QUANDO UN CONTATTO GAY NON SI PERDE

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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COPPIE GAY E FAVOLE

Messaggio da progettogayforum » martedì 19 dicembre 2023, 21:10

Ricevo e pubblico. Project

Caro Alberto, a te è andata bene, ed è pure tutto da vedere, “adesso” sembra che sia andata bene. Anche io ho avuto un ragazzo per anni e poi ci siamo separati, quindi c’è stato il solito gioco di avanti e indietro per qualche mese, ma inevitabilmente è finito tutto in meno di un anno. Ho solo dovuto prendere atto che era proprio cambiata la musica, si è trovato un altro ragazzo, che io non ho mai visto, e la sua vita è entrata nell’orbita di quel ragazzo. Tutto quello che c’è stato prima si è praticamente dissolto nel nulla, come se non fosse mai esistito. Mi cercava quando non aveva altre occasioni sotto mano, ma quando poi le occasioni gli sono capitate ha scelto quello che gli pareva meglio. Ha continuato a chiamarmi ma solo perché se la nuova storia non fosse andata bene avrebbe avuto comunque la ruota di scorta per andare avanti lo stesso fino a che non si fosse presentata una nuova occasione importante. Non lo biasimo per questo, cerca di realizzare il massimo utile, è la tipica logica aziendale. Mi chiama, parliamo di mille cose, lui sa benissimo che parliamo solo per passare un po’ di tempo che non saprebbe come passare e in fondo lo so pure io e lo accetto. Io non ho un altro ragazzo, ma non è un merito o una forma di fedeltà nei suoi confronti, è solo che non l’ho trovato, ma potrei trovarlo anche domani, e se succedesse non so se mi ricorderei ancora di lui, non lo so proprio. Certo mi sento la ruota di scorta, il tappabuchi che può pure andare bene, se non c’è di meglio. Io non cerco di rimettere in piedi la storia con lui, perché di fatto una storia vera non c’è mai stata e in fondo non si può nemmeno pretendere che le cosiddette storie vere esistano. La coppia è un mito, la tipica favoletta nella quale siamo indotti a credere perché sembra una cosa bella, seria, dolce, ecc. ecc., ma la vita vera non è una favola e bisogna mettersi in mente che, al di là delle illusioni nelle quali ci si può invischiare anche per tutta la vita, le favole bisognerebbe proprio metterle da parte. Non è un rifiuto dell’affettività ma la costatazione che è una cosa effimera, può anche essere vera, ma proprio perché è spontanea dura lo spazio di un mattino, poi la bolla di sapone scoppia ma non si smette per questo di fare bolle di sapone, anzi si fa di tutto per fare una nuova bolla di sapone più grande e più bella della prima, illudendosi che quella durerà, che se tutte le altre non sono durate quella nuova è diversa ed è destinata a durare. Mi chiedo perché sia così diffusa l’idea che bisogna per forza stare con qualcuno, che bisogna per forza amare qualcuno. Basta non odiare, e sarebbe già molto, ma perché illudersi di amare e di essere amati? Perché sforzarsi di dare un senso alla vita? Perché darsi da fare per anni correndo dietro alle farfalle? Certo, rinunciare a priori può sembrare assurdo, perché uno pensa che la vita vada riempita di qualcosa o meglio di qualcuno, o dell’illusione che esista un qualcuno. Capisco che quando uno è molto giovane non vede l’ora di mettersi alla prova e di verificare di persona se i sogni che gli altri o alcuni altri dicono di avere realizzato, sono veramente possibili, e così si dà per scontato che lo siano. Poi il tempo passa, passano gli entusiasmi, si riducono e si banalizzano, ti rendi conto dell’ipocrisia altrui e della tua che non è da meno e piano piano cominci a scardinare l’idea che essere in due è meglio! Perché quando parlo col mio ex parliamo solo di banalità? La risposta è ovvia, perché lui ha in mente la sua visione del mondo e del futuro e io ho la mia e sono due visioni lontane, io non faccio parte dei suoi progetti e lui non fa parte dei miei. Se ce lo dicessimo schiettamente in faccia ci troveremmo a disagio in due, e allora si recita a soggetto, si fa finta di essere contenti di sentirsi, come se si potesse essere contenti di sentirsi per parlare del nulla, come avviene sistematicamente ogni giorno. Una volta finito il fascino della scoperta e tramontata la pia illusione che “lui” ti possa cambiare la vita, si salva la faccia parlando di cronaca o di politica per scoprire che anche su quelle cose le nostre visioni sono lontanissime se non opposte. In qualche modo posso capire che dopo che si è presa la prima mazzata si voglia cercare di ricucire anche le storie che non stanno in piedi, ma se questa tendenza al ripescaggio si ripete dopo la seconda o la terza mazzata, beh, allora vuol dire che uno se la va proprio a cercare, che non è uscito dal mondo delle favole e dalla dipendenza affettiva. Pure io mi sono illuso di avere trovato l’uomo ideale e ci ho creduto, ma poi ho cominciato a togliermi le fette di prosciutto dagli occhi e mi sono detto: “Ma se vuole andare per la sua strada è bene che ci vada, è bene per lui e per me. È una cosa della quale posso solo essere contento.” Non ci sono state scenate, niente di tutto questo, ci sentiamo ancora, ma il tempo delle mele è passato, semplicemente siamo due ex che non si sono tirati i piatti. Che c’è rimasto? Un po’ di esperienza in più. è stato come prendere un antidoto o fare una vaccinazione contro le favole. Io lo rispetto, come rispetto chiunque, non lo odio, perché altrimenti dovrei odiare anche me stesso, ormai per me è una voce nel coro indistinto di mille altre voci, la sua individualità non mi interessa più. Non mi sento tradito, mi pare soltanto che le cose siano andate meccanicamente nell’unico modo in cui potevano andare. Rimpianti? No! Adesso ho riconquistato il mio tempo e la mia libertà. Non lo chiamerò a Natale, se mi chiamerà lui risponderò educatamente e gli dirò che sono molto contento di sentirlo, anche se la cosa per me è ormai del tutto indifferente, ma se non mi chiamerà sarà solo un ulteriore passo verso l’archiviazione anche formale di una storia già archiviata da tempo. Chiedo perdono a Alberto per questo sproloquio improvvido, perché è Natale e a Natale tutti dovrebbero essere più buoni. Spero che il Natale sia buono per tutti, per me lo sarà, con una preoccupazione di meno. Augurare un buon 2024 è sparare grosso! Ma buon anno a tutti lo stesso!
Enzo

