COPPIE GAY TRA ALTI E BASSI

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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COPPIE GAY TRA ALTI E BASSI

Messaggio da progettogayforum » domenica 21 agosto 2022, 18:37

Caro Project, è una settimana esatta che è finita la mia storia con quello che ho considerato per anni il mio ragazzo, o qualcosa di simile. Domenica scorsa ci siamo visti e siamo arrivati alla rottura, con pochissime parole, di parole non ce n’era proprio bisogno. Oggi è la prima domenica che passo da solo. Mi fa una strana sensazione il fatto di essere solo, ma lui non mi manca, se fosse qui, con ogni probabilità staremmo a guardarci in faccia meditando recriminazioni da entrambe le parti. Sono solo, ma non sono più assillato e penso che lui la veda più o meno allo stesso modo. La compagnia non gli mancherà di certo, quanto a me sto bene così. Project, ho passato i 40, lui è un po’ più giovane e forse se la sente di ricominciare da capo o sta bene così anche lui, io adesso che sono ancora in ferie preferisco dormire molto, riposare, non pensare, soprattutto non sognare, perché il vizio di sognare e di proiettare mi ha portato a non vedere o meglio a non capire il senso di quello che pure mi era stato detto in tutte le salse, cioè: “Non voglio una relazione con te ma solo sesso!” In fondo il messaggio era chiaro, ma io mi dicevo: “Lui dice così, ma non è quello che pensa dentro di sé…” Ma quando si cercano cose diverse che cosa si può fare? Ci si strumentalizza reciprocamente, lui sta con me solo per il sesso e io mi adatto, io faccio la parte dell’innamorato, ma in effetti sono deluso perché non trovo quello che cerco e lui mi permette di portare avanti almeno un po’ la mia recita, e alla fine siamo scontenti in due. Abbiamo provato altre volte ad interrompere la relazione, ma poi, un po’ lui e un po’ io, finivamo per adeguarci… una volta, due, tre… e ogni volta la situazione era sempre più deteriorata. Alla fine ci siamo resi conto che guardavamo le cose ciascuno esclusivamente dal proprio punto di vista. Mi dice che sono egoista, che non tengo conto delle sue esigenze e può darsi che sia vero, ma lui non si rende conto che fa esattamente le stesse cose e pure peggio, pretende, rimprovera, giudica, si sente sempre una spanna più in alto di me, ha sempre la risposta pronta e tagliente su tutto, ma non capisce che la sua logica ha senso solo per lui. Io penso che per andare d’accordo bisogna trovare e valorizzare quello che c’è di comune, senza cercare di imporre al proprio compagno i propri modelli di vita. Lui non è proprio dichiarato al 100% ma quasi, e gli sembra intollerabile che uno possa cercare di difendere la propria privacy. Ha il gusto della provocazione quasi aggressiva e certamente disturbante. Una sera in pizzeria c’era un sacco di gente e lui comincia a parlare, non dico a voce alta ma in modo che si poteva sentire, di cose sessuali, ma non a livello teorico, proprio apostrofandomi in prima persona e mettendomi in un imbarazzo assurdo. Gli ho fatto cenno di smettere ma lui ha continuato per sfida, per vedere fino a che punto poteva tirare la corda… e io me ne sono andato, perché un minimo di rispetto ci vuole. Ci abbiamo messo 15 giorni a superare la cosa, e alla fine siamo tornati insieme ma io non andrò mai più a prendere una pizza col lui. Se gli propongo una cosa a cui lui sa che tengo moltissimo, lui mi dice tranquillamente che non la farà perché lui non farà mai una cosa per fare piacere a un altro. In fondo gli avevo chiesto di accompagnarmi a comprare una bicicletta, ma lui non lo ha fatto e ha sottolineato molto che non lo ha fatto. Questo mi ha dato veramente fastidio, perché è un modo di farsi valere, di affermare il proprio potere, è il piacere di dire di no. Quando se ne va via da casa mia, se gli chiedo di mandarmi un sms quando arriva a casa, mi risponde che non manderà nulla perché chiedere un sms per la paura che lui possa non arrivare a casa non ha senso. Un’altra cosa che non sopporto è la tendenza a non capire che uno può avere veramente paura delle malattie sessualmente trasmesse, per arrivare a certi comportamenti o hai il preservativo o lasci perdere, lui questo non lo sopporta, mi dice che lo tratto come un appestato. Gli rispondo che se lui va con altre persone mi sembra ovvio essere prudente e lui si arrabbia e se ne va senza dire una parola e sbattendo (non troppo forte) la porta. Sulle cose del sesso insiste, io gli dico di no, ma non capisce e insiste, fino a diventare insopportabile. Adesso tutto questo è finito o sembra finito, perché cose del genere sono successe tante volte anche prima e poi le abbiamo ricucite. Questa volta sembra che siamo alla rottura definitiva, ma non si sa mai. Se sarà definitiva mi metterò l’anima in pace, ma se non sarà definitiva, non so come fare ad andare avanti… perché prima o poi (molto presto) tutto ricomincerà come prima, lui si arrabbierà, arriveremo alle accuse reciproche, e io, di nuovo, non vedrò l’ora di restare solo. Mi aspetto che lui faccia il primo passo per ricucire, poi finirà in baruffa seguita da riconciliazione. Gli devo riconoscere un merito, è sempre lui a cercare la riconciliazione, e questo mi solleva dal rischio che lui mi dica di no. Ovviamente, anche se so che le cose continueranno come prima, io gli dico sempre di sì, e così siamo da capo. Non so se tutte le coppie sono così. Tante volte ho disiderato di stare solo, ma ho finito comunque col rimanere con lui. Lui ha anche altre compagnie e in effetti gli avrebbe potuto fare comodo liberarsi di una palla al piede come me (perché è così che dice di considerarmi), ma alla fine ha sempre cercato di sua iniziativa la riconciliazione. Sono dinamiche complesse. Col suo modo di fare mi irrita, mi fa arrabbiare. Lui dice che io vivo di paure che sono pieno di complessi, che scappo sempre, che non parlo chiaro. Abbiamo entrambi validissime ragioni per desiderare di liberarci uno dell’altro, per liberarci da un compagno, un partner, un amico particolare, che non corrisponde ai nostri standard ma alla fine restiamo incollati uno all’altro. Lui dice che ogni volta che gli propongo di mettere un punto alla nostra storia lo faccio solo per guadagnare un po’ di spazio, perché un altro come lui non lo troverei mai! Si farà vivo anche questa volta? Io penso di sì e forse spero anche di sì … vedremo.

