Ti mostrerei facilmente come è il principio di contraddizione che muove il mondo. Fu Hegel che dimostro che l'uguaglianza a=a (principio di non contraddizione) è intrinsecamente contraddittoria, ovvero nega se stessa n volte e in questo negarsi crea realtà (nel senso di razionalità):[..]"Omnia determinatio est negatio". [...] In effetti più guardo il gene è più mi accordo che esso è un codice linguistico [..], ovvero che esiste una una razionalità biologica più o meno come sosteneva già Hegel. L'idea che possa esistere un linguaggio senza razionalità, ancorché senza soggetto, mi lascia molto perplesso, così come che l'evoluzione sia frutto del caso, anche. Viste tra l'altro che le recenti teorie caotiche stanno dimostrando che esiste una razionalità dietro il caso (i fenomeni casuali, come le mosse di una partita a scacch,i sono razionali, ma non prevedibili).Una volta un tale mi disse «È inutile che vieni a farmi tutti questi ragionamenti, finché parti dal presupposto tutto da dimostrare che sia vero il principio di non contraddizione». La risposta fu: «Wow! Potrei picchiarti a sangue e poi dire al giudice che non l'ho mai fatto, senza bisogno di mentire! Mi hai risolto la giornata!».
[...]
Leggendo, leggendo su Wikipedia sull'evoluzionismo ho trovato questo dialogo, mi ha molto colpito:
Dialogo tra Thomas Huxley e il vescovo Samuel Wilberforce
Il seguente dialogo ebbe luogo il 30 giugno 1860 ad Oxford durante la Riunione dell'Associazione Britannica per l'Avanzamento della Scienza (British Association for the Advancement of Science) e fu un punto focale delle reazioni alle teorie di Darwin. Il leggendario dibattito di Oxford sull'evoluzionismo si tenne tra Thomas Henry Huxley, che partecipò a questa riunione in rappresentanza del collega e amico Charles Darwin che non volle parteciparvi e il vescovo di Oxford, Samuel Wilberforce, accanito oppositore delle teorie darwiniane.[
Samuel Wilberforce (Vescovo anglicano di Oxford):
« Amici miei, dalla teoria del signor Darwin è possibile trarre soltanto due conclusioni: O che perfino l'uomo è privo di un'anima immortale o che al contrario ogni creatura vivente e perfino ogni pianta ne possieda una; ogni gambero, ogni patata, perfino il comune lombrico.
Se tutto questo fosse vero credo proprio che nessuno di noi troverà il coraggio di consumare il tradizionale roastbeef inglese quando torneremo a casa sta sera.
Vedo che non sono riuscito a fare breccia sul signor Huxley, allora gli farò una domanda, una sola: Vorrei sapere se è per parte di suo nonno o per parte di sua nonna che si dichiara discendente dalla scimmia. »
Thomas Henry Huxley (Biologo e filosofo inglese):
« Il Signore è giusto, e lo mette nelle mie mani.
Signor presidente, signore e signori, sua eccellenza. Lei signore, ha voluto ridicolizzare una nuova teoria scientifica definendola rozza e semplicistica.
Il signor Darwin ha dedicato la maggior parte della sua vita a ponderare questo importante argomento, la nostra conoscenza è molto incompleta ma le somiglianze strutturali tra l'essere umano e la scimmia sono evidenti e anche innegabili.
Se poi le scimmie, i vescovi o i tuberi siano tutti opera di Dio non è mia competenza giudicarlo.
È perfettamente legittimo contemplare l'eventualità che, un fenomeno qualsiasi, sia il risultato di una qualche causa a noi sconosciuta. Ma è una cosa stupida, eccellentissimo vescovo, che un uomo metta da parte la sua ragione e scelga di cadere nel ridicolo! »
Mi pare riassuma molto il senso della nostra discussione e le due diverse prospettive. E' vero secondo me che la scienza non risponde ad un certo tipo di domande e che forse semplicemente non è corretto porgliele. In effetti l'evoluzionismo che avevo in testa era tutt'altra cosa. E forse siamo sati proprio noi umanisti a prenderci in prestito questo concetto e a usarlo a nostro piacimento epr i nostri scopi.
P.S.: Prima chegli altri sembrino sconnessi per le risposte che danno subito dopo. Ho modificato successivamente l'intro del mio post , così mi sembra possa essere più utile, per una discussione sull'evoluzionismo e l'omosessualità.