto gradevole da ascoltare (almeno per me che convivo da 9 anni con il mio compagno). Sono assolutamente consapevole che le emozioni espresse sono di profonda delusione e scontentezza, ma non vedo una relazione così al capolinea come viene descritta in un momento di particolare sconforto. Purtroppo avvitarsi in discussioni di principio è una cosa che capita nelle coppie, così come i batti becchi quotidiani, che potrebbero stupire dall'esterno per la banalità, ma non sconvolgono nessuno che abbia esperienza di convivenza . Uno pensa sempre ai massimi sistemati quando si immagina dentro una relazione di coppia, poi nei fatti i disagi sono concretissimi e i motivi di scontro persino banali.
Si legge però un interesse da parte tua e una delusione per il fatto di sentirti sempre un po' nella periferia dei suoi interessi. Però forse sei troppo severo in questa visione. Infondo parli di una persona che ti chiama al telefono per raccontarti dei suoi problemi a lavoro, non di uan che non si fa mai sentire e si fa la sua vita. Non capisco perché ti arrivi solo la parte in cui ti senti messo in secondo piano, legittima per carità, e non anche quella in cui sei comunque un punto di riferimento per lui. Magari sarà anche una persona un po' ritirata su se stessa probabilmente, che fa qualche fatica a comunicare ad un livello più profondo (questo non lo so, tiro a indovinare).

Tutte queste cose non le scrivo nell'idea che sia più saggio restarci, scelta che va da sé debba prendere tu, ma solo nell'ottica di ridimensionare un po' il senso di questa catastrofe e di questo franare. Chiudere un rapporto in tutti i casi non sarebbe un fallimento, anzi piuttosto vero il contrario. Sarebbe un atto di estrema maturità se si riconosce che non ci sono più le condizioni per andare avanti in maniera costruttiva. Rivalutare il senso della relazione, di questi 5 anni, per l'importanza che hanno avuto è una cosa estremamente importante da fare a prescindere da quello che si sceglie di fare.

Quello che più in generale penso è che i rapporti vadano protetti, anche da noi stessi, finché si vivono in modo positivo (pur nelle difficoltà) e come un elemento di forza nella propria vita, finché persiste una stima di fondo della persona che "salva" l' immagine del partner ai nostri occhi. Molti credono che sia l'amore che tiene insieme i rapporti o l'attrazione fisica. Nella mia personale esperienza credo che quello che resiste è la stima, il rispetto e l'ammirazione. Quello che quindi vale la pena chiedersi come scelta di fondo è, dal mio punto di vista, se la relazione ha un effetto positivo nella propria vita oppure al contrario se non la sta limitando e svilendo, anche rispetto al quadro complessivo di quello che ci sta intorno (sclete alvorative, amicali ecc.).

Se il quadro tutto sommato tiene non avrei paura delle liti frequenti sulle minuzie o dei momenti nei quali ci si sente messi da parte perché l'altro sta vivendo una fase complessa. Se al contrario le liti sono l'unica cosa che rimane insieme al senso di rassegnazione per tutte le cose che potrebbero accadere e non accadono, allora tempo che la decisione sia già stata presa.

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