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HO VISTO IL MIO EX FELICE CON UN ALTRO

Messaggio da progettogayforum » martedì 30 gennaio 2024, 3:14

Caro Project,
mi è successa una cosa che non mi aspettavo proprio e che non posso raccontare a nessuno, altrimenti mi prenderebbero per pazzo, e allora la racconto a te, in forma anonima, se vuoi la puoi mettere del forum. È tutto molto semplice, oggi sono uscito dal lavoro e ho fatto una passeggiata in centro e ho visto il mio ex che stava con un altro, lui non mi ha visto, ma io li ho seguiti per un po’, ti giuro che sono stato contento perché l’ho visto contento, non ho provato nessun senso di gelosia, si vedeva che erano contenti di stare insieme, scherzavano, giocavano, erano proprio una bella immagine, l’immagine di due che stanno bene insieme. Sono rimasto in qualche modo in contatto col mio ex, qualche volta mi chiama, c’è un po’ di imbarazzo, ma c’è anche il piacere di sentirsi. Quando l’ho visto, non ero contento perché mi ero scaricato di lui, no, ero contento di vederlo così, di vederlo scherzare e giocare. È un bravo ragazzo e in fondo si è comportato bene anche con me, ci si capiva e in un certo senso ci si voleva anche bene, ma questo non bastava a farlo felice e non bastava nemmeno a me perché non lo vedevo felice, e allora ha cominciato a prendere le distanze, senza mai sparire del tutto, forse sparirà tra qualche tempo, perché coinvolto in altre storie, ma fino adesso non è sparito del tutto. Ogni tanto ripenso a lui, a tutto l’arco della nostra relazione, agli inizi entusiastici e poi al lento raffreddamento dei rapporti, perché in effetti siamo molto diversi. Di lui conservo un’immagine positiva, in fondo ha riempito anni fondamentali della mia vita, si è realizzato a livello professionale e, adesso, anche a livello affettivo, spero che si possa rimanere amici, almeno alla lontana, se poi non succederà non gliene farò una colpa, ciascuno deve seguire la sua strada, lui ha condiviso con me un pezzo della sua strada e lo ha fatto onestamente, poi le nostre strade si sono separate, spero veramente che sia felice, perché lo merita.

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Re: QUANDO UN CONTATTO GAY NON SI PERDE

Messaggio da progettogayforum » martedì 6 febbraio 2024, 22:26

Ciao Project,
ho letto il post di quello che è contento perché ha visto il suo ragazzo con un altro, francamente pure se è bello e altruistico è pure masochistico. Ci saranno pure dei casi in cui ha senso reagire come ha scritto quel ragazzo, ma farei di tutto per non arrivare a questo punto. Mi spiego meglio, prima farei di tutto per tenermi il mio ragazzo, per farlo stare bene con me, perché se cerca un altro in fondo vuol dire che con me non sta bene, ma poi, se vedessi che ha proprio bisogno di stare con un altro, beh, forse lo accetterei ma non mi metterei da parte. Se un ragazzo lo ami veramente un posticino accanto a lui lo vuoi comunque, perché di lui ti piace tutto e se non sarà il tuo ragazzo, lo vuoi almeno come amico, sarà un ruolo di serie B ma io non ci rinuncerei comunque e poi chissà può pure darsi che si sveglia, che si accorge che io ci sono e ci ripensa e si rimette con me. Può essere? Secondo me sì, potrebbe pure essere, certo pure io non assumerei atteggiamenti perentori o di aut aut, ma se un ragazzo mi interessa mi interessa e non lo mollo, non lo mollo anche perché (forse sono presuntuoso) penso comunque di poter fare qualcosa di buono per il ragazzo che amo. Io e il mio ex ci siamo lasciati, cioè ci siamo allontanati, ma lui mi fa ancora un effetto fortissimo e penso pure io a lui, magari non proprio così forte ma si accorge eccome della mia presenza, perché io lo faccio sentire amato, quando ci siamo separati lui si era messo con un altro, ma poi l’ha mollato ed è rimasto solo, perché lui ha bisogno di coccole, cioè di coccole e di sesso, mentre a quell’altro le coccole gli facevano schifo e allora bene gli sta. Ti metti con uno e non capisci quello che lo fa stare bene e alla fine quello ti pianta, non fa una grinza! Adesso il mio ex sta solo e certe volte mi fa certe telefonate che mi fanno più effetto di quando stavamo insieme. Ci siamo capiti! Gli amici mi dicono che non ho carattere, che non mi faccio valere perché gli corro sempre appresso e mi dicono che ho un comportamento da femmina, ma sono stupidi forte e pure delle donne, loro che sono etero, c’hanno un concetto tale che se fossi una donna io li prenderei a calci dove dico io. Le ragazze loro sono stupide perché non li mandano a quel paese! Io penso che se uno vuole bene a un altro alla fine deve pure cedere, se vuoi fare sempre il duro, poi fai la figura dello stupido. Pro, se mi metti la mail al forum e la vede “lui” mi sa che gli fa piacere! Perché lui non è stupido per niente e non mi ha mai trattato di me.da come loro.

