PREVENZIONE E FRENESIA SESSUALE GAY

HIV e AIDS, contagio, prevenzione, test - malattie sessualmente trasmissibili
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progettogayforum
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PREVENZIONE E FRENESIA SESSUALE GAY

Messaggio da progettogayforum » lunedì 11 marzo 2024, 19:24

Parto da un presupposto: il fatto che un ragazzo sia molto interessato al sesso è piuttosto comune, in alcuni casi i freni sociali e familiari sono forti è tutto è sublimato, in altri casi la libertà è maggiore, anche molto maggiore, e l’esercizio concreto della sessualità diventa una componente normale, quasi quotidiana, nella vita dei ragazzi. Tutto questo però non può non fare i conti con un dato oggettivo fondamentale: il sesso comporta dei rischi per la salute. Le malattie sessualmente trasmesse esistono e ancora oggi sono un vero flagello. Il problema non è “se” rinunciare al sesso, ma usare sempre il cervello, evitando ci esporsi a situazioni pericolose. L’uso del preservativo non è un optional ma una necessità. I rischi maggiori vengono dai rapporti episodici con persone promiscue. La monogamia è una questione morale per chi la vede così ma è per tutti una questione di salute e di prevenzione delle malattie. Se le coppie fossero monogamiche e i single si ricordassero di usare sempre il cervello, le malattie sessualmente trasmesse crollerebbero ad incidenze minime, purtroppo però si assiste ad atteggiamenti irresponsabili di accettazione del rischio, che trasformano il sesso in una roulette russa. La salute è un bene primario, anzi il bene primario, tanto più per chi è giovane ha un’aspettativa di vita lunga e in buona salute. Confesso di aver trascurato l’argomento prevenzione i cui ultimi post sono vecchissimi, e questo la dice lunga. Bisogna riprendere il discorso e fermarsi sul senso di responsabilità che non deve mai essere messo da parte.

Riporto qui di seguito i dati pubblicati dell’Istituto Superiore di Sanità

Sorveglianza HIV
La sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV riporta i dati relativi alle persone che risultano positive al test HIV per la prima volta. I dati riferiti da questo sistema di sorveglianza indicano che nel 2022 sono state segnalate 1888 nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a un’incidenza di 3,2 nuovi casi per 100.000 residenti, un valore che pone l’Italia al di sotto della media osservata tra i Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 nuove diagnosi per 100.000 residenti). Dal 2012 l’incidenza di nuove diagnosi di HIV è in continua diminuzione, che appare più evidente dal 2018 al 2020, con un leggero aumento negli ultimi due anni post-COVID-19. Nel 2022, le incidenze più alte si osservano in Lazio, Toscana, Abruzzo e Campania.

Le nuove diagnosi di infezione da HIV nel 2022 sono in maschi nel 78,7% dei casi. L’età mediana è di 43 anni per i maschi e 41 per le femmine e l’incidenza più alta si riscontra nelle fasce d’età 30-39 anni (7,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e 25-29 anni (6,5 nuovi casi ogni 100.000 residenti).

Nel 2022 la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali, che costituiscono l’83,9% di tutte le segnalazioni (40,9% di Men who have sex with men; 25,1% eterosessuali maschi; 17,9% eterosessuali femmine).

Il numero di nuove diagnosi di infezione da HIV tra gli stranieri sia maschi che femmine è in diminuzione dal 2016 al 2020, con un lieve aumento negli ultimi due anni post-COVID-19. Nel 2022, gli stranieri costituiscono il 31,2% delle nuove diagnosi.

Dal 2015 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV, cioè con bassi valori di linfociti CD4 o in AIDS, ma nel 2022 si osserva una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. Nel 2022, il 40,6% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 58,1% un numero di linfociti CD4 inferiore a 350 cell/μL.

Nel 2022, quasi la metà delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test per sospetta patologia HIV o presenza di sintomi HIV correlati (41,2%). Altri principali motivi di esecuzione del test sono: comportamenti sessuali a rischio (24,3%), iniziative di screening o campagne informative (8,9%) e accertamenti per altra patologia (4,5%).

Sorveglianza AIDS
La sorveglianza AIDS, riporta i dati delle persone con una nuova diagnosi di AIDS. Dall’inizio dell’epidemia, nel 1982 a oggi, sono stati segnalati 72.556 casi di AIDS, di cui 47.408 deceduti fino al 2020.

Le nuove diagnosi di AIDS notificate nel 2022 sono 403, pari a un’incidenza di 0,7 nuovi casi per 100.000 residenti, con un leggero aumento negli ultimi due anni post-COVID-19.

Nel 2022, il 75,4% delle persone diagnosticate con AIDS non ha ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi e in queste la più comune patologia di esordio è la polmonite da Pneumocystis jirovecii (21,9%).

La proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che ha scoperto di essere HIV positiva nel semestre precedente la diagnosi di AIDS nel 2022 è rimasta stabile (83,7%). Dal 2014, il numero annuale di decessi in persone con AIDS è pressoché stabile, intorno ai 550 decessi.

Fonte:https://www.epicentro.iss.it/aids/epide ... %20femmine .

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