ATTRAZIONE SESSUALE GAY

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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progettogayforum
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ATTRAZIONE SESSUALE GAY

Messaggio da progettogayforum » sabato 14 ottobre 2023, 12:17

L’attrazione sessuale è un meccanismo psico-fisiologico complesso che, in risposta a determinati stimoli, provoca una reazione di interesse e di coinvolgimento psico-sessuale, che si manifesta sia a livello psico-emotivo, come stato di eccitazione, che a livello fisiologico attraverso l’erezione e in alcuni casi anche l’eiaculazione. Gli stimoli più comuni che innescano i meccanismi psico-fisiologici dell’attrazione sessuale sono soprattutto di tipo visivo, uditivo e tattile, ma anche la percezione del calore emanato dal corpo dell’altro e perfino il pensiero dell’altro possono essere uno stimolo capace di produrre reazioni sessuali. Le forme di coinvolgimento possono variare dai massimi livelli di sublimazione, in assenza di qualsiasi reazione fisiologica sessuale percepibile, alla vera e propria dipendenza sessuale.
L’esperienza quotidiana insegna che l‘attrazione sessuale, è sempre fortemente selettiva e questo vale ovviamente anche in campo omosessuale. Le persone che esercitano su di noi una vera attrazione sessuale sono decisamente poche, tutte le altre persone sono per noi sessualmente del tutto o quasi del tutto neutre. Quando l’attrazione sessuale appare generalizzata verso tutti gli individui maschi, per il solo fatto che sono maschi, si giustifica il sospetto che la sessualità sia fortemente condizionata da meccanismi ossessivi e compulsivi. La selettività dell’attrazione sessuale è legata al fatto che a partire dall’adolescenza, attraverso la masturbazione, si definiscono e si rafforzano gli archetipi sessuali di ciascun individuo, ossia le caratteristiche, prima di tutto fisiche ma anche caratteriali, comportamentali e mentali del modello di persona che riteniamo sessualmente attraente. Non è detto che per ciascun individuo ci debba essere un solo archetipo sessuale, ma gli archetipi sessuali individuali sono in genere un numero molto limitato. La vita sessuale di un individuo adulto è fortemente orientata dagli archetipi sessuali creatisi nell’adolescenza. È un fatto risaputo che i fruitori di pornografia (e qui mi riferisco alla pornografia gay), in genere non scelgono i video per il tipo di azione che vi si svolge ma per gli attori che in quel video recitano. È noto altresì che i fruitori di pornografia gay scelgono prevalentemente video con attori che hanno caratteristiche fisiche molto simili o che appartengono a gruppi etnici molto vicini, perché per quei soggetti, quei video risultano particolarmente eccitanti. Il meccanismo di selezione del video porno da vedere è analogo a quello che orienta l’interesse sessuale verso questa o quella persona reale.
L’attrazione sessuale, in condizioni di normalità, è, o dovrebbe essere in ogni caso, un meccanismo spontaneo sostanzialmente automatico, ossia che si innesca da sé, in presenza degli stimoli giusti, accade tuttavia che in alcune situazioni (rare), il meccanismo sia inibito in radice da remore, condizionamenti e complessi di varia origine che frenano talmente la risposta sessuale da renderla di fatto così problematica e ansiogena che i meccanismi soppressivi riescono reprimerla prima che essa possa manifestarsi; tuttavia, anche quando il meccanismo dell’attrazione sessuale non è inibito, esso non opera in modo meccanico perché l’attrazione sessuale primaria può essere frenata molto rapidamente quando le attese che essa suscita non trovano alcuna risposta o, peggio, trovano risposte dissonanti o disinteressate. L’esempio classico di questo meccanismo può essere riassunto in questo frammento di mail.
“Mi piaceva molto e dopo un po’ di tira e molla mi sono deciso ad invitarlo a prendere un caffè insieme, alla pausa delle 11.00, ma lui mi ha risposto che oggi non poteva e si sarebbe potuto fare magari un altro giorno, ma era evidente che non gliene fregava proprio niente.”