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Re: GAY E RITORNI INATTESI

Messaggio da progettogayforum » domenica 25 febbraio 2024, 18:34

Ciao Project, ti mando il resoconto di un fatto vero che mi è accaduto ai primi di febbraio. Io ho 37 anni, tanti, lo so, ho passato anni, e anni tutto sommato belli, in una storia con un ragazzo che mi aveva colpito moltissimo e, cosa strana e inaspettata, era attratto da me, abbiamo vissuto insieme esperienze molto importanti, lui è bello, intelligente, a qualcuno sembra qualche volta un po’ strano, è successo anche a me, ma ero innamorato di lui e, in fondo, le stranezze mi sembravano (ed erano) molto relative, probabilmente agli occhi di tanta gente io sarei stato molto più strano di lui, magari per ragioni diversissime. Poi, poco prima del covid, un po’ per orgoglio e un po’ per stupidità, abbiamo lasciato che la cosa lentamente e quasi inavvertitamente passasse in secondo piano e finisse per essere rimossa e sostituita, sia per lui che per me, da altre storie che sembravano importanti. Non ci siamo lasciati in modo esplicito, solo pause lunghe, poi sempre più lunghe, ma niente più di questo, ogni tanto ci si risentiva ma sembrava che il tutto ormai si fosse ridotto a uno scambio di cortesie e di rispetto, il che non è poco, ma in confronto a quello che c’era stato prima sembrava proprio un abbassamento radicale di livello. Io non l’ho mai dimenticato e penso che neanche lui mi abbia mai dimenticato. Ci volevamo bene, ci capivamo, tendevamo a sottolineare le nostre diversità e a rivendicare la nostra reciproca autonomia, allora avevamo quasi la paura di finire a dipendere uno dall’altro e avevamo anche in mente che pure se il nostro incontro era stato positivo, avremmo benissimo potuto, sia lui che io, incontrare altri ragazzi e non volevamo perdere delle possibili occasioni, ci sembrava che il nostro stare insieme non fosse poi così magico e che ci sarebbe potuto essere anche di meglio, ragionavamo su cose molto teoriche, accentuavamo le nostre differenze ma in fondo eravamo molto simili. Tra noi i discorsi sono stati sempre molto espliciti e diretti, anche e soprattutto quelli legati al sesso, cioè ci siamo detti sempre tutto, anche le cose più difficili da raccontare, e questo fatto, cioè il giocare a carte scoperte, è stato fondamentale. Quando dico che ne ero innamorato intendo che lui esercitava su di me un fascino fortissimo, voglio dire anche un fascino sessuale fortissimo, lo sentivo profondamente in sintonia con me anche dal punto di vista sessuale, se non in tutto quasi, pure se lui non era dello stesso parere. Io nel sesso sono molto selettivo, devo stare con uno che mi vuole bene, non c’è bisogno che me lo dica, anzi mi può pure dire il contrario, come faceva lui, ma io devo essere convinto che mi voglia bene, devo stare con uno che mi capisce e che io considero un ragazzo come si deve, se no, è meglio che resto solo. E lui era così. Pane al pane e vino al vino! Niente trucchi e bugie, queste cose non erano compatibili col suo dna. Non nego che questo lato del suo carattere ha significato moltissimo per me. Io ho fatto sesso solo con lui, in un certo senso suona strano ma è così, dico in un certo senso perché quando ci siamo conosciuti eravamo proprio ragazzi e ci siamo messi insieme praticamente subito e quindi in teoria almeno c’erano poche tentazioni perché bastavamo a noi stessi. Non puoi pensare a un altro quando puoi fare sesso ogni giorno o quasi col tuo ragazzo, ma in realtà non ho mai avuto nessuna tentazione di creare un contatto sessuale con un altro, quando altri ci hanno provato con me mi sono detto, cioè ne ho avuto la prova, che lui è proprio di un altro livello. Ma andiamo avanti. Tra noi, in altri anni, c’era stato tanto sesso e molto gratificante, era una cosa vera, seria, c’era un affidamento reciproco e un equilibrio sostanziale, qualche crisi, qualche incomprensione, ma poi si risolveva tutto. Lui non è tipo che ti porta il broncio e che si vendica, ti dice la sua, ti fa capire che c’è un problema ma il problema mira a risolverlo e in ogni caso non è uno che tende a mettere da parte le persone che sbagliano. Io ero entusiasta di lui proprio in tutti i sensi (e penso che si sia capito) e lui mi cercava in continuazione. È andata avanti così per anni, ma nonostante tutto questo il distacco c’è stato, diciamo che a giugno 23 già si percepiva qualche consistente scricchiolio nella nostra relazione, tipo ci si vedeva meno e quando ci si vedeva emergeva qualche incomprensione, poi, dopo Natale, a gennaio 24, ero arrivato alla conclusione che ormai il rapporto con lui non fosse più recuperabile, anche se il solo pensarlo mi faceva sentire stranito, perché non sapevo trovare una motivazione sensata di questi cambiamenti. Andava tutto bene e nonostante tutto la distanza tra noi era progressivamente aumentata fin quasi al perdersi di vista. Il 2 febbraio mi manda un SMS inatteso: “come stai?” Io non mi accorgo del messaggio e passano due giorni, finalmente vedo il messaggio e cerco di rispondere in modo affettuoso e manifestando interesse. Lui mi risponde. Dopo i primi tre o quattro sms ormai è chiaro che ci stiamo riprovando e che la volontà di riuscirci c’è da tutte e due le parti. Mi dice che ha avuto qualche avventura, anzi è una delle primissime cose che mi dice, penso per tastare il terreno, lui non finge mai. Gli rispondo che, conoscendolo, penso ne abbia avute parecchie. Una volta mi ha raccontato che un amico era andato a