VITA GAY STANDARD E DEPRESSIONE

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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VITA GAY STANDARD E DEPRESSIONE

Messaggio da progettogayforum » lunedì 1 aprile 2024, 8:46

Caro Project,
leggo progetto da anni e non lo farei se non pensassi che ne vale la pena, è un po’ come guardarsi allo specchio, come poter capire più da vicino come vivono gli altri. Ho passato da poco i quarant’anni, ho un ragazzo più o meno coetaneo col quale convivo da cinque anni e ci vogliamo bene, cioè ci sentiamo coppia. Io non ho più i miei genitori e non ho fratelli o sorelle, lui i genitori li ha ancora. Ai suoi genitori non abbiamo mai detto che siamo una coppia gay, ma non sono per niente stupidi e penso che lo abbiano capito e, onestamente, posso dire che ci trattano col massimo rispetto oltre che con affetto. Li vediamo poco ma, quando capita, il dialogo è spontaneo e pure gradevole. Lavoriamo entrambi da diversi anni e tutto sommato non abbiamo problemi nei nostri ambienti di lavoro. Tirando le somme potremmo dire che le cose ci vanno abbastanza bene, salvo un pizzico di depressione che, nonostante tutto, c’è. L’entusiasmo dei primi tempi, piano piano, è svanito, ed è un peccato, perché era bellissimo. Tra noi non ci sono mai stati problemi di tradimenti o di corna. Tra l’altro tra noi parliamo molto e non di banalità, lui è veramente uno come si deve, lo stimo e penso che sia profondamente onesto, non siamo solo una coppia, siamo prima di tutto amici nel senso serio del termine. E allora da dove viene questa depressione? O magari io la chiamo così ma è solo l’effetto degli anni che passano. Il lavoro ci toglie in buona parte il tempo che sarebbe necessario per dedicarci uno all’altro. Torniamo a casa il pomeriggio con troppe cose per la testa e con troppe cose da fare pure da casa, è un po’ come se la casa fosse diventata una specie di appendice dei nostri posti di lavoro. La domenica sarebbe il giorno per dedicarsi a noi stessi ma le telefonate di lavoro o quasi arrivano anche la domenica e non possiamo spegnere il cellulare. Tra noi il sesso è stato all’inizio una cosa fondamentale, lo è ancora, ma in un modo diverso, diventa quasi una routine che fa parte della vita quotidiana come andare a lavorare. Non abbiamo mai avuto problemi legati al sesso e poi siamo una coppia rigidamente monogamica, nemmeno per scelta o per una specie di accordo non scritto tra noi, ma proprio perché né lui né io abbiamo veramente interesse ad andarci a cercare altro, tanto più perché a quarant’anni il periodo dell’entusiasmo sessuale, se non è passato del tutto, è in netto declino e non è più quello dei vent’anni e noi la nostra vita sessuale ce l’abbiamo e pure senza rischi di malattie proprio perché siamo una coppia stretta, e credo che sia una cosa piuttosto rara. Se faccio un’analisi onesta dei suoi comportamenti, posso solo dire che non ci trovo niente di sbagliato, di eccessivo o di insufficiente. L’intesa è buona anche a livello sessuale. Non facciamo molta vita di relazione, abbiamo pochissimi amici: un’altra coppia gay, un ragazzo gay di 25 anni conosciuto anni fa tramite Progetto, una ragazza lesbica, che era amica del mio compagno già prima che ci conoscessimo, e una coppia etero. La coppia etero sa di noi, che lo sappiano gli amici gay e la ragazza è ovvio. Con questi amici stiamo bene, ma realmente ci vediamo pochissimo, perché manca proprio il tempo per coltivare le amicizie. La ragazza, che non è nemmeno più una ragazza, perché è nostra coetanea, ci invidia e ci dice che siamo stati molto fortunati a poter realizzare un nostro progetto di vita, cosa che a lei non è successa. Ha sognato tutta la vita di trovarsi una ragazza (che non ha trovato) e poi se ne è andata via di casa appena ha potuto, quando ha capito che i suoi genitori stavano pensando di indurla con pressioni pesanti a sposarsi, cosa che lei non avrebbe mai fatto, dice: “a costo di finire a fare la barbona per strada.” Adesso vive sola e penso che abbia pochissimi amici. Quando penso che lei ci invidia, quel po’ di depressione che sento mi passa e mi sento veramente fortunato. Se avessi trovato un altro ragazzo, meno compatibile del mio attuale compagno, non