La risposta più immediata e indicativa di una seria disponibilità a mantenere i contatti consiste proprio nel non lasciare cadere nel nulla un’occasione di contatto e nell’accettare immediatamente e incondizionatamente ogni proposta che presupponga il mantenimento o il rafforzamento del contatto. In alcuni casi l’attrazione sessuale primaria non incontra alcuna forma di rifiuto né alcuna manifestazione di disponibilità perché, per ragioni ambientali o di opportunità, manca proprio l’occasione di un contatto interpersonale anche minimo che possa manifestare quel rifiuto o quella disponibilità; in questi casi, quando cioè l’attrazione sessuale manca di ogni possibile riscontro, le costruzioni mentali del tutto unilaterali aumentano senza alcuna possibilità di verifica e aumentano anche le aspettative proiettate su un rapporto di fatto inesistente che, alla prova dei fatti, potrebbe risultare anche radicalmente deludente.
Il disinteresse non manifestato, magari per ragioni di cortesia, o comunque non sottolineato da parte dell’ipotetico partner è in genere visto come un elemento positivo che nasconderebbe timidezza ma dietro il quale si tende a vedere una risposta potenzialmente positiva.
I segni di disponibilità sessuale troppo espliciti non sono in genere graditi, sono invece preferiti i segnali di disponibilità più sfumati come la tendenza a rispondere col sorriso, il non sottrarsi al dialogo, il concedere molto tempo all’ascolto dell’altro, la tendenza creare una conversazione di tipo più intimo e a fidarsi dell’altro. In genere manifestare garbatamente la propria disponibilità è molto gradito mentre richiedere al partner risposte chiare e impegnative è considerato un comportamento dominante e aggressivo. In sintesi: “la disponibilità si offre ma non si può pretendere!”
Quando l’interesse reciproco è ormai acclarato restano da fare ancora i passi più difficili, ossia quelli legati ai primi contatti fisici. Passare dal livello delle parole e del dialogo, anche serissimo, al livello del contatto fisico, anche limitato solo al tenersi per mano, alle carezze e a quelle che si chiamano comunemente coccole è comunque molto difficile. Va sottolineato che se due ragazzi hanno tra loro una forma di dialogo caratterizzata da assoluta sincerità e da assenza di tabù, anche su argomenti di tipo intimo, tra quei due ragazzi non è affatto detto che si possa creare un contatto fisico, perché il contatto fisico, anche minimo, come il tenersi per mano, ha dei risvolti emotivi molto più profondi del contatto verbale. Un dialogo serio si può costruire anche al telefono o in chat, senza conoscersi di persona, mentre un contatto fisico richiede in ogni caso la presenza effettiva di due persone e la disponibilità reciproca al contatto fisico. Si può dire che quando parliamo con persone che non conosciamo, utilizziamo per farcene un’idea i pochi elementi che abbiamo a disposizione e completiamo il quadro definendo tutti gli elementi di cui non abbiamo alcuna conoscenza attraverso meccanismi proiettivi, e quindi proiettando nell’altro i nostri desideri. Per esempio, dietro una bella voce (cioè una voce che a noi piace) diamo per scontato che ci sia una bella persona (bella nel senso di conforme ai nostri desideri), è evidente che questo meccanismo può portare a proiezioni lontanissime dalla realtà. È frequente che molte amicizie serie nate in internet spingano i partner ad incontrarsi di persona, nella convinzione che l’amicizia possa trasformarsi in una relazione sessuale, ma l’esperienza insegna che questa possibilità resta nella maggioranza dei casi irrealizzata, perché al momento del primo contatto di persona i meccanismi tipici dell’attrazione sessuale – che non sono di tipo mentale ma di tipo immediatamente fisiologico – possono non scattare. Questo significa che perché si possa parlare di relazione sessuale di coppia, ossia di attrazione sessuale reciproca, è indispensabile che i due partner si conoscano di persona per un tempo sufficiente a capire se l’interesse sessuale c’è effettivamente e soprattutto se è reciproco, perché nessuna attrazione sessuale unilaterale, per quanto forte sia, può costruire un rapporto di coppia, che richiede necessariamente la reciprocità dell’attrazione sessuale.
Va sottolineato che nei rapporti in cui manca la conoscenza personale tra i partner e tutto resta a livello di conversazione telefonica o di chat, si assiste spesso al fenomeno della “deriva del linguaggio amoroso”: i partner si lasciano andare ad un linguaggio affettivo tipico delle coppie realmente innamorate, dando quasi per scontato che il rapporto evolverà fino a quel livello, poi, però, al momento dell’incontro di persona, può arrivare una inattesa doccia fredda, o perché i meccanismi dell’attrazione sessuale intervengono solo unilateralmente o perché non intervengono affatto.