trovarlo e ha aggiunto “e quella volta non abbiamo nemmeno fatto sesso!” perché per lui fare sesso con gli amici è la regola! Forse sono io che lo penso o estremizzo, magari non è la regola ma qualche volta succede. Lo scambio di sms è andato avanti per un paio d’ore, abbiamo parlato di sesso ricordandoci delle cose bellissime che abbiamo vissuto insieme e ne abbiamo parlato in modo totalmente esplicito. Era evidente che quelle cose erano rimaste nella sua memoria esattamente come erano rimaste nella mia. Poi mi ha chiesto se ero in erezione e gli ho detto di sì e gli ho chiesto se per lui era lo stesso e mi ha detto di sì, ma ha aggiunto: “Ti dà fastidio?” io gli ho risposto con una faccina sorridente con la lingua fuori come segno di complicità. Si è sentito incoraggiato ed è andato avanti. Lui ha alcune fisse in materia di sesso, che per lui sono fondamentali e per me non lo sono affatto, sono cose che so benissimo da anni, ma lui me le ha riproposte esplorando il terreno. A un certo punto mi ha chiesto: “Ma non resti scioccato da queste cose?” Gli ho risposto: “No! Ti piace il sesso, ma questo lo so da anni! E piace pure a me! Non ci piacciono “esattamente” (detto con enfasi) le stesse cose ma di argomenti comuni ce ne sono una marea!” Mi ha chiesto: “Ma queste cose non ti danno fastidio?” E gli ho risposto che le cose che non sopporto sono altre e sono poche: la violenza, la prevaricazione, il fare del male agli altri, ma fare sesso, quando è fatto di comune accordo, non vedo che cosa possa avere di male. Alla fine mi ha detto: “Domani mattina passo, se non hai da fare.” Gli ho detto che ero contentissimo e la cosa indubbiamente gli ha fatto piacere. L’ultima volta che avevamo fatto sesso era stata prima di Pasqua 23, per me era stata l’ultima volta che avevo fatto sesso in assoluto, erano passati tanti mesi, il ricordo era positivo, ma sapeva troppo di ricordo di un passato ormai superato, per essere vissuto con una vera partecipazione, e avevo fatto di tutto per abituarmi all’idea che non lo avrei più rivisto. Insomma, il due febbraio scorso, finito lo scambio di sms, l’idea che l’indomani lo avrei rivisto e che “ovviamente avremmo fatto sesso insieme” mi mandava in orbita, ero costantemente in erezione e per uscire di casa dovevo mettere la testa sotto l’acqua fredda e cercare di distrarmi in tutti i modi. In un certo senso non vedevo l’ora, ma avevo anche paura che potesse accadere qualcosa tra noi che potesse rovinare quell’incontro e impedirci di ricostruire il nostro mondo. Avevo avuto la netta sensazione di essere ancora importante per lui, ed era lui che mi aveva cercato. La mattina presto del tre febbraio mi manda qualche messaggio piccante, il che personalmente mi stava benissimo ma rischiava di procurarmi qualche imbarazzo del tipo che ho descritto prima. Io mi preparo cercando di farmi bello nei limiti del possibile. Mi aveva detto che sarebbe arrivato verso le undici, ma alle 9.10 mi chiama e mi dice: “Sto qua sotto, che faccio, salgo?” gli dico “certo” e gli apro il cancello. Non lo vedevo da diversi mesi, quando entra mi sembra proprio bellissimo ma si schermisce, mi dice solo: “Vatti a preparare!” Io vado in bagno a darmi un’ultima rassettata, quando entro nella stanza da letto (è un letto doppio e lui si mette sempre dalla stessa parte) lo trovo nudo sul letto che mi fa segno di stendermi vicino a lui, mi spoglio anche io e mi sdraio accanto a lui. Il resto penso che più o meno tutti se lo possano immaginare. Sia per me che per lui era un modo di ritrovare “il nostro mondo vero” quello che non può essere sostituito da niente altro, non era solo una questione di sesso era un rendersi conto che c’eravamo ancora uno per l’altro e che il nostro mondo aveva superato un’altra prova. La partecipazione al sesso è stata fortissima, anche perché ci conoscevamo a fondo anche da quel punto di vista, l’abbracciarsi e l’accarezzarsi trasmetteva la sensazione di avere veramente tra le braccia il tuo ragazzo. Insomma, è stato uno dei momenti più intensi della vita, ma la cosa non si è fermata al sesso. Prima di andare via ha fatto una cosa che non aveva mai fatto prima: mi ha chiesto di accompagnarlo fino alla macchina, e la macchina era parcheggiata parecchio lontano, quindi abbiamo anche fatto una passeggiatina insieme, poi mi ha detto: “Sali in macchina che ti riaccompagno a casa.” E lo ha fatto. Quando mi ha lasciato sotto casa mia mi ha detto: “Ti chiamo presto!” e ci siamo lasciati così. Il mio ragazzo, adesso lo chiamo di nuovo così, ha dato un senso alla mia vita, è problematico, nevrotico e complicato ma per me è il massimo. Provo di nuovo la sensazione che la mia vita è profondamente legata alla sua, provo di nuovo la sensazione di un contatto totale di un volersi bene che non ha nemmeno bisogno di dichiarazioni perché è evidente nei fatti. Il nostro bisogno reciproco è evidente. Ci abbiamo messo anni a creare il nostro equilibrio ma adesso c’è. Dal 2 febbraio in effetti sono passati pochi giorni e ci siamo rivisti altre tre volte (praticamente tutte le settimane) e le ultime due volte abbiamo passato insieme due giorni e ha dormito da me. Certe volte mi parla dei suoi sogni o del suo lavoro e lo ascolto come un oracolo, altre volte ce ne restiamo a letto abbracciati al caldo sotto le coperte, senza parlare, solo sentendo uno il calore dell’altro, cuciniamo insieme, laviamo i piatti insieme, facciamo la spesa insieme, ci sentiamo una famiglia ed è una sensazione di sicurezza bellissima!
Tom87

