IL PRIMO INCONTRO DI UNA COPPIA GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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IL PRIMO INCONTRO DI UNA COPPIA GAY

Messaggio da progettogayforum » domenica 19 novembre 2023, 20:12

Caro Project, mi è capitato tra le mani un quaderno in cui annotavo i miei pensieri anni fa, al tempo in cui ho conosciuto il mio ragazzo e così gliel’ho detto e lui mi ha detto che anche lui scriveva una specie di diario e che pensava di averlo conservato da qualche parte, mi ha anche detto che lo avrebbe cercato e che me lo avrebbe fatto leggere. Il giorno appresso sono andato a casa sua e lui mi ha presentato una scatola di metallo smaltato, chiusa a chiave, come quelle che si usavano anni fa per conservare denaro o oggetti di valore, e mi ha detto che pensava che i diari stessero lì dentro, ma lui non aveva più la chiave e non sapeva proprio dove poterla cercare. La cassetta era proprio una cassetta di sicurezza e senza chiave, per aprirla si sarebbe fatto un lavoro enorme, ammesso e non concesso che ci si potesse riuscire, quindi la cosa è finita lì e non ne abbiamo più parlato. Dopo qualche mese mi arriva la notizia che ha trovato la chiave in un vecchio mazzo di chiavi finito in fondo a un cassetto e che i diari c’erano veramente. Francamente non vedevo l’ora di leggerli, me li ha portati e me li ha lasciati. Non sono lunghissimi e io li ho tutti trascritti in word in modo da poterli conservare perché li volevo confrontare con i miei dello stesso periodo. Parlo del 1990, l’anno in cui ci siamo conosciuti. Penso che alla fine della lettura ti chiederai come abbiamo fatto, dopo quegli inizi a diventare una coppia gay stabile che va avanti da 33 anni. Ce lo siamo chiesto spesso anche noi!

Ho messo insieme i suoi diari e i miei, io mi sono dato il nome di Andrea e a lui ho dato il nome di Marco. Adesso abbiamo entrambi 53 anni, all’epoca ne avevamo 20. Leggere i due diari insieme mi permette di vedere le cose dai due punti di vista e penso che ne sia venuto fuori qualcosa di interessante, perché sono punti di vista molto diversi. Riporto qui di seguito i testi, se vuoi, mettili pure nel forum, per noi va bene, anche perché non ci sono elementi sensibili. Ho seguito un criterio: gli scritti miei sono in carattere normale, quelli suoi sono in corsivo (italic).


4/12/1990 - Diario di Andrea
È di oggi un nuovo contatto con la realtà della solitudine, un ritorno ad una dimensione sempre respinta e finalmente realizzata solo dalla forza delle cose.
Lo conosco da otto giorni, ci eravamo scambiati i numeri di cellulare e mi aveva detto che mi avrebbe chiamato l’indomani, ma non lo ha fatto. Capisco l’indomani ma non mi ha richiamato per tutta la settimana, forse si vergogna di chiamarmi, non vorrei aver fatto su di lui una brutta impressione, io sono sempre imbranato quando un ragazzo mi interessa. Ho atteso una intera settimana di sentirlo ma non l'ho sentito: il motivo, peraltro dichiarato è (dovrebbe essere) una ragazza di cui mi aveva accennato, cioè mi aveva detto che c’è una ragazza.

Oggi bisogna fare i conti con la realtà, era una realtà che era sempre sospesa sul mio capo, ho cercato di non vederla, di nasconderla, eppure questa realtà si è puntualmente verificata. Quello che, non dico mi meraviglia, ma mi sorprende è la capacità che una ragazza, vista solo una volta, ha di farlo stare bene, di farlo sentire felice, di indurlo a guardare al futuro con delle prospettive di speranza e di buon umore. In fondo sono cose che sono capitate anche a me nei suoi confronti, resto quasi meravigliato dalla potenza che l'innamorarsi può avere, dallo sconvolgimento che può creare.

Però quel giorno con lui sono stato benissimo, era evidente che gli faceva piacere parlare con me e che non mi considerava come uno qualunque. Certe cose non succedono per caso, un motivo c’è, ci deve essere. Certo mi sento di nuovo proiettato in un orizzonte vuoto. Non so se dire che vorrei non averlo mai incontrato, forse questo no, comunque ciò che sento come un dovere morale è la necessità di rendergli la vita più facile in qualsiasi modo, in sostanza nei nostri rapporti non deve cambiare nulla, ragazza o non ragazza, tutto deve procedere come se tutto ciò che sta avvenendo fosse per me assolutamente indolore. Pesare su di lui in un momento delicato come questo lo farebbe sentire a disagio e mi giudicherebbe male, e in fondo avrebbe ragione.