Nelle coppie omosessuali maschili il momento del passaggio ai primi contatti fisici può andare incontro ad un problema particolare, il cosiddetto “rifiuto delle coccole”, perché uno dei due partner è abituato a ritenere le coccole una cosa da donne o comunque poco virile, che va messa da parte senza esitazione per passare al sesso nel senso più immediato della parola. È chiaro che se uno dei partner ritiene che le coccole siano importanti proprio come manifestazione dell’affettività che apre poi la strada a una sessualità fortemente affettiva, mentre l’altro valuta le cose in modo radicalmente diverso, il rischio di una crisi di coppia, prima della realizzazione della coppia stessa, diventa piuttosto concreto. È difficile in questi casi trovare un punto di conciliazione.
Come in tutte le questioni relative alla sessualità e in genere alle relazioni interpersonali, difficile non vuol dire impossibile, perché l’elemento personale, in questi casi, è determinante più della oggettività esterna della situazione, e qui si manifesta il carattere fondamentale della vita di coppia. Se le difficoltà si superano e vengono archiviate per la buona volontà di entrambi i partner, allora una coppia esiste realmente o almeno è in gestazione, se invece le posizioni restano rigide, ossia se l’idea di avere ragione o di fare prevalere la propria opinione non viene superata in nome delle esigenze di una superiore armonia di coppia, allora la coppia è realmente in crisi.
Le “coccole” non sono affatto una cosa banale e non devono essere viste come un passaggio necessario per conquistare il partner, passaggio del quale si farebbe volentieri a meno per arrivare a contatti immediatamente sessuali. L’idea che la sessualità abbia come obiettivo la realizzazione di un rapporto sessuale e per di più secondo determinate modalità, in una dimensione gay non ha alcun senso. Nel mondo etero, se si dà per scontato che il sesso serva solo ai fini della riproduzione o che venga praticato o debba essere praticato solo a fini riproduttivi (idea lontanissima dalla realtà) ha senso pensare ad una sessualità che deve essere necessariamente eterosessuale e feconda, ossia ha senso pensare che ogni contatto sessuale abbia come finalità la riproduzione. Tra i gay, per i quali il sesso non ha niente a che vedere con la riproduzione, l’idea che la sessualità sia finalizzata alla riproduzione è assolutamente inconcepibile e a maggior ragione lo è l’idea che esista una modalità particolare di rapporto sessuale che debba essere privilegiata. Il sesso gay ha come finalità solo il benessere dei partner e la scelta delle modalità per il perseguimento di questo benessere non può che dipendere dagli stessi partner. In questo senso la fase delle coccole non può essere considerata come una fase destinata ad essere superata, perché in un rapporto affettivo-sessuale le coccole sono una componente sostanzialmente ineliminabile. Se verso le coccole ci sono delle resistenze da parte di uno dei partner, l’altro partner dovrà usare la massima delicatezza per evitare di essere impositivo, anche soltanto tentando di promuovere o comunque di protrarre nel tempo una fase di coccole non realmente gradita, o non ancora realmente gradita.
Le relazioni di amicizia tra gay e anche tra un gay e un etero sono cose comuni, ma in genere non sono accompagnate da forme di attrazione sessuale da nessuna delle due parti, le eccezioni, ovviamente, ci sono, ma perché nasca una relazione non solo affettiva ma anche sessuale, è indispensabile che si manifesti una reciproca attrazione sessuale. E qui sorgono i primi problemi. Ciascuno ha coscienza dei livelli del proprio coinvolgimento sessuale ma ha soltanto un’idea approssimativa dei livelli di coinvolgimento del possibile partner, vorrebbe conoscerli, ma un discorso esplicito su questi argomenti è in genere tutt’altro che facile. Bisogna sottolineare che se già per quanto riguarda le coccole possono presentarsi modi di vedere le cose molto diversi, quando si tratta di sessualità nel senso stretto del termine, si arriva facilmente a rendersi conto che a questa parola sono riconnessi i significati più vari e quindi ha ben poco senso parlare di relazione sessuale se non si chiarisce quali siano i contenuti di questa relazione, ossia che cosa si intenda come sessualità e quali siano i comportamenti sessuali che ciascuno dei due partner ritiene debbano far parte della relazione. Ma al di là dei comportamenti, capire le motivazioni del partner e chiarire le proprie motivazioni è fondamentale perché entrambi i partner abbiano un’idea concreta delle attese del proprio compagno. Solo se le attese sono compatibili e ciascuno dei due partner ritiene di poter corrispondere alle attese dell’altro, sarà possibile avviare con un minimo di sicurezza una relazione che coinvolge anche la sessualità. Se manca di fatto una conoscenza seria della sessualità del partner, o perché è mancata una fase preliminare di confronto e di dialogo o perché in quella fase è mancata da una parte o dall’altra la dovuta onestà e ci sono contenuti che sono rimasti inespressi o che sono stati sottovalutati, l’avvio della fase sessuale della relazione poggia su basi molto fragili e il rischio di una crisi di coppia può concretizzarsi in modo inaspettato e dirompente.