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IL MIO RAGAZZO

Messaggio da progettogayforum » lunedì 26 febbraio 2024, 22:19

Ho conosciuto il mio ragazzo tramite Progetto quando avevo 23 anni, abbiamo parlato un po’ in chat, senza video, solo a voce, il feeling è stato immediato e reciproco, di lui mi colpiva immediatamente la voce, una voce che istintivamente associavo al tipo di ragazzo che avevo sempre sognato, è andata avanti così per un po’, mano mano le chat si allungavano, non parlavamo di sesso ma del nostro sentirci ai confini del mondo e, ovviamente sapevamo di essere gay, avevamo entrambi un carico pesante di esperienze, soprattutto familiari e una notevole collezione di frustrazioni, ci abbiamo messo qualche mese per raccontarci tutto, sempre con la paura che andare avanti per quella strada potesse portare al crollo del rapporto che si stava creando. Siamo arrivati a dirci proprio tutto e a tirare fuori il peggiore senso di frustrazione nera, Passavamo ore in chat, dopo parecchio tempo mi ha chiesto se ci potevamo incontrare, perché abitavamo nella stessa città. Così ci siamo incontrati. Andando all’appuntamento vidi per strada un ragazzo bellissimo e pensai che non poteva certamente essere lui e che probabilmente sarei rimasto deluso, e invece era proprio lui. È cominciato tutto con un imbarazzo terribile, non mi sentivo alla sua altezza e pensavo che dopo quel pomeriggio sarebbe sparito e invece siamo rimasti a parlare per ore. Ci conoscevamo già bene attraverso la chat ma siamo rimasti a parlare fino a notte alta e l’ho visto anche piangere al ricordo di episodi particolarmente brutti e questa cosa mi si è stampata dentro, ci siamo scambiati i numeri di cellulare e mi ha detto che si sarebbe fatto vivo appena possibile, lavoro permettendo, perché anche se aveva 19 anni, lavorava per non pesare sulla famiglia, una famiglia che non sopportava, non la odiava, ma sognava di stare per conto suo, anche se sapeva che sarebbe stata una cosa impossibile a breve scadenza. L’ho visto piangere tante volte, e piangeva proprio di disperazione, non vedeva un futuro per sé, si sentiva destinato al disastro. Io ero incantato dalla sua intelligenza, non solo fulminante e lucida ma autonoma, sua, assolutamente lontana da pregiudizi e banalità. Ci si vedeva spesso e tra noi è arrivato anche il momento del contatto sessuale. Io non ho certo molta esperienza in queste cose ma posso dire che per lui il sesso aveva un valore enorme, proprio come modo di comunicare i suoi stati d’animo. Lui con me stava bene e a me la cosa sembrava quasi impossibile, era la realizzazione di quello che avevo sempre sognato. Aveva una assoluta dignità, era autentico, qualche volta mi rimproverava o restava male del modo in cui lo trattavo anche se io cercavo di trattarlo come meglio non avrei potuto, qualche incomprensione c’era, ma lui non era tipo di quelli che fanno le scenate, al massimo, dopo una serata passata insieme, se ne andava dicendo solo ciao, altre volte mi chiedeva di accompagnarlo a casa e ci lasciavamo con una carezza, non ha mai messo in crisi il nostro rapporto che qualche volta, per lui, non era proprio come lo avrebbe voluto, ma non è tipo che taglia i ponti, può sparire per un po’, ma poi ritorna. Ha conosciuto altri ragazzi e me lo ha detto e di questo sono rimasto colpitissimo e io d’altra parte capivo che poteva pure avere bisogno di altro. E anche per me questo fatto non era un motivo per interrompere il nostro rapporto, che è andato avanti comunque. Non mi sono mai sentito svalutato per il fatto che lui ha avuto altri ragazzi perché tra noi, di fatto, non è cambiato nulla e anzi gli altri ragazzi, vedendo che non tagliava i rapporti con me, finivano per andarsene e io ridiventavo il su unico o