SESSO GAY E COINVOLGIMENTO AFFETTIVO

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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SESSO GAY E COINVOLGIMENTO AFFETTIVO

Messaggio da progettogayforum » sabato 4 novembre 2023, 23:15

Il facilissimo accesso alla pornografia in età estremamente precoce ha contribuito a diffondere l’idea secondo la quale il sesso è una realtà sostanzialmente slegata dall’affettività, cioè è qualcosa che si può fare, anzi che si fa, o peggio che si deve fare per divertimento, per autogratificazione, se non addirittura un mezzo per affermare il proprio potere. In questo modo si finisce, in adolescenza, per cercare un video porno più che per impegnarsi a costruire una relazione, eventualmente anche sessuale, con un ragazzo vero, e poi, in età più matura, per preferire contatti brevissimi di solo sesso, che escludano a priori qualunque possibilità di coinvolgimento affettivo.

La radicale separazione, che sembra sussistere tra sessualità e affettività, dà, all’inizio, una sensazione inebriante di libertà, ma a lungo andare finisce per non essere più gratificante. Il sesso, pur mantenendo una fortissima capacità di attrazione, diventa o sembra diventare qualcosa di astratto, di impersonale, e il “che cosa si fa” diventa nettamente prevalente sul “con chi lo si fa”. In pratica si vive il sesso, o meglio si ha l’impressione di vivere il sesso senza una vera dimensione affettiva, ma sarebbe ancora meglio dire che si vive il sesso, come sostituto di una dimensione affettiva frustrata o peggio radicalmente negata, ma quella dimensione affettiva, per quanto negata, cova sotto la cenere.

L’abitudine di negare i sentimenti per esaltare la sessualità immediata porta per un verso a una sessualità anaffettiva e per l’altro a un’affettività compensatoria o frustrata o fortemente sublimata. È come se nel medesimo individuo emergessero due lati distinti della personalità, uno caratterizzato da una sessualità sostanzialmente priva di affettività e l’altro da un’affettività tendenzialmente disincarnata e sublimata.

Va sottolineato che questo discorso non va preso troppo alla lettera, intendo dire, per esempio, che le sessualità sublimate non escludono affatto i rapporti sessuali, ma questi rapporti sono spesso fortemente dissimmetrici, ossia sono fortemente partecipati dal o dalla partner che li vive con un vero coinvolgimento affettivo mentre sono vissuti come un atto dovuto, quasi un tributo da pagare per la stabilità della coppia, dal o dalla partner, per il/la quale il rapporto è e resta sublimato non per l’assenza di sessualità immediata ma per assenza di coinvolgimento profondo in quella sessualità.

È necessario sottolineare che quando si parla di educazione sessuale si insiste quasi esclusivamente sugli aspetti tecnici della sessualità, sulle tecniche anticoncezionali e sulle malattie sessualmente trasmesse trascurando del tutto l’educazione all’affettività. In buona sostanza anche l’educazione sessuale istituzionalizzata tende ad avvalorare la distinzione o meglio la separazione tra sesso e affettività, limitandosi a trattare solo di sesso. Per un ragazzo gay, cresciuto in un ambiente che è ancora oggi fortemente maschilista, in cui il sesso sembra la porta della felicità, l’idea del rapporto di “solo sesso” è la strada più ovvia per la ricerca della felicità, cioè la strada verso la quale ci si orienta in modo inconscio, in altre parole la preferenza del “solo sesso” non si presenta come una scelta ma come qualcosa che appare automatico e quindi spontaneo, anche se di fatto è una scelta indotta o almeno profondamente condizionata dall’esterno. È come se istintivamente si avesse paura dell’affettività, come se ci si volesse tenere al sicuro dai rischi che un rapporto affettivo può comportare. Nascono così i rapporti di “solo sesso”.

Nel seguito di questo articolo intendo mostrare come, osservando la realtà gay da vicino, ci si possa rendere conto che molte, se non moltissime relazioni qualificate da uno dei due partner, o anche da entrambi, come relazioni di “solo sesso”, in realtà non sono affatto relazioni di solo sesso ma rispondono ad esigenze affettive profonde che stanno dietro la sessualità immediata, che si vedono poco, ma che sono la base della relazione. Va tenuto presente che la costruzione di una relazione affettiva seria, anche soltanto di amicizia con un ragazzo conosciuto nella vita reale, richiede tempo e che l’offerta di un incontro sessuale mordi e fuggi, tipica degli incontri (non delle relazioni) sessuali che si possono concretizzare facilmente tramite i social o le ap, nonostante i rischi per la salute che comporta, è un’alternativa non solo immediata ma sostanzialmente disimpegnata, due caratteristiche che la rendono particolarmente attraente.