Parlare chiaro al partner della propria sessualità è molto difficile perché, consciamente o inconsciamente, in genere si cerca di offrire la migliore immagine possibile di sé e si tende ad omettere tutti gli aspetti contraddittori, problematici o addirittura imbarazzanti della propria sessualità e in genere della propria personalità. Le persone che riescono ad avere un dialogo senza tabù con il partner, cioè che riescono a parlargli senza riserve della propria sessualità sono realmente poche. In questo campo si scontrano due tendenze sostanzialmente opposte:
1) “Non voglio sapere nulla del suo passato”
2) “Vorrei (non “voglio”) che si sentisse libero di parlare con me e per questo devo dare io il buon esempio”.
La tendenza riassunta dalla frase n. 1 si potrebbe definire “politica dello struzzo”, perché si dice che in condizioni di pericolo lo struzzo preferisca mettere la testa sotto la sabbia e fingere che il pericolo non esista. Chi preferisce non sapere per evitare di andare in crisi e di trovarsi a dover fronteggiare momenti di incertezza o di ansia preferisce camminare al buio più che alla luce del giorno e si comporta come se ciò che non si conosce di fatto non esistesse. Chi segue questa strada ha paura e preferisce non sapere, non solo teme che la controparte possa manifestare aspetti problematici se non addirittura patologici inaccettabili, ma cerca di evitare di essere costretto a mostrare aspetti di sé che non possano essere accettati o accettabili per la controparte e fonda quindi il proprio concetto di stabilità di coppia sul “non sapere”.
La tendenza riassunta nella frase n. 2 è quella del buon esempio: “se vuoi sincerità devi essere il primo ad offrire sincerità senza riserve”. Chiaramente chi segue questa strada ha fiducia nel suo partner e confida che all’interno della coppia ci possa essere piena comprensione e piena accettazione reciproca, cioè si possa costruire insieme una sessualità condivisa, al di là della storia sessuale individuale precedente e della sessualità individuale attuale dei due partner.
Si sente dire molto spesso che la sessualità è immediata e istintiva e che quando si arriva al sesso, qualsiasi coppia trova rapidamente i suo equilibrio, ma questa affermazione trova nei fatti più smentite che conferme. La sessualità di coppia è spesso molto problematica non tanto a livello di pratiche sessuali, ossia del che cosa si fa, ma al livello delle motivazioni e delle letture emotive dei reciproci comportamenti. Accade più volte che un gesto compiuto da uno dei due partner con una finalità distensiva venga interpretato dall’altro partner come aggressivo o anche come una forma di risposta disinteressata.
I contatti sessuali veri e propri, quando non sono inquadrati in uno schema consolidato nel quale è data per scontata la successione degli eventi, devono essere innescati da una richiesta più o meno esplicita da parte di uno dei partner e dall’accettazione, anch’essa più o meno esplicita da parte dell’altro partner, si tratta della cosiddetta fase dell’iniziativa che è non di rado complicata da un complesso gioco psicologico che crea spesso imbarazzo, perché accade che uno dei partner possa temere che la proposta di un contatto sessuale non sia, in quel momento e in quella situazione, realmente gradita all’altro partner. La paura di essere inopportuni o di apparire troppo interessati al sesso frena le richieste esplicite e congela uno dei partner nell’attesa che l’altro prenda l’iniziativa. L’altro partner, che si aspetta una richiesta di contatto sessuale che di fatto non arriva, entra in uno stato ansioso e comincia chiedersi il perché della mancata richiesta, vorrebbe lui stesso prendere l’iniziativa ma si trova bloccato dalla presunzione (errata) che il suo compagno potrebbe non gradire. In questo modo di crea una situazione di stallo e l’imbarazzo cresce. Queste situazioni sono la conseguenza di una scarsa conoscenza reciproca e possono essere superate accettando semplicemente il rischio di essere inopportuni.