quasi punto di riferimento. Lui ha un merito grandissimo, quando si mette a fare qualcosa la fa in modo assolutamente serio. Si è iscritto all’università e si è preso prima la triennale e poi la magistrale e il prossimo anno penso che comincerà il dottorato, e ha fatto tutto da sé, perché ha unito intelligenza e volontà e per questo l’ho sempre ammirato: ha lavorato e ha studiato, anche adesso lavora part-time perché non sa se rientrerà nel dottorato (ma io penso che ce la farà certamente) e non vuole interrompere il rapporto di lavoro. All’inizio pensavo che la cosa fondamentale del nostro rapporto fosse il sesso, ma oggi la vedo diversamente. Anche lui all’inizio non sopportava i toni troppo affettivi che certe volte gli davano proprio fastidio, adesso non è più così, adesso che siamo più grandi gli sembra quasi naturale che tra due uomini ci possano essere dei contatti affettivi profondi. Qualche volta vado ad aspettarlo quando esce dal lavoro la sera, perché all’ora di pranzo sta coi suoi colleghi, la sera invece fa un po’ di straordinario e esce dal lavoro quando, in pratica, non c’è più nessuno. Siccome a casa sua nessuno gli prepara la cena, io lo aspetto con quattro super panini imbottiti due per lui e due per me e li mangiamo insieme, poi c’è il succo di frutta e poi lo riporto a casa, qualche volta, in pieno inverno, quando pioveva a diluvio o addirittura nevicava ce ne andavamo a fare l’amore in macchina in qualche parcheggio isolato, ma si poteva fare solo quando le condizioni del tempo erano proibitive, altrimenti poteva essere pericoloso. Voglio profondamente bene al mio ragazzo, mi fa sentire importante e desiderato, si fida di me, in fondo sa che gli voglio bene. Non è più angosciato dai brutti ricordi, adesso comincia a vedere che la sua vita, passo dopo passo, sta trovando la giusta direzione. Sento la sua presenza. Prima di conoscerlo pensavo di non essere nato per la vita di coppia, adesso non lo penso più, anche se la nostra relazione non ha molto della relazione di coppia classica, non viviamo insieme e credo che non vivremo mai insieme, tra noi se c’è un vincolo sta proprio nel fatto che ci vogliamo bene, io do per scontato che lui sia libero di fare quello che vuole e lui lo fa, ma questo non compromette nulla, non è mai sparito perché è entrato nell’orbita di un altro ragazzo, lui non entra nell’orbita di nessuno. Da lui ho imparato tantissimo, ho imparato la dignità e il coraggio, l’impegno e la sincerità, anche la sessualità, perché senza di lui non avrei mai capito il valore enorme del sesso a livello comunicativo, ma da lui ho imparato anche a non mettere i puntini sulle i, a non sentirmi mai superiore, a non covare risentimento e odio, a guardare lontano e non perdere la speranza. Ci siamo visti ieri e già mi manca, ma non devo asfissiarlo, so che deve lavorare e mi sta benissimo anche mangiare con lui i due panini la sera, tra l’altro è una cosa che lui gradisce moltissimo e mi dice che nessuno ha mai fatto cose del genere per lui. La vita è lunga (speriamo!) ma abbiamo messo le basi per una vita veramente in due, senza convivenza, e senza mille altre cose, ma con tanto amore.

Alyosha
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Re: QUANDO UN CONTATTO GAY NON SI PERDE

Messaggio da Alyosha » martedì 27 febbraio 2024, 12:56

Una bellissima storia che immagino riempia di soddisfazione anche Project. Gli esempi di coppie gay sono rari e quando si leggono certe storie il cuore si riempie di gioia. Spero davvero un giorno si arrivi alla reale normalizzazione. Al momento tante affermazioni di principio, ma basta raschiare un attimo lo smalto di superficie e trovi tutti i pregiudizi e le resistenze li dov'erano. Comunque tornando a noi. Sono molto contento per voi!

