DIFFICILE DIALOGO TRA GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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DIFFICILE DIALOGO TRA GAY

Messaggio da progettogayforum » martedì 1 giugno 2021, 12:23

Caro Project,
ho letto la tua mail, dici cose giuste ma molto difficili da mettere in pratica, ci sto provando perché penso anche io che sia l’unica via: “capire le debolezze del mio ragazzo”. È chiaro che lui ha avuto una sua vita, non mi si è presentato con una maschera, è stato onesto con me e io – su questo hai perfettamente ragione – ho usato quello che lui mi ha raccontato per svalutare la sua immagine e non per cercare di capirlo come avrei dovuto. Cioè lui mi ha dato delle armi e io gliele ho rivolte contro. Onestamente il mio è stato un comportamento squallido. Non ho cercato di immedesimarmi in lui ma l’ho giudicato in modo molto stupido e superficiale. Però c’è il rischio che il tentativo di capire sia totalmente intellettualistico nonostante la buona volontà, perché in fondo sono cose che io non ho mai vissuto e posso capire solo dall’esterno. Più che capire, che forse non è nemmeno possibile, io vorrei esserci per lui. Tu parli delle sue debolezze, ma più che debolezze le sue sono paure. In questo certamente ho commesso un errore grosso, io ho pensato che lui non potesse avere paura di nulla e invece può essere stato travolto da reazioni emotive profonde, viscerali, di fronte a cose che non conosceva, che affrontava con una specie di fatalismo che dal di fuori sembrava cinico. In realtà non c’era niente di cinico e comincio a capire che delusione sia stata per lui sentirsi fare la predica da me, che in fondo non avevo capito niente di quello che lui stava passando veramente. In questo senso, sì, ci sono delle fragilità, ma da tutte e due le parti. Poi dovrei correggere anche un altro atteggiamento: io parlo troppo, faccio troppe chiacchiere, mi lascio andare a prediche inutili che possono essere irritanti e soprattutto mi metto in atteggiamento di contrapposizione. Cerco di contrapporre il mio atteggiamento al suo e di sostenere a spada tratta che il mio è il punto di vista giusto. In fondo penso che lui lo abbia capito, io ho un po’ paura di lui, paura nel senso migliore possibile, cioè paura che i miei modi di fare, invece di creare un contatto, possano farlo sentire ancora più solo. So di non essere la persona più importante per lui, ma vedo che comunque mi cerca, specialmente nei momenti più difficili ed è proprio in quei momenti che vado in crisi. Quando si vuole bene a qualcuno si finisce per averne paura ed è successo anche a me. Io parlo delle sue nevrosi e non vedo le mie, ma lui le vede e quando me le fa notare io mi irrigidisco in un atteggiamento di difesa. Mi sono chiesto mille volte perché lui non abbia mai cercato un rapporto di coppia ti tipo affettuoso, non dico con me ma con nessuno. Lui mi dice che non è vero e che lo ha cercato ma non lo ha mai trovato. Forse mi è difficile capire il senso di questa affermazione perché se avesse cercato da me una risposta affettuosa io mi sarei sentito entusiasta e non riesco a capire come possano avere fatto altri ragazzi a non sentirsi ugualmente entusiasti, evidentemente non gli volevano bene abbastanza. Una volta lui mi disse: “Tu ti ricordi quello che ho passato io, vero?” Una frase del genere mi fa pensare, perché io tendo ad omologarlo, a considerarlo simile a me ma lui è una persona completamente diversa, con un passato completamente diverso. Ieri abbiamo parlato un po’, mi ha detto che lui attualmente ha sei compagni coi quali fa sesso, ma che sono anche suoi amici, con cui passa giornate anche senza sesso, dice che tutti sanno che lui è così, che non vuole rapporti troppo stretti con nessuno, perché si sentirebbe asfissiare e avrebbe la sensazione di perdere la sua libertà, mi dice che sono io che penso che a lui manchi qualcosa, cioè manchi la vita di coppia, perché lui non desidera la vita di coppia e sta bene così. Mi ha raccontato di un suo ex, col quale aveva avuto una storia piuttosto lunga, che adesso ha trovato un compagno stabile. Lui è contento di questo, ma dice che è contento per il suo ex, che così ha realizzato quello che voleva, ma lui una vita di quel tipo non l’avrebbe mai voluta. Dice queste cose ma dice anche di essersi innamorato di uno di quei suoi ex, quello però non ne voleva sapere perché aveva paura di perdere la sua libertà e lo ha trattato molto male per scrollarselo di dosso, allora lui si è forzato a farsi passare l’innamoramento e a ridurre i contatti al solo sesso pur di non perdere il suo compagno. Ma tutto questo fa pensare che lui all’inizio tendesse eccome a creare rapporti di tipo affettivo, o anche affettivo, ma che poi abbia finito per adeguarsi all’ambiente in un modo o nell’altro, proprio per non restare completamente solo. Lui dice che ha bisogno di cambiare, che in fondo un rapporto affettivo con i suoi ragazzi ce l’ha ma non è esclusivo e che a lui sta bene così. Tu dici: “cerca di capire le debolezze del tuo ragazzo” ma queste non sono debolezze sono proprio dei modi diversi, o almeno apparentemente diversi, di vedere la vita. Istintivamente