DISSOLUZIONE DI UNA RELAZIONE GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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DISSOLUZIONE DI UNA RELAZIONE GAY

Messaggio da progettogayforum » domenica 21 maggio 2023, 13:08

Caro Project,
ti propongo un tema che in pratica non è stato affrontato quasi mai nel forum, ma che penso che, prima o poi, entri a far parte dell’esperienza di tutti. Parlo del raffreddamento delle relazioni gay, non della rottura esplicita, che è oggettivamente una cosa molto diversa, ma proprio del raffreddamento. Ti innamori, o qualcosa di molto simile, arrivi anche a costruire una relazione, anche sessuale, che all’inizio almeno ti sembra molto coinvolgente, poi il tempo passa e ti rendi conto che, piano piano, la relazione, anche se non viene meno, perde interesse, ci si vede di meno, ci si sente di meno, ognuno comincia a pensare ad altro, non dico ad altre relazioni, ma anche solo a pensare di più al lavoro, agli amici e a mantenere un rapporto con la famiglia di origine. Se all’inizio una pausa anche di un paio di giorni era vissuta come una privazione, dopo si accettano come cose assolutamente ovvie assenze lunghe, vere e proprie sparizioni. Non c’è mai stata una rottura, è proprio la relazione in sé che perde mordente e piano piano diventa più evanescente. La sensazione, da quello che provo io in una situazione del genere, non è dolorosa e nemmeno sgradevole, la si accetta come un puro fatto e si rinuncia a priori a qualsiasi tentativo di recupero. Direi che viene meno proprio l’idea di costruire qualcosa in comune. Non c’è la sostituzione di una relazione con un’altra, ma si comincia a rivalutare la vita da single, che dopotutto non è così male. Non c’è trauma, non c’è niente che si spezza, non ci sono frustrazioni, semplicemente ci si rende conto che una cosa che era stata concreta, si trasforma piano piano in un ricordo, anche in un ricordo gradevole, ma comunque in qualcosa che ormai appartiene al passato. Qualche volta, se dall’altra parte c’è magari un minimo tentativo di ricostruire, si lascia cadere quella possibilità, perché rimettere in giro i fantasmi non ha molto senso. Il ragazzo che è stato il centro dei tuoi pensieri si allontana e nemmeno te ne accorgi. Il processo del raffreddamento è lento ma inesorabile. Non si perdono i rapporti, quelli, in qualche modo possono anche continuare, addirittura i rapporti sessuali possono continuare, ma il senso di queste cose cambia, l’urgenza di queste cose cambia. L’amicizia, la stima e anche l’affetto si possono benissimo conservare, ma alla fine ci si rende conto che l’altro ha una sua strada da seguire e che bisogna lasciarlo andare: la logica delle cose è più forte delle intenzioni o della buona volontà dei singoli. E così una relazione che era stata coinvolgente e fondamentale, diventa un’amicizia, quando va bene, o un’amicizia più o meno formale. È un po’ una presa d’atto che a questo mondo tutto è transitorio e che l’amore eterno esiste solo per la poesia ma non ha niente a che vedere con la realtà. Può anche darsi che queste sensazioni di distacco derivino semplicemente dal fatto che si vive un’altra età della vita, che non saprei se definire età delle disillusioni o del realismo. Non mi sento ancora vecchio, sono solo a 35, però gli entusiasmi li ho visti spegnersi anno dopo anno. Il mio compagno o ex-compagno (non so nemmeno come considerarlo) mi dice che queste sensazioni passeranno e che se convivessimo le cose sarebbero molto diverse, ma se abbiamo scelto di non convivere una ragione profonda ci dovrà pure essere. Fondere le nostre vite con un patto quasi matrimoniale? Ma quando poi la relazione si raffredda, che cosa ci resta? Ci resta un legame formale derivante dal fatto che le nostre vite pratiche sono in qualche modo interdipendenti, ma mi chiedo se una cosa del genere sia meglio del semplice andare senza traumi ciascuno per la propria strada. Adesso, per esempio, tra noi si parla poco e proprio per questo non ci sono incomprensioni. Ognuno vive del ricordo del mito di quello che è stato, aspettando che la relazione segua il suo percorso naturale di raffreddamento. Gli voglio bene, lo rispetto, sono convinto che sia una ottima persona, ma quello che ci ha unito qualche anno fa non esiste più. Quando lo sento al telefono mi sento quasi in imbarazzo, perché non so che dire e percepisco che per lui è esattamente lo stesso e alla fine prevale l’idea di sentirsi poco o pochissimo e di non lanciare mai proposte. Ciascuno rimprovera l’altro di non farsi sentire ma nessuno dei due prende un’iniziativa al di là di quello che è dovuto e scontato, come gli auguri di Natale e di Pasqua, o per il compleanno o per l’onomastico. Nessuno dei due si è costruito un’alternativa, o ha cercato di costruirsela. Almeno io non l’ho fatto e penso molto concretamente che non lo abbia mai fatto nemmeno lui.
Non so se altre persone sono passate per esperienze del genere e mi piacerebbe sapere che cosa ne pensano. Se ti va, metti la mail nel forum e vediamo se qualcuno risponde o devo sentirmi proprio una mosca bianca.

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