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IO NON SONO IL TUO RAGAZZO

Messaggio da progettogayforum » martedì 16 aprile 2024, 11:22

Ciao Project,
dopo aver letto tutta d’un fiato la discussione “Quando un contatto gay non si perde”, voglio dire la mia. Se c'è una relazione nella mia vita che non si è mai persa è quella col mio amico-compagno-partner (e ci si potrebbero aggiungere tante altre cose) che, pure se in tono apparentemente minore, è stato comunque l’unica presenza costante della mia vita e direi anche che senza di lui avrei fatto una vita certamente di livello umano parecchio più basso. Lui è più giovane di me di dieci anni e io non lo avevo mai considerato come un’ipotesi possibile ma è stato lui a cercare me, all’inizio, i primissimi tempi, credevo proprio che avesse preso un abbaglio, pensavo che sarebbe sparito molto rapidamente, ma non è sparito. La cosa quasi incredibile è che un ragazzo che avrebbe potuto scegliersi il meglio in assoluto, aveva cercato me. Io ho tentato più volte di allontanarlo, ma non si è fatto smontare e non è sparito. Ci siamo conosciuti quando lui aveva vent’anni e io ne avevo trenta. Devo precisare che lui ha avuto storie anche con ragazzi della sua età e alcune di queste storie erano cose molto serie nelle quali si sentiva profondamente coinvolto, ma non mi ha abbandonato per questo. In pratica non mi ha abbandonato mai. Il nostro rapporto non è mai stato semplice, c’erano incomprensioni, si arrivava al limite quasi di mandare tutto a rotoli ma non succedeva mai, alla fine, lui non si spingeva comunque in zona troppo pericolosa. La minaccia di sparire non fa parte del suo repertorio, è dato per scontato che qualsiasi incidente di percorso è solo un incidente di percorso e non una rottura. A dire la verità, per lui avevo un solo timore, quello che potesse scivolare nella depressione, in particolare quando una delle sue storie importanti andava a finire con una frattura insanabile. Quando succedeva, lui stava malissimo, veri e propri attacchi di disperazione che mi preoccupavano molto. A dire la verità, io non ho mai capito come un ragazzo interessato a lui, potesse arrivare a uno scontro con lui, perché con me non è mai successo niente di simile, forse perché c’ero sempre e lui non mi vedeva come un vero oggetto di desiderio, e penso che il vero motivo fosse perché i ragazzi che gli piacevano veramente erano fisicamente piuttosto diversi da me, e questo pure è strano, perché non capisco come si possa stare con uno che non ti attira o ti attira poco fisicamente. Io ero una figura strana nel suo orizzonte, una figura decisamente non inquadrabile. Certe volte mi proponevo di non chiamarlo, cioè di lasciare effettivamente a lui la scelta se andare avanti oppure no, lui per un po’ non si faceva sentire, ma poi ricompariva, magari con un sms contenente solo un punto interrogativo e allora io lo chiamavo. Un’altra cosa mi ha sempre colpito: noi siamo diversissimi, lui è geniale, ma anche umorale, quello che fa lo fa d’impulso. Sul lavoro pianifica tutto, lavora come un computer e non va a dormire se non ha programmato tutto per l’indomani, ma sul piano affettivo è l’esatto contrario. Se ti dà un appuntamento in giornata puoi pure credere che lo rispetterà, ma programmare anche solo ad un giorno di distanza è una cosa che non concepisce. Io sono l’esatto contrario. Il mio tavolo di lavoro è un caos mentre nella vita privata tendo a programmare anche con parecchio anticipo, ma con lui mi sono adattato al suo modo di fare e l’ho fatto di buon grado perché quando mi manda un sms del tipo “tra un’ora sto da te” vuol dire che ha senso esserci proprio in quel momento e non si può rimandare. Quando ci vediamo, cosa che capita al massimo un paio di volte al mese, perché a parte il lavoro suo e il mio, che hanno orari molto diversi, lui ha bisogno della sua libertà, il sesso non manca praticamente mai, le rarissime volte che è mancato era segno che lui stava proprio in uno stato pietoso, ma sono stati casi assolutamente eccezionali. Il sesso con lui non ha niente di rituale, e questo mi piace molto, lui non recita una parte e non imita nessuno, anche la sintonia tra noi è buona, non perfetta ma buona, piano piano abbiamo definito un perimetro dal quale è bene non uscire. Sesso sì, ma soft proprio per evitare i rischi per la salute, soprattutto una forma di intimità condivisa. Questo modo di fare è nostro e ci abbiamo messo parecchio tempo per arrivarci, ma adesso è accettato da entrambi e in effetti le sensazioni più belle derivano proprio dall’affidamento reciproco, dalla sensazione di intimità per cui la presenza dell’altro è una presenza ovvia, data per scontata, che non condiziona la spontaneità ma la esalta. Tra noi il sesso non è un momento speciale finalizzato solo al sesso, ma un momento di comunicazione in cui si può essere se stessi e magari si può anche accennare ai rapporti con altri ragazzi, perché una cosa del genere non distrugge nulla, non rovina quel momento. I primi tempi, quando si innamorava di un ragazzo che gli piaceva veramente, non lo sentivo per un mese o due, poi si rifaceva vivo e mi diceva solo: “Passo da te alle 19.00” e io gli rispondevo. “Ti aspetto!” Quando arrivava era contento che tra noi non fosse cambiato nulla, gli sembrava strano, perché con gli altri ragazzi non succedeva così. Mi diceva: “Tu fai così perché io non sono il tuo ragazzo!” E in un certo senso era vero, cioè era vero nel senso che lui non era mio, il che mi pare ovvio, ma noi, a modo nostro, ci volevamo bene lo stesso. Sarò stato magari la ruota di scorta, quando veniva da me poteva anche dire che non era il mio ragazzo, ma lo vedevo partecipativo come non avevo mai visto nessuno. Stargli vicino, per me, era esaltante, ero felice che ci fosse. Le parole possono nascondere una finzione, quello che si dice può essere una recita, ma non puoi vivere una serata di sesso come faceva lui se non partecipi con tutto te stesso a quello che stai facendo, e lui c’era, c’era eccome, o meglio c‘è eccome, perché queste cose non appartengono al passato ma al presente. Non mi devo chiedere se la nostra relazione continuerà, io me lo auguro e al momento non ho motivo per credere che debba finire. Lui c’è, adesso c’è e c’è ormai da diversi anni, quando ci abbracciamo e ci scompigliamo i capelli non ci facciamo troppe domande, quando lo stringo a me mi sento felice. Certe volte veniva da me in uno stato veramente pietoso, poi piano piano si rianimava e un po’ di sesso era il mezzo per allontanare le malinconie, poi si addormentava e io mi sedevo in poltrona vicino a lui e mi sentivo l’uomo più felice del mondo. Quello che mi è successo è incredibile ma è tutto vero, il fatto che in futuro le cose possano cambiare non toglie all’oggi la sua magia, non toglie a lui il suo fascino. Ho cercato tante volte di capire se sono solo un illuso che vede le lucciole e pensa che siano angeli, ma quello che sto vivendo non è un sogno e lo devo sono a lui, a un uomo che amo e che a modo suo mi ama veramente.