so proprio come sarebbe andata a finire, ma penso che sarei andato a finire proprio come la nostra amica. Oggi come oggi, non abbiamo problemi relativi al fatto che siamo una coppia gay, forse anche perché (e questo non te l’ho ancora detto) noi viviamo insieme ma non in un condominio pieno di gente, ma in una casetta singola fuori città, con un bel pezzo di terra intorno, che ci isola dal contesto sociale. Cioè in pratica non abbiamo vicini e credo che pochissimi abbiano capito che viviamo insieme. Tra l’altro facciamo lavori diversissimi e in posti piuttosto lontani, abbiamo due macchine perché non sarebbe possibile averne una e lui ha mantenuto la residenza a casa dei genitori. Cioè non siamo una coppia nemmeno a livello anagrafico. Forse mi piacerebbe avere altri amici, in particolare altri amici gay, francamente non credo che la cosa potrebbe mettere in crisi in qualche modo la nostra vita di coppia, però alla fine, se non succede va bene lo stesso. Le malinconie, che io chiamo depressione, sono cominciate dopo che ho compiuto 40 anni. Lui li aveva compiuti da poco. Si vede che quella è una data che rappresenta una svolta nella vita. Le coppie etero hanno i figli e a queste malinconie ci pensano poco. Noi gay non abbiamo figli e sappiamo che la nostra vita di coppia non ha significati che vadano al di là delle nostre vite individuali. E allora un po’ di malinconia del tempo che passa si avverte. Mi rendo conto sul lavoro che i colleghi neo-assunti mi trattano come uno che appartiene ad un’altra dimensione, mi rispettano, ma non mi considerano alla pari, forse vedono che non do confidenza a nessuno e magari pensano che sia per spocchia e non per autodifesa. Al lavoro nessuno fa domande strane, quasi mi temono, perché parlo pochissimo e solo di lavoro e non mi lascio coinvolgere in faide verbali o in polemiche di carattere più o meno politico. Col mio compagno ci sono ancora momenti di tenerezza, specialmente quando lo vedo stanco e stressato, quando succede ci sediamo sul divano e io lo stringo a me e lui si sente confortato e questo mi fa stare benissimo. In quei momenti tutte le malinconie svaniscono e la comunicazione è intensissima. Lui usa una tecnica un po’ diversa, quando mi vede proprio a terra, si stende sul letto accanto a me e mi stringe la mano e certe volte ci addormentiamo così, mano nella mano. Eppure, Project, in certi momenti provo delle sensazioni di tremenda malinconia, glielo dico, ne parliamo, anche molto seriamente, e lui comincia a pensare che forse ne dovrei parlare con un medico, parliamoci chiaro: con uno psichiatra. Io non ho paura delle parole e penso che uno psichiatra sia un medico come gli altri, ma non credo che sarebbe utile, i farmaci forse potrebbero fare qualcosa, ma non credo che sia un problema di tipo clinico, è quasi come se le cose che vanno tutte bene creassero una monotonia che rischia di mettere in crisi gli equilibri individuali. Magari quando andremo in pensione sarà diverso, ma ci mancano ancora almeno 25 anni e onestamente fare i conti con un futuro così lontano mi sembra azzardato. Vedi, non so nemmeno che cosa scriverti perché tutto diventa standard, tutto è previsto e prevedibile e onestamente mi auguro solo che non ci arrivi tra capo e collo qualcosa di tremendo a sconvolgerci la vita e a renderla piena di imprevisti. Quando leggo il forum, ci trovo la vita di tanti ragazzi che ne passano di tutti colori, io non ho passato niente di sconvolgente, la mia vita è standard in tutto, oggettivamente non ho proprio nulla di cui possa lamentarmi e non ho nemmeno nulla da desiderare però la malinconia c’è, me la porto appresso e vedo che anche il mio compagno passa esperienze analoghe e allora penso che il problema, se c’è un problema, sia proprio nello stabilizzarsi della vita di coppia, nel diventare come una coppia sposata tradizionale che alla fine si accorge di avere costruito una routine che è soddisfacente solo fino ad un certo punto. Sono un animale raro o ci sono coppie con esperienze analoghe? Noi non siamo una coppia problematica, ma forse anche non essere una coppia problematica è un modo di essere comunque fuori dalla realtà degli altri.
memo84

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