Aggiungo che nei casi in cui l’influenza dei social e delle ap resta contenuta e il tentativo di costruire una relazione affettiva si avvia, con tutto il carico di attese che un investimento affettivo del genere comporta, il rischio di andare incontro ad una delusione è comunque alto, perché la probabilità di incontrare un ragazzo realmente compatibile al primo tentativo è comunque bassa. Le delusioni, specialmente se ripetute, non fanno che confermare l’idea che impegnarsi per costruire una relazione affettiva seria equivale nella maggioranza dei casi a sprecare il tempo e che la ricerca di un po’ di sesso disimpegnato tramite un’ap è in fondo un’alternativa accettabile se non addirittura l’unica alternativa accettabile.

Per proseguire il discorso in modo meno astratto, cerchiamo innanzitutto di chiarire che cosa si intenda per dimensione affettiva di una relazione gay. L’affettività tra due ragazzi si manifesta in modo molto contenuto, anche quando c’è ed è forte, è un sentimento che bisogna imparare a riconoscere anche attraverso comportamenti bruschi e qualche volta di difficile interpretazione. L’affettività tra ragazzi è molto più simile all’amicizia che al trasporto sessuale, è fatta di fedeltà, di rispetto, in genere non si manifesta in esternazioni chiare.

Bisogna non perdere mai di vista un principio: quando per esprimere un concetto semplice si usano troppe parole il concetto è molto debole. La comunicazione affettiva seria può anche fare a meno delle parole e dei ragionamenti perché si esprime essenzialmente attraverso gesti simbolici e soprattutto comportamenti. È difficile che tra ragazzi si utilizzi un linguaggio analogo a quello che si usa tra un ragazzo e una ragazza e in genere per un ragazzo è accettabile e condivisibile un’affettività che sia anche molto maschile. Un ragazzo gay evita istintivamente di tenere comportamenti che possano apparire femminili e non accetta affatto di poter essere considerato il sostituto di una ragazza, cioè di essere trattato come una ragazza dal suo partner. L’immediatezza e la complicità sessuale con un ragazzo, in moltissimi casi non è solo una forma di goliardia o di cameratismo ma ha anche un valore affettivo, anche se non esplicito, come succede tra ragazzi.

L’affettività maschile si manifesta spesso nell’accettazione dell’altro senza riserve, nel fidarsi dell’altro, nel parlare con lui in modo franco ed esplicito, anche brutale, se serve, nel chiedere e nel dare aiuto ogni volta che se ne presenti la necessità, nell’ascoltarsi reciprocamente, nel parlare insieme per avere il piacere di confrontarsi con un uno del quale ci si può fidare. Accade e non troppo raramente che la ritrosia dei ragazzi a manifestare un interesse affettivo per un altro ragazzo venga superata attraverso il sesso, che, per quanto sembri paradossale, è spesso considerato dai ragazzi più adatto a loro, cioè meno femminile, di altre manifestazioni esterne dell’affettività.

Conosco tante coppie gay stabili da parecchi anni, se le incontri per la strada sembrano solo una coppia di amici ma hanno comunque una loro affettività che per esempio si manifesta nella tendenza a cedere volentieri al proprio compagno, cioè a dargli ragione, nel trovare sempre delle giustificazioni accettabili dei suoi comportamenti, nel dargli piccoli segnali di attenzione, come il risolvere i momenti di incomprensione con leggerezza, il non accusare mai il proprio compagno, il preservare la privacy di coppia con la massima cura e anche con il rispetto assoluto della libertà dell’altro. In genere i gay non amano i rapporti di coppia che sono troppo stretti, chiedono al partner e tendono a garantirgli un notevole livello di libertà garantendo nello stesso tempo la solidità del loro rapporto.

