COPPIA GAY O NON COPPIA GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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COPPIA GAY O NON COPPIA GAY

Messaggio da progettogayforum » giovedì 11 aprile 2024, 20:01

Ciao Project,
vedo che ultimamente il forum tira alla grande, pochissimi scrivono, ma molti, veramente tanti, leggono. In questo momento ci sono 75 persone, molti scaricano i libri o il manuale. In effetti Progetto sopravvive anche alla tempesta dei social perché è proprio un’altra cosa, forse anche perché non è un contenitore di sfoghi individuali, o peggio dell’aggressività non controllata di gente frustrata. È rimasto un posto particolare, come era tanti anni fa.

La ragione di questa mail, però, è un’altra. Non sento il mio ragazzo da diversi giorni, accede regolarmente su WhatsApp, quindi non sono preoccupato, e poi è già successo altre volte che non si è sentito per lunghi periodi. L’ultima volta che ci siamo sentiti ho avuto l’impressione che avesse in mente di tagliare i ponti con tante sue conoscenze, che a suo dire approfittano un po’ di lui, perché in genere non dice di no a nessuno, non ho avuto l’impressione che volesse tagliare i ponti anche con me. Non credo che pensi che io abbia mai approfittato di lui, però penso di essere per lui una specie di seconda scelta, cioè penso che, se non trova proprio quello che vuole, allora posso andare bene anche io.

Dice di essere lui ad approfittarsi di certe persone, ma questa è una cosa tutta sua e soggettiva, che secondo me non ha alcun fondamento. Il mio problema, in fondo, è banale: chiamarlo o non chiamarlo? Parlare con lui è facile e gradevole, se gli gira bene, ma se gli gira male è distante e ispido. Ci avviamo ormai verso i 40 e, per quanto facciamo per tenerci su di tono, comunque siamo un bel po’ frustrati, lui e io, per motivi diversi.

Io ho sempre paura di rompergli le uova nel paniere, di disturbarlo in un momento per lui importante e tendo a non chiamarlo, mentre lui mi chiama in pratica solo se gli gira male, se ha altro da fare non perde tempo con me e me lo dice pure, mentre se si deve lamentare, gli altri non sono adatti, e io posso andare bene. Non è lagnoso, niente di tutto questo, poche frasi e molto taglienti e capisci che gli gira male e che è bene starsi zitti.

Non mi sento il suo amante, qualche volta capita che si faccia anche un po’ di sesso, che lui per certi versi vuole e per certi versi considera un po’ come un cedere senza una vera motivazione, cioè senza una motivazione veramente sua, cioè forte. Secondo me la motivazione c’è e pure forte, solo che magari lo vorrebbe fare non con me ma con chi vorrebbe lui, ma siccome con quello non si può allora ripiega sul supplente, ma forse non è nemmeno così. Il sesso è una cosa strana: prima è la cosa fondamentale, dopo ti sembra sempre una cosa banale che hai fatto con la persona sbagliata ecc. ecc..

D’altra parte le persone alle quali tiene di più, dopo un po’, lo allontanano o lo strumentalizzano, cosa che lui prima sopporta ma poi non ce la fa più e quelle persone le manda sonoramente a quel paese. Poi c’è il capitolo lavoro, che pesa, e molto, sull’umore.

Lui lavora, secondo me ad un ottimo livello, ma è sempre deluso, si sente non adeguatamente valutato, non adeguatamente preso in considerazione, però nell’unica volta in cui mi è capitato di parlare con un suo collega di lavoro, ho notato che lo rispettano molto e forse, soprattutto, lo temono, perché non è molto politico nella gestione dei rapporti con i colleghi, cioè parla chiaro, e anche coi superiori.

Non siamo mai stati una coppia, ma adesso siamo forse solo due amici che in qualche modo si vogliono bene. Non viviamo uno per l’altro, ma abbiamo una qualche funzione uno per l’altro, piuttosto indefinibile ma reale. Noi ci conosciamo a fondo e ci fidiamo uno dell’altro, e direi che questa è la base del nostro rapporto. Ci rinfacciamo le nostre frustrazioni, le nostre debolezze, perché sappiamo che tra noi possiamo sfogarci, dircene pure quattro, se serve, ma senza il rischio di distruggere nulla. Il nostro rapporto è limitato a poche cose ma molto solido. Oggi io non ho paura che lui possa sparire, perché non è mai successo, però non mi potrei in nessun modo illudere che lui possa diventare il mio ragazzo nel senso classico del termine e nemmeno in un senso non classico.

Essere amici va bene a tutti e due, con un pizzico di sesso, se capita, però vorrei vederlo, vorrei parlargli, lui forse si arrabbierebbe e mi manderebbe a quel paese, ma prima di andarsene mi direbbe. “Tranquillo, va tutto bene!” E non è una frase stupida, è la conferma che non è crollato nulla.

Lo vorrei vedere felice, ma non succede, certe volte pensavo che i progressi nella carriera lo potessero fare stare meglio, ma non è successo niente di simile: i successi sono arrivati e per niente minimi, ma l’umore è rimasto depresso nonostante tutto. Certe volte penso che non lo chiamo perché gli creerei una distrazione dai suoi obiettivi, cosa che non deve accadere.

Una volta mi ha detto. “Non ti ho mai rimproverato di avermi chiamato troppo.” E lo credo, perché io non lo chiamo quasi mai. Quando mi ha rimproverato di non chiamarlo ho provato a chiamarlo io, parlavamo un po’, ma era un obbligo di cortesia e alla fine si sentiva ancora più contrariato o mi diceva: “Ma io non sono il tuo ragazzo!” Cosa che mi sarebbe piaciuta ma non ha mai avuto il minimo fondamento.

In teoria di lui dovrei, o almeno potrei infischiarmene, ma non succede, però anche lui potrebbe semplicemente sparire nel nulla e io non lo andrei a cercare, ma non è mai sparito. La nostra è un’amicizia a bassa intensità. Niente scariche di adrenalina, moltissime pause, e qualche perla rara (e non è un modo di dire) perché certe volte mi stupisce proprio e in fondo è anche per questo che gli voglio bene. Non devo fare nessuna scelta di principio, so benissimo che le cose andranno avanti lo stesso, mi chiedo solo se oggi sarebbe meglio chiamarlo o aspettare ancora, è il mio dubbio amletico quotidiano quasi ossessivo!

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