io penso che lui si sia adattato a quella mentalità, che era la mentalità dell’ambiente e che piano piano abbia finito per assimilarla solo perché di fatto non aveva alternative. Posso capire che si possa voler bene a tante persone contemporaneamente ma questo significa in pratica che non si vuole bene a nessuno, cioè che nella vita tua non c’è una persona veramente importante sulla quale puoi contare. Lui dice che fidarsi in una relazione affettiva significa non essere preparati nei confronti di quella mazzata che prima o poi comunque ti daranno. Cioè lui dà per scontato che una relazione affettiva debba finire con un tradimento o con un abbandono e gli deve essere capitato in modo molto pesante. Come ci si vaccina nei confronti del tradimento? Mettendo tutto su un altro livello, cancellando l’affettività o staccandola dalla sessualità, come se tutto questo fosse alla fine una soluzione accettabile. Quando si parla di scelte, una cosa è scegliere una persona o un comportamento per realizzare un proprio progetto di vita, e una cosa molto diversa è adeguarsi, facendo finta di scegliere, pur di non essere messi fuori gioco al 100%. Lui dice di non credere nei rapporti affettivi ma in effetti li teme, ha paura di quella mazzata tremenda che secondo lui è inevitabile, perché tutti gli hanno risposto picche e lo hanno congelato. Io penso che l’ambiente gay, o meglio un certo ambiente gay, sia stato profondamente condizionante e abbia indotto dei comportamenti difensivi tendenti a spalmare l’affettività su vari rapporti, nessuno dei quali veramente importante e tutti centrati solo o soprattutto sul sesso. Alla fine della conversazione lui doveva andare al lavoro e gli ho detto che avrei voluto richiamarlo in serata, lui mi ha risposto che nel pomeriggio aveva una festa di compleanno e probabilmente sarebbe tornato a casa più tardi, io non sapevo che cosa dire, alla fine mi ha detto: “però tu prova a chiamare lo stesso…” Ecco questo il massimo di dimensione affettiva che si può avere da lui. Lui non vuole dipendenze e obblighi di nessun genere. Vedi, Project, non sono io che complico le cose, è che le cose sono veramente complicate. Gli anni passano e i rapporti restano su questo piano e onestamente non credo che cambieranno nel tempo. In qualche modo si sta ripetendo tra lui e me quello che era successo tra quell’amico che gli aveva risposto picche e lui, praticamente io rischio di diventare dipendente, che poi non so nemmeno che cosa vuol dire perché il confine tra volere bene e essere dipendente è molto labile. Io ho avuto tante volte istinti di fuga perché penso che alla lunga un rapporto – non rapporto del genere possa essere distruttivo anche per me e possa portarmi a una qualche forma di congelamento affettivo, però non riesco a staccarmi veramente da lui, quando ci riesco e non ci sentiamo per un po’ mi dico: “Questa volta ce l’ho fatta!” Poi lui mi chiama e tutti i buoni propositi sfumano e ricominciamo inevitabilmente da capo, io penso che in effetti, sotto certi aspetti almeno, siamo molto simili, non facciamo mai una scelta, ci adeguiamo, andiamo avanti per inerzia e quell’inerzia la chiamiamo amore, o sesso, che poi alla fine una parola vale l’altra. Mi rendo conto che rischio anche io di diventare o almeno di sembrare cinico, ma non so che cosa fare, vorrei tutto e il contrario di tutto, vorrei essergli almeno utile in qualcosa e nello stesso tempo vorrei staccarmi definitivamente, o almeno così mi sembra, che poi la storia che ci raccontiamo dentro la nostra testa è tutta una schematizzazione e può essere ampiamente falsificata da interpretazioni o da rifiuti a priori che neanche ci rendiamo conto di avere. Bisognerebbe semplificare tutto, riportare tutto a una risposta istintiva che forse esisteva una volta, parecchi anni fa, ma adesso è stata seppellita sotto una montagna di elucubrazioni pseudo-psicologiche. Diventiamo vittime del nostro stesso essere logorroici. Mi rendo conto di tenere un atteggiamento radicalmente ambiguo ma non riesco a uscirne, perché certe cose, anche se cerchi di metterle fuori della porta, non sono comunque finite, sono ricordi troppo vivi, che hanno bisogno di anni e soprattutto di un cambiamento radicale di vita per essere veramente passate dal presente alla memoria. Lui mi aveva detto di provare comunque a chiamarlo la sera e io l’ho fatto, ma il telefono era staccato e mi ha mandato in segreteria, forse è stato meglio così, perché in fondo non avrei saputo che cosa dire. Durerà per un po’, poi ci risentiremo e l’imbarazzo sarà di nuovo grandissimo e finirò per adeguarmi anche io ad accettare la regola, quella che adesso gli sembra la sua regola, la regola del basso profilo e del disimpegno, in modo che lui possa sentirsi libero e non tagli definitivamente i ponti con me. La storia si ripete! Cambiano le persone ma la logica è sempre quella. Potrà mai cambiare tutto questo? Grazie comunque per la tua mail, si vede che ci metti l’anima, ma forse sei troppo razionale e non capisci che l’ambiguità può diventare un modo di vita. In ogni caso, se mi rispondi mi fa piacere.

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