STILI SESSUALI GAY

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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STILI SESSUALI GAY

Messaggio da progettogayforum » sabato 8 luglio 2023, 13:47

La personalità sessuale, proprio perché è una parte costitutiva fondamentale della personalità, è una caratteristica strettamente individuale legata sia alla costituzione fisica, ossia alla genetica-epigenetica individuale, che al background costituito dall’insieme delle esperienze precedenti, sia in campo affettivo-sessuale che in ambito genericamente relazionale.

La personalità sessuale si manifesta nell’adozione di un particolare stile sessuale, cioè di una particolare modalità di gestione degli approcci sessuali. Lo stile sessuale di un individuo dice molto della personalità profonda di quell’individuo, delle sue aspirazioni, delle sue frustrazioni della sua ricerca di conferme e di stabilità.

La personalità sessuale non ha nulla a che vedere con l’atteggiamento esterno, socialmente rilevabile, nei confronti della sessualità, che, proprio perché entra in gioco nell’ambito delle relazioni sociali, deve tenere conto delle attese sociali e di quanto è socialmente accettabile o non accettabile. Lo stile sessuale si manifesta esclusivamente nell’ambito di contatti strettamente interpersonali nei quali interviene la sessualità in modo determinante o come pulsione di fondo, o come finalità o con fini strumentali collegati ad aspetti profondi della personalità individuale.

Proprio perché gli stili sessuali sono tipici delle relazioni interpersonali a due, essi possono essere classificati proprio su questa base in tre gruppi:
1) Stile dominante; 2) Stile paritario; 3) Stile remissivo.

Nello stile dominante e in quello remissivo esiste una precisa assunzione di ruolo che può essere definita a priori, ossia indipendentemente dalla persona del partner e dalla storia della relazione, o può essere determinata proprio dalla relazione e dalla personalità del partner. Potremmo quindi specificare la classificazione come segue:

1) Stile dominante a priori;
2) Stile dominante in relazione alla personalità del partner
3) Stile paritario;
4) Stile remissivo in relazione alla personalità del partner.
5) Stile remissivo a priori.

Andrebbe comunque aggiunta una ulteriore categoria detta di Stile variabile, in cui, nell’ambito di una relazione lo stile assunto da uno dei due partner può cambiare, o per motivi dipendenti dalla storia della relazione e dalla storia sessuale dell’individuo, o per ragioni legate all’ansia, allo stress e alle frustrazioni esterne all’ambito della sessualità:

6) Stile variabile relazionale
7) Stile variabile per motivazioni esterne

Una particolare attenzione va riservata al cosiddetto Stile paritario, che non comporta di per sé alcuna assunzione di ruoli. Lo stile paritario rappresenta una condizione di equilibrio nell’ambito di una relazione sessuale. Detto equilibrio, che non è rigido ma deve rispondere alle esigenze di entrambi i partner, viene dal bilanciamento di spinte e controspinte. Esistono situazioni in cui quando ci si sposta dalla posizione di equilibrio intervengono immediatamente dei meccanismi di compensazione che tendono a ricostituire l’equilibrio, e in questo caso si può parlare di Stile paritario stabile, ma esistono anche situazioni in cui l’allontanamento dall’equilibrio non viene immediatamente compensato e l’equilibrio si perde definitivamente, in questo caso si può parlare di Stile paritario instabile.

Riassumendo, possiamo classificare gli stili sessuali come segue:

Stile dominante a priori;
Stile dominante in relazione alla personalità del partner;
Stile paritario stabile;
Stile paritario instabile;
Stile remissivo in relazione alla personalità del partner.
Stile remissivo a priori.
Stile variabile relazionale
Stile variabile per motivazioni esterne

Cerchiamo ora di dare una panoramica dei comportamenti e degli atteggiamenti mentali più tipici di ciascuno stile.

STILE DOMINANTE A PRIORI Lo stile sessuale dominante a priori è spesso il risultato di una educazione che, attraverso i discorsi e gli esempi, tende a identificare la persona con il suo atteggiamento verso la sessualità sottolineando le espressioni che premiano i ruoli dominanti, come “maschio alfa”, “l’uomo che non deve chiedere mai”, ecc. ecc.. In questo campo la sessualità fisica prevale nettamente sull’affettività, vista come caratteristica debole, tendenzialmente femminilizzante. Chi ha uno stile sessuale dominante a priori utilizza il partner più che creare un rapporto interpersonale con lui, tende a creare un rapporto di dominanza-subordinazione, esprime giudizi di svilimento della sessualità del partner: “ti devo svezzare”, “devi crescere”, “ti devo insegnare tutto”, non ammette rifiuti o dilazioni, non ascolta le lamentele del partner, quando si rende conto di non avere più una posizione dominante e di essere stato ormai messo da parte, passa facilmente oltre ritenendo l’altro un debole, uno stupido che si è fatto sfuggire un’occasione d’oro che non si ripeterà più.

