GAY CHE CRESCONO

Caro Project,
sul forum tutto tace da giorni e non si muove foglia, che peccato che la gente pensi solo ai social, comunque … cavoli loro. Oggi ho voglia di scrivere e quindi ti sorbirai il papiro.
Mesi fa erano usciti sul forum diversi articoli sugli ex che non spariscono e che forse non sono nemmeno ex, io vorrei scrivere due cosette su quelli che, forse, qualche volta, non si sentono nemmeno ex, ma pensano solo ai cavoli loro, non parlo di tradimenti, qui siamo a livelli molto più bassi, nessuno si è mai illuso, le cose sono andate avanti un po’ per inerzia, ma in modo sempre meno convinto, ammesso che fossero mai andate in modo convinto. Hai un ex che ti ha archiviato di nome e di fatto e che tu hai messo al dimenticatoio senza nessuno sforzo perché la cosa veniva da sé in modo ovvio. Poi, a un certo punto, rispunta. Ti chiama, ti racconta le sue prodezze sia sessuali che di lavoro e devi mostrare apprezzamento, poi ti chiede di te, ma se parli per più di 10 secondi ti zittisce, è contento della vita che fa, dice che ha imparato a farsi valere, sarà pure vero, non lo metto in dubbio, si è costruito una posizione sociale di tutto rispetto e lo ha fatto onestamente, contando solo su se stesso, ok, … ma nel sentirlo parlare io mi chiedevo: ma io che c’entro? Mi parla di persone che non conosco se non di nome, ma non posso dirgli che per me sono degli illustri fantasmi. La conversazione è difficile. In altri tempi, in situazioni simili io cercavo di rompere il ghiaccio, ma tante volte la risposta era non solo gelida ma proprio sgradevole al punto che ho cominciato a prendere le distanze senza rimpianti, quello che non capisco è perché continua a chiamarmi, mi ha detto in modo chiaro che non devo illudermi, ma io non ero illuso nemmeno prima che me lo dicesse quasi a brutto muso. Che tra noi non c’era più nulla era evidente già da molto tempo, qualcosa c’era stato, ma queste cose passano come tutte le cose. Se è così contento della sua vita, se ha torme di amici che fanno la fila per andare a prendere una pizza con lui, se per andare a letto con lui si devono prenotare, tanta è la richiesta, perché viene a importunare me? Non gli ho dato corda, ho risposto con distacco e quando ha chiuso il telefono ho tirato un respiro di sollievo. Era un bravo ragazzo e gli volevo bene, adesso è un adulto che si sente arrivato e mi tratta come un suo dipendente. Io per fortuna ho il mio lavoro e la mia casetta e non dipendo certo da lui e di questo vado orgoglioso, non voglio proprio essere di quelli che gli sbavano appresso. C’hai la fila di quelli che ti fanno la corte, ma per me questo fatto è completamente indifferente. Sei diventato un grand’uomo, vuoi insegnare agli altri come si vive, sai sempre tutto, hai la risposta a tutte le domande, pure a quelle che nessuno ti ha fatto. Io mi chiedo se hai mai veramente voluto bene a qualcuno, o anche meno, se hai mai considerato qualcuno alla tua altezza. Non sei più quello che eri anni fa, adesso appartieni alla razza padrona e lo fai pesare, pensi di essere quanto c’è di meglio e io ho il piacere di lasciarti a quelli del tuo mondo. Ti auguro il meglio, ma quello che io penso sia il meglio anche se penso che quelle cose le disprezzeresti e faresti bene, perché non hanno prezzo. Mi arrabbio quasi con me stesso per questa sfuriata in fondo velenosa. Che cosa ho da dirti? In effetti non ti odio, hai fatto quello che più o meno fanno tutti, con un po’ di teatro in più, ma la sostanza è la stessa. Alcuni ricordi del passato forse li porterò con me fino alla fine come immagini di una storia che poteva esistere e forse per un po’ è anche esistita, poi le cose sono cambiate, per te altri valori son diventati dominanti e chi non si adegua resta al palo. Il quaderno vecchio è finito, lo si getta via e se ne comincia uno nuovo.