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SINGLE BY VOCATION

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 17 aprile 2024, 14:45

Ciao Project,
volevo chiederti, se lo credi opportuno, di aggiungere questa mia mail alla discussone “Quando un contatto gay non si perde”, dopo il post “Io non sono il tuo ragazzo”.
Premetto che penso che questo forum sia tra i siti più seri che parlano di omosessualità in rete, però devo dire che mi pare, cioè questa è la sensazione che ne ho io, che alcuni post tradiscano una visione un po’ troppo edulcorata o forse un po’ troppo astratta di una relazione gay. Mi spiego meglio, leggo spesso storie che se non sono unilaterali in senso stretto, sono comunque molto asimmetriche, è quasi come se molte storie che leggo qui, più che storie vere, fossero interpretazioni molto buoniste di fatti che forse non hanno tutto il senso che viene loro attribuito. Io capisco la libertà, che piace anche a me, capisco una certa elasticità nel concetto di coppia, capisco che ognuno ha il suo carattere ma, molte delle storie che ho letto qui mi sembrano non delle storie di coppie gay, ma delle storie di incontri, di simpatie, anche di volersi bene, ma da parte di persone che restano sostanzialmente single, nonostante un po’ di sesso fatto insieme. Non penso che la coppia gay debba essere plasmata sul calco della coppia etero matrimoniale, ok alla coppia senza sanzione formale, ma alla fine se si toglie del tutto il vincolo della fedeltà, che cosa ci resta? Un certo spirito di mutuo soccorso, forse, e poi? Secondo me finisce tutto lì. Io ho 29 anni e ho una certa esperienza diretta di ragazzi e di coppie gay, beh, forse sono sfigato, ma i miei ex sono spariti subito. Questa discussione si intitola “Quando un contatto gay non si perde”, non nego che possa anche accadere, ma a me non è mai successo. Quanto poi al colloquio profondo col partner, mi chiedo a che cosa si riferiscono in concreto quelli che mi hanno preceduto. Io mi sono trovato in situazioni in cui, nonostante si fosse in teoria creata una coppia, con tanto di regaletti di san Valentino e di messaggini strappalacrime, il dialogo era praticamente nullo e mi è capitato non una ma tante volte in chat con quello che diceva di essere il mio ragazzo che mentre chattava con me chattava anche con altre due o tre persone e scriveva un messaggio “cretino” ogni cinque minuti, e qualche volta ho avuto anche la paura che certe chat con me lui le facesse solo per fare vedere a un altro ragazzo, che magari stava lì con lui, quanto era cretino il suo ex. I primi tempi mi chiedeva sempre di andare in cam, anche perché capitava che si facesse un po’ di sesso in cam, poi non ha voluto più accendere la cam con varie scuse, il che, secondo me, è segno che con lui c’era altra gente. Ma pure se non fosse così, le ultime chat con lui erano una cosa addirittura irritante, fatta di giochetti di parole, di risposte a monosillabi e di pause di dieci minuti. Sono capitato male io? È possibile, ma non è successo solo una volta, è stato sempre così. Probabilmente tanti anni fa, prima di internet si stava pure meglio, perché un ragazzo lo potevi vedere in faccia, senza trucchi, adesso le possibilità di imbroglio sono molte di più, e allora mi sono detto: “Ma è questo che mi manca?” E la risposta è stata decisa: “No! Sto molto meglio solo!” Alcuni amici “single” mi dicono che loro stanno male come single, e penso che sia vero perché continuano ad andare sempre sulle stesse applicazioni per cercare la Luna sulla Terra, cioè per prenderci l’ennesimo due di picche. Adesso che sto solo e mi sono convinto che per me è la soluzione migliore, mi sento molto meglio, perché non ho messo da parte chissà quale felicità ma ho evitato guai, incomprensioni e, nella migliore delle ipotesi, perdite di tempo. Esiste l’amore? Secondo me è solo una bufala colossale che serve a travestire da amore una banale attrazione sessuale. Non è questione di gay o etero, tra gay e etero non c’è nessuna differenza. Se mi capitasse un’occasione che vale la pena di non perdere, forse, potrei anche essere tentato di vedere come va a finire, ma l’idea di mettermi alla ricerca di un ragazzo no! Proprio no! Ho capito una cosa con gli anni: sono single per vocazione!
Grazie Project. Se ti va mandami due righe.
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