UNA COPPIA GAY AL PUNTO DI SVOLTA

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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UNA COPPIA GAY AL PUNTO DI SVOLTA

Messaggio da progettogayforum » lunedì 14 giugno 2021, 21:44

Oggi è un giorno di svolta. Ho fatto l’amore col mio ragazzo, ma la svolta non è questa, abbiamo fatto l’amore tante volte anche prima, la svolta sta nel fatto che non abbiamo solo fatto l’amore ma abbiamo anche parlato molto seriamente del futuro, del suo futuro, che in un certo senso è anche il mio. Io dico che è il mio ragazzo, ma in realtà non è un ragazzo ma un uomo che mi stupisce sempre ed è la persona più importante della mia vita. Non siamo una coppia nel classico senso della parola, ma a modo nostro ci vogliamo bene, lui ha una sua vita, che io rispetto, anche con altre persone ma ci conosciamo a fondo da anni ormai e sappiamo di poter contare l’uno sull’altro. Più passa il tempo più mi permette di entrare nella sua vita. Oggi posso dire che nel nostro rapporto c’è stata una evoluzione. All’inizio ma anche nei primi anni non ero sicuro che le cose avrebbero preso questa strada, lo speravo e lo pensavo ma non c’era alcuna sicurezza, poi piano piano le cose sono diventate sempre più complesse, sia lui che io abbiamo avuto occasioni di lavoro interessanti ma molto incerte e ragioni di preoccupazione per il lavoro e per la salute anche molto stressanti e siamo cresciuti entrambi. Probabilmente queste cose ci hanno fatto riscoprire il senso di essere in due, di non essere soli di fronte alle difficoltà. Prima eravamo molto centrati su noi stessi e sui nostri problemi psicologici, poi siamo stati assorbiti dal lavoro e dai problemi di salute e abbiamo imparato a non farci demolire dalle difficoltà. In certi periodi ho veramente sofferto, perché lui cercava di tenermi al di fuori delle sue preoccupazioni per evitare di caricare su di me anche una parte dei suoi problemi e mi impediva di sfogarmi con lui, per non essere lui stesso schiacciato dai miei problemi. In fondo era un atteggiamento sensato, perché né io avrei potuto risolvere i suoi problemi né lui avrebbe potuto risolvere i miei. Quando ci incontravamo tutto era centrato sul sesso e solo su quello, come se tutto il resto fosse stato rimosso, e questo mi metteva a disagio. Poi piano piano le cose sono cambiate, siamo entrati entrambi nella vita adulta, con tutte le sue complicazioni e gradualmente abbiamo cercato di trovare un punto di equilibrio, sia tra noi che rispetto alle esigenze e ai problemi del lavoro. Mi chiedevo quali sensazioni e quali paure si portasse dentro e piano piano lui cominciava ad aprirsi anche da quel punto di vista, con me aveva più pazienza, non si arrabbiava più e non mi teneva più a distanza. Anche il sesso tra noi ha cambiato significato, è diventato qualcosa di meno standard, di meno tecnico, abbiamo trovato un nostro equilibrio senza forzature di nessun genere, lo vedo a suo agio, prima, durante e dopo, cosa che mesi fa non succedeva. Io penso che adesso abbiamo trovato un equilibrio da uomini adulti, che è proprio un’altra cosa, i problemi psicologici sono quasi completamente svaniti. Abbiamo entrambi problemi di salute non piccoli e problemi legati alla perdurante precarietà del lavoro, dobbiamo fare delle scelte che potrebbero condizionare la nostra vita. Lui potrebbe andare a lavorare all’estero per qualche anno ma vedo che l’idea di un totale sradicamento affettivo in nome del lavoro non gli piace affatto, deve fare delle scelte importanti e purtroppo deve farle al buio. Lui mi ha detto che un suo amico si è trasferito all’estero e la sua ragazza lo ha seguito e non credo che me lo abbia detto per caso, secondo me era una specie di mezzo invito a fare lo stesso. Io sto facendo da tre anni economie strettissime per mettere da parte un gruzzolo che mi permetta eventualmente di seguirlo all’estero. Il mio lavoro è meno qualificato del suo e io non avrei grossi problemi a seguirlo perché penso che troverei lavoro anche all’estero senza troppe difficoltà. Io non sono tutta la sua vita affettiva ma penso di essere un elemento di stabilità almeno relativamente importante. Io una vita con lui la sogno realmente, non so quanto sia una cosa possibile, ma non vorrei stare con nessun altro, non ho mai avuto nemmeno la fantasia di mettermi con un altro, perché lui, a modo suo, certo, ma c’è sempre stato. Non so nemmeno se preferirei una convivenza di tipo classico. Non sono sconvolto dall’idea che lui possa stare bene anche con altre persone, il rapporto che abbiamo adesso dura ormai da anni e diventa sempre più serio. In effetti un contatto profondo tra noi c’è realmente a tutti i livelli. All’inizio pensavo che il tempo avrebbe logorato la nostra relazione ma è successo esattamente il contrario, avevo molti più dubbi prima che adesso. Adesso l’idea che la nostra storia possa finire l’ho messa definitivamente da parte e col passare del