STILE DOMINANTE IN REAZIONE ALLA PERSONALITA’ DEL PARTNER Esistono e non sono rari i casi un cui la scelta di un ruolo discende proprio dalla personalità del partner e dalla storia precedente della relazione, o da condizioni oggettive che determinano a priori uno sbilanciamento almeno iniziale degli equilibri, come per esempio una notevole differenza di età o di condizione sociale o economica. In molti casi non si tratta neppure di posizioni dominanti quanto piuttosto protettive che sono destinate a cambiare nel corso del tempo se la relazione resisterà allo scorrere del tempo. Un individuo che presenta un vero stile dominante in relazione alla personalità del partner, tende ad occupare tutti gli spazi che il partener ritenuto più debole gli lascia liberi, in qualche modo parassitandolo, rendendolo succube, almeno fin quando la sua capacità di sopportazione regge.

STILE PARITARIO STABILE Un individuo che presenta uno stile sessuale paritario stabile tende a costruire e a mantenere un rapporto in cui non sono definiti ruoli di nessun genere, né a priori né a posteriori, e in cui la regola di fondo è la parità tra i partner. I ruoli paritari stabili si stabiliscono quasi sempre, con l’andare del tempo, anche nei rapporti intergenerazionali di lunga durata. I partner che adottano uno stile sessuale paritario stabile sono sensibili agli stati di tensione che si manifestano all’interno della coppia e hanno il buon senso di reagire in modo morbido quando le tensioni superano certi limiti. L’obiettivo di fondo dello stile paritario stabile non è il rispetto di un ruolo a priori ma il mantenimento della stabilità della coppia, al quale tutto il resto è subordinato. Ovviamente anche in una coppia caratterizzata da uno stile sessuale paritario stabile da parte di entrambi i partner non c’è comunque identità assoluta nel modo di intendere e di vivere la sessualità, ma le capacità di adattamento reciproco sono notevoli e questo comporta che due sessualità per certi aspetti anche piuttosto diverse possano trovare un punto di equilibrio. È la caratteristica sensazione del “lui è diverso da me ma stiamo bene insieme”. In genere all’interno di una coppia con una sessualità paritaria stabile c’è notevole stima reciproca, cioè si considera il proprio partner veramente alla pari e c’è dialogo sostanziale, ossia non ci sono argomenti tabù o rimossi di nessun genere. Il dialogo, quando è sostanziale, cioè quando mira a una comunicazione seria e non è una semplice sottolineatura del disagio o una rivendicazione di maggiore protagonismo, è il primo meccanismo di riequilibrio dell’armonia di coppia. Non c’è bisogno che il dialogo sia costante ma è necessario che sia autentico.

STILE PARITARIO INSTABILE Lo Stile paritario instabile, si potrebbe anche definire Stile dei patti e degli accordi. In sostanza, i due partner tendono a garantirsi una relazione stabile di coppia definendo di comune accordo un codice di comportamento che, in ipotesi, potrebbe garantire la parità. Il meccanismo dello Stile paritario instabile è per alcuni aspetti analogo al regime matrimoniale, nel quale la legalizzazione del rapporto crea diritti e obblighi che finiscono per avere soltanto una base pattizia e non affettiva. Una relazione affettiva costruita su basi così fragili può anche reggere finché non interviene uno sconvolgimento sufficientemente forte da scuotere e mettere in crisi i fragili fondamenti della relazione. La fragilità dello stile paritario instabile sta proprio nella rigidità formale dei patti espliciti o sottintesi tra i partner.

STILE REMISSIVO IN RELAZIONE ALLA PERSONALITA’ DEL PARTNER Si tratta in buona sostanza di un adattamento che, al fine del mantenimento della relazione, induce uno dei due partner ad accettare una posizione debole in confronto all’altro, nella presunzione, spesso sbagliata, che un tale comportamento possa indurre il partner ad atteggiamenti più protettivi. Spesso, nei matrimoni combinati (tra un uomo e una donna), la donna era indotta ad assumere uno stile sessuale remissivo per evitare conflitti con il marito. È evidente che scelte di questo genere, sono nella sostanza niente altro che imposizioni accettate perché non è possibile o è troppo difficile adottare un comportamento diverso. Situazioni di questo tipo, che erano comunissime nell’Inghilterra vittoriana nelle relazioni tra giovani aristocratici ricchi e ragazzi poveri di estrazione proletaria, esistono anche nel mondo gay di oggi, specialmente quando il livello socio-economico di uno dei due partner è molto diverso da quello dell’altro. Lo stile remissivo di adattamento indica una relazione non sana, in cui uno dei due partner “deve” adeguarsi e l’altro non si accorge del disagio del partner ma approfitta addirittura della sua debolezza. Situazioni del genere sono state comuni in rapporti che benché apparissero come rapporti di coppia, erano di fatto veri rapporti di prostituzione.