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Re: COPPIE GAY TRA ALTI E BASSI

Messaggio da progettogayforum » domenica 28 agosto 2022, 1:17

Caro Project,
si è rifatto vivo, è venuto a trovarmi e abbiamo passato la notte insieme. Beh, è stata una cosa bellissima. Questa volta non ha messo i puntini sulle i, non ha detto scemenze e non le ho dette nemmeno io. È evidente che stiamo bene insieme, che abbiamo bisogno uno dell’altro e che contiamo uno sull’altro. Lui non sparisce, sa che non lo cerco ma sa anche che se mi cerca gli dirò sempre di sì in modo convinto. Io non voglio un altro ragazzo, voglio proprio lui, è sussiegoso e presuntuoso, è ispido e spigoloso, ma sa pure essere tenero, sa sorridere quando serve, e poi dà per scontato che il nostro è un rapporto solidissimo che non crollerà per la stupidità sua o per la mia. Gli voglio bene com’è perché so di contare veramente per lui, so di essere una sicurezza per lui. Tra noi non c’è mai stato uno che comanda e uno che obbedisce, lui è intelligente e anche generoso. Io penso che molte coppie fisse non abbiano neppure un briciolo dell’intesa che c’è tra noi. Lui dice che non siamo una coppia (in realtà adesso lo dice molto meno) ma ci vogliamo bene. Prima di andarsene mi ha detto: Grazie di tutto quello che fai per me! E io gli ho risposto. Ti voglio bene! La frase che lui non vuole sentire e lui si è limitato a sorridere e a fare ciao con la mano.

Alyosha
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Re: COPPIE GAY TRA ALTI E BASSI

Messaggio da Alyosha » martedì 30 agosto 2022, 7:27

In effetti leggere i due post di seguito fa una certa impressione, pare che parlino due persone diverse riferendosi a due storie diverse. Più che di alti e bassi si legge una certa incapacità di guadagnare una visione integrata della persona e del rapporto. Probabilmente questo dipende molto dalla dinamica della coppia, che pare molto litigiosa e giocarsi più sul lato della contesa che su quello della complementarietà e reciproca integrazione.

Tutto sommato si legge di un ragazzo più piccolo se non ho capito male, con profonde fragilità, che esprime una certa vitalità e una qualche volontà di vivere in modo anticonvenzionale. E' molto probabile che queste capacità, ancorché urtano chi scrive siano in realtà ammirate, come probabile è che dall'altro lato in modo speculare una certa stabilità, capacità di difendere e creare uno spazio di intimità, un certo senso di sicurezza che ne deriva siano allo stesso modo ammirati. Varrebbe la pena fare almeno lo sforzo di rinunciare a questa sorta di lotta per il dominio diciamo così, a questa logica conflittuale per la quale deve per forza avere ragione qualcuno.

La diversità può essere un valore nella coppia se c'è di base ammirazione, pur nel riconoscimento dei limiti inevitabili dell'altro. La stima e la possibilità di identificarsi positivamente con il partner sono dal mio punto di vista processi fondamentali all'interno di una coppia gay, dove la complementarietà dei ruoli è molto meno scontata.

Detto ciò, almeno da quello che scrivi, emergono profonde immaturità relazionali da parte del ragazzo e certe forme di umiliazione appaiono gratuite e infantili. Sembrano più forme di provocazione, che dietro la volontà di umiliare, forse vogliono mettere alla prova il rapporto e verificarne costantemente la tenuta. Questo accade nel contesto di una incapacità di riconoscere i propri sentimenti verso l'altro e di stare con tutti e due i piedi dentro la relazione diciamo così. Nonostante ciò pare ci sia una forma di dipendenza verso il partner (chi scrive) che anche se in posizione sottomessa nei fatti ha la "maestà di sciogliere e legare" per dirla con Hegel, ovvero, il potere di decidere quando allontanarsi realmente. Se i suoi movimenti di allontanamento paiono schemi prestabiliti (ci si aspettava già ritornasse sui suoi passi, come in effetti è stato), pare che invece l'unico che può concretamente chiudere la relazione è proprio l'autore del post. Insomma i suoi "no" sono quelli che contano per davvero nella relazione.

Le considerazioni che farei a questo punto, fermo restando le parzialità intrinseche di questa ricostruzione, è di prendere un attimo le distanze da questi alti e bassi. Darsi il tempo di chiedersi quanto questa relazione sia effettivamente produttiva e positiva rispetto alla propria stabilità. Occorrerebbe valutare in altre parole se queste differenze di fondo possano essere integrate in modo sano nella coppia o se siano piuttosto dei limiti insuperabili, in modo da evitare questa dinamica alla lunga svilente di allontanamento/riavvicinamento.
Ultima modifica di Alyosha il mercoledì 31 agosto 2022, 7:13, modificato 3 volte in totale.

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