AMORE GAY COME ANTIDOTO ALLA DISPERAZIONE

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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AMORE GAY COME ANTIDOTO ALLA DISPERAZIONE

Messaggio da progettogayforum » martedì 23 aprile 2024, 20:06

Ciao Project, leggo Progetto da anni e lo sento molto vicino alla mia sensibilità, cosa che non mi capita in pratica da nessun’altra parte. Io mi sto avvicinando ai 40 anni, il mio ragazzo, o meglio quello che io considero il mio ragazzo, che anche lui non è più un ragazzo, ne ha 37. Ci conosciamo da tanti anni ormai e abbiamo un rapporto liberissimo, che in fondo non è un legame di coppia ma un modo tutto nostro di volerci bene. Beh, dopo tanti anni resto ancora incantato da lui e il rapporto che ho con lui, per me, è importantissimo. Non so se io sono altrettanto importante per lui, forse no, ma certe volte capisco di avere un ruolo, se non insostituibile, almeno difficilmente sostituibile. Nel nostro rapporto il sesso ha la massima importanza. Lui dice di essere poligamo e sostanzialmente lo è, o meglio lo è nei momenti migliori, quando ancora va in cerca di avventure. Ma nei momenti cupi, di delusione e direi quasi di depressione, quando gli altri ragazzi lo allontanano, si ricorda di me e sa che io non lo allontanerei per nessuna ragione, allora mi chiama, mi dà qualche segnale che, come dice lui, “ha bisogno di sesso” espressione che forse significa che ha bisogno di tenerezza e di disponibilità. Certi giorni mi contatta a notte fonda o la mattina prima dell’alba, e mi dice che sta sotto casa mia, io ovviamente lo faccio salire. Lui entra, non dice nemmeno ciao, si spoglia e si va a mettere nel mio letto (io dormo sempre in un letto doppio) che è ancora caldo e io vado a mettermi vicino a lui. Lui non mi sorride, non dice nulla, allora lo abbraccio e lo stringo a me. Non gli chiedo nemmeno come va, se è venuto da me vuol dire che non sta bene, che è ansioso, preoccupato, che non si è sentito accolto o accettato da persone che per lui hanno importanza. In quei momenti, cioè nei momenti in cui si sente rifiutato, viene a trovarmi. Quando arriva di notte, in genere il giorno successivo non va a lavorare, ma capita che ci debba andare io, e così il tempo che posso passare con lui è poco, allora restiamo vicinissimi, gli accarezzo la mano o i capelli, lui non apre nemmeno gli occhi, qualche volta compare una lacrima, forse si compatisce per i suoi comportamenti, per il venirmi a cercare come se lui fosse il mio amante, cosa che non è, perché non gli viene spontanea e non capisce perché gli dico sempre di sì, se lui non è il mio amante. Può accadere che in queste situazioni si arrivi anche a fare un po’ di sesso ma in un modo che è tutto nostro e penso completamente diverso dal suo modo di vivere il sesso con altre persone. Ma accade quasi sempre che non si finisca a fare sesso e questo fatto per lui ha un’importanza straordinaria. Sa bene che non gli direi mai di no, ma sa anche che per me va benissimo anche il fatto che viene semplicemente a dormire a casa mia. Sono felice se penso che lui considera casa mia quasi come un rifugio e una tana calda che è sempre disponibile. Quando viene da me di notte, si mette sempre dalla parte dove dormo io, che è quella ancora scaldata dal calore del mio corpo, e non dalla parte fredda. Vederlo mi ispira una tenerezza enorme, è un uomo adulto, affermato e padrone di sé, ma io conosco un lato della sua personalità che nessuno conosce, conosco le sue fragilità, i suoi bisogni affettivi e anche sessuali, lo accetto com’è e gli voglio bene. Questo lui lo sa. Qualche volta, guardandolo negli occhi, vedo una sofferenza profonda, una incapacità di trovare corrispondenze affettive vere. Di ragazzi per fare sesso ne troverebbe e ne trova quanti ne vuole, ma non si innamorano di lui, gli vanno appresso perché è bello, ma di lui come persona, dei suoi problemi e delle sue sofferenze se ne infischiano, e quando lo conoscono più da vicino lo mettono da parte. Io me ne sono innamorato anni fa, non è stata per niente una cosa facile, ma non nel senso che io volevo e lui no, ma esattamente il contrario, è stato lui che non mi ha mollato, io pensavo che tra noi non avrebbe funzionato e cercavo di evitare in tutti i modi ma lui ha voluto che il nostro rapporto non finisse. Tra noi c’è anche sesso, quando c’è, e c’è stato in pratica fin dall’inizio. I primi tempi mi sentivo un po’ condizionato perché non capivo tanti suoi comportamenti, poi è passata, ne abbiamo parlato seriamente e ho capito tante cose della sua vita più profonda. Lui di me sa proprio tutto e avrebbe qualche motivo per tenermi a distanza ma non lo ha mai fatto. Di me si fida e questo mi colpisce moltissimo. Certe volte ci sono incomprensioni che sembrano anche profonde e sembra che arriviamo anche ai ferri corti, ma quando ci lasciamo la cosa è già superata, sappiamo che non dobbiamo separarci col dubbio se ci risentiremo oppure no, in pratica basta dirsi: “Ti chiamo domani!” ed è un modo di fare la pace. Anni fa, siccome i nostri rapporti non avevano niente di strutturato, e ci salutavamo senza mai darci un appuntamento per la volta successiva, proprio come garanzia di libertà, mi capitava sistematicamente di andare nel panico ogni volta che non lo sentivo per più di sette giorni di fila perché pensavo che ormai fosse sparito definitivamente, ma lo rivedevo quando meno me lo sarei aspettato. Project, io penso una cosa, e l’ho imparata da lui: le persone, anche quelle che sembrano più realizzate, possono portarsi dentro di tutto: stati di sofferenza profonda, malattie serie di cui non parlano mai, possono vivere frustrazioni profonde e possono avere veramente bisogno di affetto, di amore, in tutti i sensi. Arrivo a pensare che l’amore è essenzialmente condivisione del dolore, dell’ansia, della sofferenza dell’altro, il fatto di esserci quando serve, anche senza parole, anche se non hai la possibilità di cambiare veramente le cose nella vita dell’altro significa non fuggire, non lasciare l’altro nella sua ansia, nella sua paura e nella sua solitudine. In certe situazioni oggettivamente difficili ho provato con lui dei momenti di condivisione totale anche facendo sesso, una specie di sesso come rimedio della disperazione, perché qualche volta è proprio quello che accade. Il desiderio di essere accettati senza riserve è fortissimo, l’orizzonte affettivo è quasi tutto nero e il rispetto e l’amore del proprio compagno appare l’unica speranza di non essere soli, l’unica salvezza. Amare significa accettare una persona per quello che è, nella sua totalità, significa capirne la sofferenza, anche quella nascosta, capire il senso dei discorsi di quella persona al di là delle parole. Vorrei fare di tutto per rendere felice il mio ragazzo, gli voglio bene, penso che sia un uomo di grande dignità e di grande cuore. Abbiamo un rapporto stranissimo, che nessuno capirebbe, ma ha senso per noi, ci fa stare meglio, ci fa capire che non siamo soli, che c’è almeno uno che ci capisce fino in fondo e che ci vuole bene. Sto pensando a lui intensamente e mi sto commuovendo, sto ripensando a tutto quello che abbiamo vissuto insieme e al fatto che lui ha dato un senso alla mia vita. Vorrei tanto che lui leggesse questo post e che almeno per un po’ potesse allontanare la malinconia!