STILE REMISSIMO STABILE A PRIORI L’adozione di uno stile sessuale remissivo stabile a priori può essere riferita a situazioni per alcuni aspetti patologiche, non nel senso psichiatrico ma nel senso relazionale, nelle quali uno dei due partner è portato a credere che “in ogni caso” accettare una condizione di remissività possa rappresentare qualcosa di positivo, perché una relazione, per quanto patologica, offre comunque una protezione rispetto ad altri rischi provenienti dall’ambiente sociale. Un po’ come accadeva qualche secolo fa, quando si riteneva che la condizione della donna sposata fosse “in ogni caso” preferibile a quella della donna nubile o della vedova. Ovviamente l’adozione di stili sessuali stabilmente remissivi a priori non ha niente a che vedere con le scelte affettive o con i desideri sessuali, ma risponde soltanto ad esigenze di generica protezione sociale. Situazioni del genere possono esistere anche nel mondo gay, per quanto siano oggi piuttosto eccezionali.

STILE VARIABILE RELAZIONALE Questo stile sessuale è caratteristico di persone il cui equilibrio complessivo è significativamente variabile in relazione al momento emotivo che attraversano, con oscillazioni che vanno da comportamenti altruistici, non possessivi e di grande generosità, nei momenti favorevoli, a reazioni di chiusura e assunzione di posizioni di principio drastiche nei momenti di stress, di frustrazione o di scoraggiamento. Va sottolineato che il comportamento di chiunque è significativamente orientato dal particolare momento emotivo e che anche quando i comportamenti dipendono fortemente dal momento e presentano forti oscillazioni, non è affatto detto che essi possano mettere in crisi una relazione, proprio per il fatto che lo stile variabile relazionale presenta anche picchi di notevole positività che possono compensare in gran parte gli effetti negativi dei momenti grigi. Uno stile sessuale variabile può allarmare il partner solo quando la variabilità non appare in nessun modo correlata con l’andamento della vita di coppia, quando cioè ci si rende conto che il proprio partner ha comportamenti che non appaiono oggettivamente motivati dall’andamento della vita di coppia. In questo caso si ricade nell’ultima categoria cioè quella dello

STILE VARIABILE PER MOTIVAZIONI ESTERNE In questo caso si può arrivare a capire e a giustificare un comportamento instabile se si riesce ad individuare una causa esterna al rapporto di coppia di portata tale da giustificare un cambiamento di comportamento. In situazioni del genere, se non interviene una fase positiva in tempi brevi, si corre il rischio di stressare l’altro partner chiedendogli e quasi pretendendo da lui spirito di adattamento e buona volontà, cosa che può accadere una volta ma che, se si ripete, rischia di mettere seriamente in crisi la relazione.

Gli stili sessuali possono essere caratterizzati, oltre che tramite il modello relazionale, anche tramite il senso e il valore che si attribuisce alla sessualità in rapporto all’affettività e alle modalità con la quale si lancia al partner un segnale che sottintende disponibilità sessuale o bisogno di un contatto sessuale. Va chiarito che anche all’interno di coppie stabili e di lunga esperienza, prendere l’iniziativa sessuale non è affatto una cosa scontata e può creare un certo imbarazzo, perché il rischio della banalizzazione e della ritualizzazione della sessualità è reale. Gli approcci procedurali sono qui di diversi tipi:

APPROCCIO PASSIONALE Uno dei due partner si dimostra particolarmente interessato e coinvolto, portato quasi da una frenesia irresistibile e centrato quasi esclusivamente sulle proprie reazioni e sui propri bisogni, l’attenzione all’altro partner è limitata o assente. Un approccio del genere può servire talvolta a vincere esitazioni e incertezze ma è difficile che possa durare come approccio stabile, perché quanto più è ripetuto tanto meno è credibile e rischia di trasformarsi in una recita.

APPROCCIO AFFETTIVO In genere l’approccio affettivo, per avere successo deve essere condiviso da entrambi i partner, in caso contrario rischierebbe di non incontrare la sintonia dell’altro partner. Quando l’approccio affettivo è condiviso, la sessualità si presenta come il normale sviluppo dell’affettività e non come un’attività staccata e a se stante. L’attenzione alle reazioni del partner è alta e la sessualità non è né ritualizzata né ripetitiva, ma costruita secondo le necessità che si manifestano momento per momento. Il contatto sessuale è diluito nel tempo, mescolato con atteggiamenti affettivi non specificamente sessuali, come lo stare nudi insieme, il ridere, lo scherzare, il distrarsi parlando d’altro. Va sottolineato che questi comportamenti non sono fughe dalla sessualità ma solo modi per inserirla nei ritmi normali della vita quotidiana, evitando di considerarla un’attività separata.