E poi deve rimanere tutto uguale perché non c'è di fatto nessuna ragione per cui debba cambiare qualche cosa, è e rimane sé stesso, una persona meravigliosa, anche se è duro accettare che le sue prospettive non coincidono con le mie. In fondo ci si può volere bene lo stesso. Il giorno che ci siamo conosciuti, in macchina ho provato a canticchiare perché non sapevo che cosa dire e anche perché il silenzio sarebbe stato fuori posto, quasi una sottolineatura negativa. Sono momenti di passaggio, devo imparare a gestire autonomamente le mie malinconie seguendo il principio "primo non nuocere" e questo è già una forma d'amore. Resto in particolare incerto su come impostare il futuro: metterci una pietra sopra e tornare a impegni concreti di studio o continuare a pensarlo. Non credo in fondo che la scelta si possa neppure presentare perché semplicemente non sarò io a decidere.

Resta che non scapperò e continuerò a essere sempre disponibile a una persona che mi ha voluto bene. Vorrei veramente che fosse felice, se lo merita e poi la sua vita può essere anche per una ragazza un trampolino di lancio verso la felicità. In questa giornata del 4-12-90 non posso che augurargli buon viaggio, senza amarezza, senza angoscia, con soltanto un gran desiderio: che almeno qualche cosa, tra noi, possa durare nel tempo, da domani cercherò di tornare ad altre attività cercherò di non perdermi in un vuoto di aspettative, bisogna trovare altre strade per esorcizzare la morte, per continuare a vivere conservando qualche cosa di lui, del suo modo dignitoso e sincero di cercare la propria felicità, senza sotterfugi, con generosità, con rispetto. E' vero che mi sento inquieto ma credo che sia inevitabile quando si ha paura di perdere qualche cosa che ha un grande valore.

Poi ho ricevuto la telefonata, non era soddisfatto del suo incontro con la ragazza, io mi sono lasciato andare stupidamente e troppo a lungo a dire che le persone troppo giovani sognano cose troppo grandi: la danza, il teatro, la letteratura. Gli è venuto in mente che doveva richiamarla, l'ho invitato a farlo subito, a non far passare il tempo, a non lasciare nulla di intentato, forse ci sentiremo domani. certo che ogni volta che lo sento mi sembra sempre meraviglioso, buono d'animo e quindi da amare comunque, da non perdere assolutamente, mi ha addirittura ritelefonato per chiedermi scusa di essere stato brusco con me, io, a dire il vero, non me ne ero neppure accorto. Certo che la felicità se la merita perché è veramente molto dolce.


4/12/1990 - Diario di Marco
“Io” Sono Stronzo (Marco)
“lei” è stronza (Mina)
“tutti” sono stronzi.
Che mondo di merda!
Narciso o no?!? Forse!? Ma che cazzo significa?
L’esistenza è la cosa più bella che esiste “ora” per me, ma è un’esistenza senza amori. Amo la mia vita. Odio mia madre.
Sono o non sono un fallito? Che schifo!
Caro diario,
Oggi mi sento letteralmente di “merda” e come al solito non so il perché. Sono le 21 e devo scrivere ad una ragazza per spiegarle perché non sono riuscito a volerle bene (ed anche di questo non so la risposta) devo studiare ancora un casino ma ho una voglia insaziabile di fare qualcosa per sfogarmi, per buttare giù i pesi della mia esistenza. L’altro ieri sono andato al parco giochi con mio cugino e a causa di mia madre che voleva che tornassi presto ho mandato tutto a buca con una ragazza, ma il ritardo l’ho fatto comunque e lei per dispetto non mi ha dato i soldi per andare a prendere la pizza ieri con gli amici dell’università e ci ho fatto una figura di merda. Ora voglio andare al parco giochi con mio cugino, al cinema con gli amici dell’università, a rimorchiare ragazze col Vandalo e a fare semplicemente gli allenamenti di pallavolo, oppure stare con Mina, una ragazza dell’Uni, un po’ strana e tanto, ma un sacco carina, con la quale mi sono fuso solo ad averci parlato un paio di volte, ma anche lei è strana, per motivi che non ho capito completamente. Boh!?!

15/12/1990 - Diario di Marco
Caro diario,
sono tre giorni che non dormo pensando a lei, da quando lei mi ha confessato di volermi bene (anche se non vorrebbe mettersi con me, per ora, spero). Mi sono rinvigorito, ero pieno di me, forte, grande, è bello essere amati, ma ad un certo momento ho pensato che non la vedrò domani e l’angoscia è tornata i livelli standard, con subentrante depressione. Ora le sono vicino ma non mi esce nulla dalla bocca, mentre vorrei accarezzarla, dirle parole dolci e baciarla (forse è un po’ troppo). Corro, oggi si preannuncia una scazzata e domani idem.
Ore 12. Confermo la scazzata inevitabile ma che mi ha fatto trascorrere velocemente le lentissime ore, ed il pensiero ritorna a lei più che mai. È bella, dolce, forte, autoritaria, un po’ insicura, e siamo dello stesso segno; brucio dal desiderio di vederla e farmi avanti, non resisto più, cazzo! Oggi ho rivisto pure Andrea, simpatico, ma niente di che. Prossima puntata quando riavrò voglia di scrivere.

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