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Re: AMORE GAY COME ANTIDOTO ALLA DISPERAZIONE

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 24 aprile 2024, 10:03

Questo post mi ha colpito parecchio perché dimostra che le relazioni interpersonali hanno una loro specificità che le rende assolutamente uniche e irriducibili a un denominatore comune, e anche perché si focalizza sul tema della sofferenza, che in genere è marginalizzato o addirittura completamente rimosso. La vita umana non è un gioco e gli aspetti negativi possono finire per prevalere su quelli positivi, quando questo accade si percepisce una solitudine radicale, si capisce che la sofferenza isola, perché nessuno vuole la compagnia di persone che vivono situazioni di sofferenza o di disagio. In queste situazioni, avere un amico, non dico un compagno di vita ma anche solo un amico che non si allontana e ti ascolta, è proprio la goccia d’acqua nel deserto che permette alla pianta di non seccare. La presenza di un amico fedele, non nel senso di fedeltà sessuale, ma fedele perché non ti abbandona nei momenti peggiori della vita, non può essere sostituita da nulla e diventa essenziale. Ognuno, poi, ha il suo modo di essere presente e la presenza può manifestarsi anche come disponibilità sessuale, come non reticenza a una condivisione della vita intima, e questa disponibilità è palesemente una forma d’amore, perché è una forma di comprensione dei bisogni profondi dell’altro. Nel post mi colpisce anche il valore del silenzio comunicativo, della vicinanza fisica senza parole, dello scambio fisico di calore che è il simbolo e la modalità diretta di uno scambio di calore umano. Non aggiungo altro, mi auguro che il vostro modo di volervi bene, che come è evidente, è stato fondamentale per ciascuno di voi, continui a farvi vivere meglio ancora per tantissimi anni. Vi abbraccio.

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