APPROCCIO NORMALIZZANTE Quando l’approccio affettivo non è pienamente condiviso, quello dei due partner che se ne sente maggiormente attratto tende, in modo più o meno cosciente, a sottolineare la dimensione affettiva della sessualità così da farla apparire una componente normale della vita quotidiana. In questi casi, però, i tentativi corrono spesso il rischio di non essere capiti e di essere addirittura controproducenti, perché il partner meno affettivo può considerarli una specie di rifiuto verso il suo modo “più diretto” di concepire la sessualità.

APPROCCIO GIOCOSO L’approccio giocoso può essere relativamente stabile, se condiviso, ma appare come un modo per indurre il partner a superare le proprie inibizioni, se è posto in essere nei confronti di un partner molto inibito. Va sottolineato che il partner più inibito potrebbe considerare aggressivo e sostanzialmente violento, nonostante le apparenze del gioco, il tentativo di indurlo a un coinvolgimento sessuale non pienamente voluto o non ancora completamente accettato, e questo rischio va evitato in ogni caso.

APPROCCIO SPERIMENTALE L’approccio sperimentale è totalmente centrato su quello che si fa e non sulla persona con la quale lo si fa, è un approccio immaturo dovuto più alla curiosità che ad un interesse affettivo verso il partner. Chi segue un approccio sperimentale propone insistentemente al partner nuove esperienze anche se si rende conto che le proposte non incontrano l’entusiasmo quanto la perplessità e nel migliore dei casi, l’acquiescenza passiva del partner, che dopo l’esperienza è bombardato di domande con una risposta implicita contenuta nella domanda stessa, del tipo: “è vero che ti eccita?”.

IL RIFIUTO
Una riflessione a parte va fatta su un concetto delicatissimo che interviene nelle relazioni sessuali e cioè sul concetto di rifiuto più o meno radicale della sessualità del proprio partner. Costruire una relazione interpersonale, a qualunque livello, vuol dire comprendere e rispettare il mondo del partner, i suoi bisogni, le sue debolezze, le sue frustrazioni. Queste cose sono già difficili nelle relazioni che non coinvolgono la sessualità ma possono diventare un elemento critico nelle relazioni sessuali. Quando entra in gioco la sessualità, comprendere e rispettare vuol dire dover necessariamente tenere conto della sessualità del partner e in qualche modo integrarla con la propria, e non va mai dimenticato che il partner è un’altra persona che, per quanto affine, ha una sua concezione della sessualità e un suo modo di viverla. Accettare in teoria la sessualità di un altro è facile quando non ci sono coinvolgimenti sessuali ma può essere difficilissimo quando i coinvolgimenti sessuali ci sono, perché questo significherebbe allargare il proprio orizzonte sessuale ad una diversa visione della sessualità, che non appare sempre condivisibile. In genere a questi aspetti si presta poca attenzione, dando per scontato che una volta arrivati al sesso le cose andranno avanti da sé senza alcun problema, cosa che non è quasi mai vera. Bisognerebbe chiedersi fino a che punto si è veramente disponibili a cambiare i propri punti di vista, prima di avviare una relazione sessuale, ma questa valutazione, dovrebbe basarsi su una conoscenza seria del partner, cosa che è molto difficile che si realizzi prima dell’avvio del rapporto. Quindi, in genere, si procede, dando per scontato che le cose troveranno da sé la loro strada. Una volta avviata una relazione sessuale, però, i nodi vengono al pettine. Da un lato c’è la tendenza a portare comunque avanti la relazione, perché almeno in teoria, essa appare gratificante e sembra che la prospettiva che le cose possano cambiare nel senso da noi voluto sia sempre valida, dall’altro però si avvertono sempre di più le dissonanze tra il proprio modo di intendere la sessualità e quello del partner e cominciano a presentarsi forme di rifiuto più o meno velato nei confronti del partner nel tentativo di portarlo nel nostro mondo. A questo punto, se c’è un rapporto affettivo vero ed è possibile parlare chiaro si può arrivare a superare il problema con un adattamento reciproco e condiviso, che non deve essere neppure dichiarato, ma basta che si realizzi nei fatti. Se la volontà di salvare il rapporto è più forte della tendenza a prevalere nel confronto, la relazione potrà crescere su basi solide, in caso contrario andrà incontro a conflitti più o meno dichiarati, fino alla rottura o ad una prosecuzione sostanzialmente svuotata di significato. Va sottolineato che quando si sta costruendo una relazione sessuale, un rifiuto opposto ad una richiesta cui il partner attribuisce un significato importante equivale ad un rifiuto della persona.

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