Tutti i comportamenti tipici di una relazione affettiva gay ai quali ho fatto riferimento sono all’apparenza poco correlati con la sessualità e si possono riscontrare in vario grado anche nelle coppie di amici unite da un rapporto affettivo particolarmente profondo. In realtà sia i legami affettivi di coppia sia le amicizie profonde hanno alla base anche una motivazione di compatibilità sessuale, che nelle amicizie resta in sordina e nei legami di coppia assume progressivamente un ruolo fondamentale, si tratta sostanzialmente di una forma di compatibilità più o meno estesa a vari aspetti della personalità, che determina la gradevolezza dell’altro. Mentre nelle amicizie la gradevolezza dell’altro, per quanto estesa, incontra dei limiti, nei rapporti di coppia si dà quasi per scontato che la gradevolezza dell’altro non abbia o non possa avere alcun limite.

Nei rapporti affettivi profondi, che di per sé comportano livelli di gratificazione notevoli per le persone coinvolte, esiste tutta una serie di comportamenti volti alla conservazione del rapporto e alla prevenzione dei momenti di crisi, come il non spingere mai troppo avanti il confronto se ci si rende conto che trovare un punto di equilibrio, su quel preciso argomento e in quel momento, è difficile, il non ricorrere mai ad ultimatum, il non minacciare mai la fine della relazione come sanzione finale di un disaccordo, il non interrompere mai una serata di discussione senza una esplicita e chiara riconciliazione o il mandare un sms affettuoso per far capire che, al di là delle incomprensioni, il rapporto non è comunque in crisi.

L’affettività di coppia si differenzia da quella tipica dell’amicizia perché si manifesta anche nella sessualità ed ha forse qui i suoi aspetti più delicati. Come già accennato, l’eccesso di parole è sintomatico della carenza di contenuti e questo vale soprattutto in ambito sessuale, dove le parole, e soprattutto le parole fuori posto e fuori contesto, possono essere seriamente controproducenti, non in sé ma perché costituiscono una distrazione. La sessualità e l’affettività sessuale si manifestano essenzialmente attraverso comportamenti che non hanno di per sé bisogno di parole. Un abbraccio sincero ha un significato affettivo che non si può esprimere a parole. Questo significa che l’assenza di parole o la riduzione al minimo delle parole nei momenti di contatto sessuale è uno dei sintomi più importanti della coesione affettiva della coppia. Il sesso affettivo, cioè quello che coinvolge i livelli profondi della persona si fa in silenzio, perché richiede concentrazione e reciprocità.

Silenzio non significa soltanto silenzio all’interno della coppia ma anche isolamento dall’esterno, il dedicarsi uno all’altro senza interferenze esterne di nessun genere. Penso sia capitato a molte coppie di sperimentare una situazione fortemente disturbante, ossia di sentire squillare il telefono durante un contatto sessuale, la cosa è già sgradevole di per sé ma se il partner ritiene di dover rispondere e lo fa, l’atmosfera di coinvolgimento sessuale e di intimità di coppia svanisce completamente e sopravviene una reazione di disappunto, se la telefonata è breve, o di rifiuto, se la telefonata è lunga. Il rispetto della regola del silenzio comporta lo spegnimento dei cellulari e il distacco della linea telefonica in ogni situazione in cui si debba ricercare una forma vera di intimità.

Spegnere il proprio cellulare quando si incontra il proprio partner per fare anche sesso (ma la regola vale in generale) e farlo davanti al proprio partner, in modo che il gesto sia significativo, è un segno importante di affettività sessuale di coppia, è un modo di dire: “io sono qui per te, questo tempo sarà solo per noi, e tutto il resto lo lasciamo fuori!” Ma hanno un valore affettivo anche cose apparentemente esterne come fare trovare al partner una stanza da letto ben sistemata e un letto con le lenzuola e le federe di bucato, o il bagno con un accappatoio pulito. Questi piccoli segni di attenzione hanno un enorme significato perché indicano cura e rispetto verso il partner e i suoi bisogni.

Il nucleo dell’affettività sessuale di coppia sta nell’attenzione ai bisogni e ai momenti emotivi del partner, consiste cioè nel mettere da parte l’idea di realizzare le proprie fantasie per concentrarsi sul fare sentire il proprio compagno assolutamente a suo agio, intendo dire che il nucleo dell’affettività sessuale di coppia è costituito dall’altruismo sessuale, che deve essere reciproco per non compromettere gli equilibri della coppia. Esiste una serie di sintomi dell’altruismo sessuale che è utile prendere in considerazione: il ricordarsi delle cose dette dal proprio compagno, il cercare di trovare un nesso tra quei contenuti, il ricostruire o ripetere situazioni che il partner abbia trovato particolarmente coinvolgenti, il rispondere ad un approccio giocoso mantenendo un tono giocoso, ma anche cose apparentemente molto più banali, come rispondere al sorriso con il sorriso oppure non insistere se ci si rende conto che il partner non è entusiasta di un nostro comportamento.