Nei primissimi incontri sessuali di una coppia può accadere che uno dei partner avverta un po’ troppo pesante la presenza di un codice di comportamento derivato dalla pornografia, cioè che in pratica si renda conto che l’altro partner tende a costruire un contatto sessuale sui modelli della pornografia. In questo senso il primo campanello di allarme può suonare “prima del contatto sessuale” nella fase di svestizione. Cerco di chiarire il discorso tramite un esempio concreto, tratto da una mail.”
“Abbiamo deciso di prenderci una settimana di vacanza per dedicarci un po’ a noi stessi, dopotutto sarebbe stata la nostra prima volta, e ce ne siamo andati in un camping dove abbiamo preso un bungalow. All’arrivo bisogna sistemare, poi si va al mare, poi c’è il pranzo, poi di nuovo al mare il pomeriggio, poi una cenetta leggera leggera e poi, finalmente, arriva il momento. Eravamo entrambi molto carichi, siamo andati nella stanza da letto (con due lettini separati) e io ho cominciato a spogliarmi, ma così, proprio come faccio per andare a dormire, ma lui mi ha fermato, ha abbassato le luci al minimo, ha messo sul telefonino una musichetta sexy (o che a lui sembrava tale) e ha cominciato a spogliarmi lui con certi atteggiamenti cinematografici che non puoi nemmeno immaginare. Io pensavo che stesse scherzando e invece no! Ho aspettato qualche minuto, poi gli ho detto: Ma mi stai prendendo in giro? E lui mi ha risposto: No! È bellissimo così! Al che io l’ho respinto e gli ho detto: No! Mi sa che hai capito male! E ho cominciato a rivestirmi. Lui mi ha guardato come se fossi impazzito da un momento all’altro, ma non ha cambiato registro e cercava di insistere sul suo copione. Per fortuna eravamo andati lì con due macchine e avevamo pagato tutto al 50%. Ho preso la mia macchina e me ne sono tornato a casa. Non mi va proprio di sentirmi un attore porno!”
Un’altra situazione di imbarazzo molto pesante e condizionante al punto che può portare alla insostenibilità di una relazione di coppia, può derivare dal diverso atteggiamento dei partner rispetto alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse. Ci sono persone che non prendono assolutamente il problema sul serio, non accettano di fare il test, pretendono di non usare nessuna protezione e rifiutano perfino di accettare di limitarsi a pratiche sessuali a basso rischio. Su questi elementi la chiarezza assoluta dovrebbe essere la regola e invece la prevenzione è tra gli argomenti più trascurati.
La tendenza individuale ad assumere un ruolo dominante si manifesta anche nella sessualità e accade spesso che uno dei due partner tenda più o meno consapevolmente ad imporre all’altro determinati comportamenti sessuali, o semplicemente ci provi, ma con forme di insistenza pesante e molesta in grado di mettere in crisi l’armonia e l’equilibrio che dovrebbe caratterizzare ogni incontro sessuale. Se un atteggiamento sbagliato o inopportuno di questo genere si presenta episodicamente, esso crea un allarme contenuto che può essere superato facilmente ma, se è ripetuto, è rapidamente considerato come causa di possibile incompatibilità di coppia.
Nella sessualità di coppia esistono anche, ovviamente, comportamenti ritenuti molto gratificanti, come la giocosità, ossia il non considerare il sesso come un dovere da compiere seguendo un codice preciso, o come il dedicare molto tempo al sesso, come il mettere prima di tutto a suo agio il partner, o come il diluire l’attività sessuale su tempi lunghi con pause e intervalli. Il primo elemento che rende ogni attività sessuale di coppia gradevole è la partecipazione spontanea del partner e la sua stessa gratificazione.
Un significato molto importante va attribuito alla fase che segue l’incontro sessuale. La spontaneità e la disinvoltura del partner in quella fase indica che il sesso è stato vissuto in modo positivo e gratificante, mentre la fretta di andare via, il silenzio o le reazioni formali indicano che la partecipazione al sesso è stata minima, deludente o è stata percepita come un obbligo o una banale cosa da fare.

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