tempo il nostro rapporto si è consolidato. Mi rendo conto che anche lui vede che le cose sono cambiate e sono cambiate in meglio. Adesso, se lo vedo preoccupato ne parliamo, è vero che alla fine io non so comunque che cosa dirgli, cioè non so dargli consigli concreti perché non conosco il suo mondo lavorativo. Ho ancora qualche timore a dirgli in modo diretto che sarei disposto a seguirlo ovunque. Gli sono stato vicino quando lui era veramente in condizioni tremende e lui si è fidato di me e io l’ho visto risalire la china passo dopo passo e ogni passo che faceva era anche la mia felicità e questo sia nella salute che nel lavoro. Per me il fatto che lui riesca a realizzare i suoi sogni è più importante del fatto che ci riesca io, perché io lo considero una parte di me. E se la mia vita ha un senso è perché lui non è mai sparito, non è mai stato aggressivo con me. Forse mi avrebbe voluto diverso da come sono, meno ansioso e più operativo, ma poi mi ha preso come sono e quando ero in crisi con lui, mi ha impedito di andarmene per la mia strada, ha messo da parte il suo orgoglio e mi ha fatto capire che mi voleva bene come nessuno aveva mai fatto. Non è l’uomo dei complimenti e delle belle parole, parla poco, è molto disincantato, non mi direbbe mai che ha fiducia in me, è arrivato a dirmi che mi vuole bene ma solo come replica ad una mia identica affermazione verso di lui, non posso sperare che prenda un’iniziativa di questo genere, usa poco il cellulare e non usa per niente gli sms, se vuole essere presente viene di persona e non avvisa mai prima. Quando stiamo insieme lo vedo molto partecipe. Anni fa pensavo che prima o poi si sarebbe stancato di me, ma anche questo non è successo. La mia fiducia verso di lui è molto aumentata con gli anni, adesso penso che sia in grado di fare le sue scelte in modo molto consapevole e penso che la mia presenza, in quelle cose, sia solo un argomento marginale, io servo, se mai, a dargli coraggio a spronarlo a provare, quando sta troppo solo tende a deprimersi e a svalutarsi, quando sta con me tende a frenare i miei entusiasmi e a sottolineare che i problemi sono tanti e le certezze pochissime, però mi ascolta. Lui sa che penso che lui sia un uomo serio e onesto, e in questi ultimi mesi quando siamo stati insieme siamo stati veramente bene e soprattutto abbiamo trascorso più tempo insieme, abbiamo parlato molto e molto seriamente. Prima quando veniva da me mi sentivo un po’ in imbarazzo, adesso non succede più, mi sembra una realtà normale e consolidata della mia vita e lo vedo perfettamente a suo agio. Per me è una soddisfazione enorme, non è una vera convivenza ma è la migliore convivenza possibile. Penso spesso di essere stato fortunato, credo che non avrei mai potuto trovare qualcosa di meglio, io lo penso veramente e lui lo sa, forse è proprio questa la base del nostro rapporto, abbiamo cominciato dal sesso e all’inizio sembrava che non ci sarebbe stato mai niente altro, poi ci siamo abituati piano piano uno alla presenza dell’altro, tra noi abbiamo sempre sminuito a parole il senso del nostro rapporto, abbiamo tenuto basso il livello delle aspettative ma ci accorgevamo ogni volta che la sostanza andava ben oltre i limiti dichiarati. Certo lui si è sempre sentito libero, non avrebbe mai accettato alcun vincolo, però alla fine io l’ho sentito sempre presente, più o meno nevrotico, più o meno ansioso, ma c’era. Sapevo che ogni otto o dieci giorni lo avrei rivisto anche se non ci siamo mai dati un appuntamento per la volta successiva. Sapevo che poteva sbagliare approccio con me, che la serata poteva finire con un suo momento nero, ed è successo, ma sapevo che otto o dieci giorni dopo lo avrei rivisto, che la tempesta sarebbe passata senza lasciare traccia o meglio portandosi via ogni volta un bel po’ di malinconie. Quando ero giovane e pensavo a che cosa potesse significare avere un ragazzo, immaginavo una cosa del tutto diversa, molto meno complicata ma anche molto più banale. Il fatto che lui non mi abbia lasciato andare via, cioè non mi abbia permesso di distruggere tutto per pretese questioni di principio più o meno stupide, che non mi abbia mai abbandonato al mio destino, come avevano fatto tutti quelli che avevo conosciuto prima di lui, ha avuto per me un enorme valore. Mi sono sentito più forte perché avevo vicino un uomo vero, che le sue scelte le aveva fatte, uno che non mi avrebbe lasciato a me stesso. Tu sai che lui c’è, c’è stato per anni e continuerà ad esserci. Parlando con i miei amici mi rendo conto che loro non mi capiscono, che mi ritengono un debole inguaribilmente romantico, una specie di Pierrot innamorato della Luna, loro non capiscono che lui c’è realmente, è la sua presenza fisica con pochissime parole che riesce a farmi felice. Io non riesco a fare felice lui allo stesso modo, ma quando sta con me si sente protetto, sa di essere amato, gli si legge negli occhi e io non ho bisogno di altro.