L’insistenza, in un momento di intimità sessuale, non soltanto viola la regola del silenzio ma è la manifestazione palese di un atteggiamento egoistico. Ciò che accade in un contatto sessuale deve essere realmente condiviso, ossia voluto o meglio desiderato da entrambi i partner. Accade purtroppo spesso che uno dei due partner finisca per accettare, o meglio per tollerare passivamente alcune iniziative dell’altro e questo è già un sintomo di forte dissimmetria e di sofferenza all’interno della coppia. Si incontrano però anche situazioni in cui il comportamento egoistico di uno dei partner lo porta a trascurare non parzialmente ma completamente le aspettative del suo compagno, è il caso in cui uno dei partner, dopo essere arrivato all’orgasmo si sente autorizzato ad alzarsi e ad andarsene, come se nulla fosse. In una situazione del genere viene meno anche il rispetto ai livelli minimi e la relazione può divenire del tutto intollerabile per l’altro partner.

Un momento particolarmente delicato si crea dopo il contatto sessuale, quando la fase del silenzio sessuale finisce e si torna alle parole. In quei momenti l’affettività si manifesta attraverso l’integrazione della sessualità nel contesto di un rapporto fatto anche di vita quotidiana e ordinaria. La sensazione che ci si è visti solo per fare sesso può essere deprimente. Se dopo il sesso si mangia qualcosa insieme, ci si rilassa, si ascolta un po’ di musica, si parla d’altro, specialmente se si affrontano argomenti personali e ci si confronta in modo serio, si dimostra nei fatti che non si sta insieme solo per fare sesso e la dimensione affettiva non si limita alla sola sessualità.

Dopo avere dato un quadro dell’affettività all’interno della coppia gay, torniamo alle “relazioni di solo sesso”. Innanzitutto va sottolineato che le “relazioni di solo sesso” non hanno nulla a che vedere con gli incontri sessuali episodici e disimpegnati realizzabili tramite ap, proprio perché si tratta di relazioni che durano nel tempo e hanno una notevole stabilità e quindi permettono una conoscenza non superficiale tra i partner. Già questo fatto da solo autorizza a credere che esista un legame di coppia che ha anche una forte dimensione affettiva. Se una relazione apparentemente fragile e che va incontro a scossoni e difficoltà di vario genere, riesce a resistere alle difficoltà si è autorizzati a credere che entrambi i partner abbiano un serio interesse al mantenimento della relazione.

Osservando da vicino queste relazioni di coppia ci si rende conto che, nonostante la qualificazione teorica di relazioni di “solo sesso”, all’interno di queste coppie molti degli elementi tipici dell’affettività gay che abbiamo esaminato in precedenza sono presenti e concretamente operanti. Si nega che ci sia solidarietà per non sentirsi dipendenti, ma la solidarietà c’è eccome. L’attenzione a quanto l’altro dice, ai suoi comportamenti e ai suoi desideri esiste eccome, così come la sincerità assoluta e il volersi dimostrare al partner e il voler essere accettati da lui per quello che si è realmente.

Mancano tra l’altro in queste coppie le chiacchiere di riempimento e le dolci banalità con le quali cerchiamo spesso di riempire la vita quotidiana, le parole sono poche, ma sono tutte parole che hanno un significato, qualche volta si manifesta una certa aggressività che deriva dalla volontà di dire la propria e di dirla tutta anche a costo di essere contraddetti con lo stesso tono, perché in fondo si ha la certezza che quella relazione non crollerà comunque. Si tratta certamente di una relazione che ha trovato o che sembra avere trovato nel sesso il suo punto di forza, ma a ben guardare il vero punto di forza consiste nel fatto che si ha la pratica certezza che quella relazione non verrà meno, che se avrai bisogno di avere il tuo partner vicino te lo troverai vicino.

Per queste coppie le pause tra due incontri non sono mai troppo lunghe e non per via di una pulsione sessuale urgente ma perché ci si ricontatta per confermare che la relazione c’è e continuerà ad esserci. In molte coppie che sono ufficialmente di “solo sesso” può non esistere la fedeltà sessuale, intesa come esclusività, ma esiste comunque la fedeltà affettiva, intesa come stabilità, che, al di là delle etichette, è la sostanza del rapporto.

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