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Re: UNA COPPIA GAY AL PUNTO DI SVOLTA

Messaggio da progettogayforum » martedì 13 luglio 2021, 23:22

Mi permetto di risponderti in modo apparentemente critico partendo da punti di vista probabilmente diversi dai tuoi. Che tu sei innamorato di lui è evidente ed è evidente che tra voi, in qualche modo c’è un rapporto che sembra duraturo, ma ci sono anche degli elementi di debolezza oggettiva che non dipendono né da te né da lui. Tu scrivi: “oggi è un giorno di svolta e la svolta sta nel fatto che non abbiamo solo fatto l’amore ma abbiamo anche parlato molto seriamente del futuro”. Il che significa che tra voi c’era certamente una ottima intesa sessuale, c’era anche una certa base affettiva, ma il dialogo era difficile e gli argomenti più spinosi, come il futuro, potevano diventare oggetto di confronto solo eccezionalmente , “nelle giornate di svolta”. Il rischio è che le giornate di svolta siano rare eccezioni rispetto alla regola generale di tenersi per sé le proprie malinconie. Non mi riferisco al vostro futuro come coppia classica, che non è nemmeno un’ipotesi da prendere in considerazione, ma al suo futuro, che è essenzialmente suo, anche se tu lo vedi quasi di diritto anche tuo. Non voglio dire che il vostro rapporto non esista, che è una realtà è evidente, ma nella vita di questo ragazzo il lavoro particolarmente qualificato sembra essere determinante. Lui cercava di tenerti fuori dalla sue preoccupazioni che evidentemente non erano legate a te. Non è facile credere che il punto di svolta, come lo chiami tu, possa essere qualcosa di più duraturo di una gradita eccezione alla regola delle sfere separate. Certamente non siete una coppia nel senso classico del termine, il rapporto sembra molto dissimmetrico. Una rondine non fa primavera. Se continuerà a metterti a parte dei suoi pensieri e delle sue preoccupazioni, allora, ok, si trattava veramente di un punto di svolta, ma questo potrà dirlo solo il tempo.

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Re: UNA COPPIA GAY AL PUNTO DI SVOLTA

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 14 luglio 2021, 6:51

Caro Project, la tua risposta mi spiazza, è molto diversa da come me l’aspettavo, molto dura ma purtroppo anche molto realistica. Proprio oggi mi sono sentito congelato dalle sue reazioni. È venuto da me, abbiamo fatto sesso, lui era molto coinvolto ma più dalla cosa in sé che da me, io in certi momenti avrei voluto meno sesso e più confronto sugli altri problemi, quelli di cui lui non parla mai e invece quando gli ho chiesto un po’ del lavoro si è innervosito e se ne è andato, mi ha detto che mi avrebbe chiamato più tardi sul cellulare, ma non lo ha fatto. Non era una cosa aggressiva nei miei confronti. Io penso che abbia grossi problemi di lavoro in cui non mi vuole assolutamente coinvolgere, penso addirittura che abbia paura di perdere il lavoro e che comunque il suo lavoro sia per lui una forma di schiavitù dalla quale vorrebbe liberarsi, ma non ha il coraggio di farlo e va avanti tra un passo avanti e due indietro. Posso dirti che sono seriamente preoccupato. Non sogno neppure che il nostro rapporto possa veramente essere importante per lui. Per lui io qualcosa conto, ma non credo di contare veramente al punto da potergli cambiare la vita, vorrei solo vederlo sorridere ma non succede più da moltissimo tempo.

Lao
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Re: UNA COPPIA GAY AL PUNTO DI SVOLTA

Messaggio da Lao » mercoledì 14 luglio 2021, 9:01

Situazione complicata. Mi limito a dire che questa vita che lui ha "anche con altre persone" rende il tutto piuttosto fragile.

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