Voglio imparare ad accettarmi

Presentazioni dei nuovi utenti - benvenuto ai nuovi utenti
Rispondi
Avatar utente
Sciamano
Utenti Storici
Messaggi: 535
Iscritto il: martedì 4 agosto 2009, 14:35

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Sciamano » martedì 26 luglio 2011, 4:08

Carissimo, benvenuto sul forum, la discussione è lunga, io manco da un po' di tempo e devo leggere molte cose... mi baso dunque principalmente sul tuo primo post. Forse ti è stato già detto, forse hai già cambiato prospettive, comunque voglio farti riflettere sull'errore.

In diversi contesti, non solo nell'orientamento, capita di essere ossessionati dall'idea di "fare ciò che è giusto", "aderire alla norma", "non commettere errori", ecc. Tutte queste espressioni sono sinonimi. E sono tanto utili quanto un libro di teoria sulla bicicletta, per uno che vuole imparare ad andare in bicicletta, ovvero carta da fuoco... La vita è un susseguirsi di esperienze, ed è impossibile -- IMPOSSIBILE -- non commettere tanti errori nella vita. Dunque? Gli errori non sono un male, possono al più essere esperienze dolorose, tristi, insomma indesiderabili, ovviamente, noi, siamo mossi principalmente da ciò che desideriamo, sbagliare significa compiere un importante passo per comprendere meglio ciò che desideriamo. Questo non lo dico per intendere implicitamente che esiste un qualche "orientamento sbagliato" e di seguirlo comunque. Per me l'amore è sempre un miracolo. Parlo dell'errore in generale (a prescindere dalle credenze di ciascuno su cosa è, o non è, erroneo) per mettere un po' di pace nel cuore di chi è in continua ricerca del "giusto", dell' "adeguato", del "corretto": vivete esprimendo voi stessi nel rispetto dei desideri altrui, nulla di sbagliato può esserci, e se concepite un meglio che può farvi sentire quel che è stato prima come un errore, cercate di comprendere che sono gli errori che hanno reso possibile la nascita del meglio che oggi si può offrire.
Cercare la felicità rispettando gli altri, sarebbe una grande conquista per l'umanità!

Avatar utente
Telemaco
Amministratore
Messaggi: 682
Iscritto il: sabato 26 giugno 2010, 23:05

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Telemaco » martedì 26 luglio 2011, 16:32

La chat è perversa? :lol: non questa qui, tranquillo
# Non basta un giorno di freddo per gelare un fiume profondo.
(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)

Machilosa
Messaggi: 385
Iscritto il: giovedì 7 luglio 2011, 22:56

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Machilosa » venerdì 29 luglio 2011, 0:23

Caro Sciamano, hai ragione: in fondo io mi sento un errore, uno scherzo della natura; non mi bastava l'allergia al fieno, no, pure l'omosessualità mi doveva capitare; sarebbe tutto più semplice senza! Tutti contenti! Invece no, le cose devono essere necessariamente più difficili! Bisogna avere solo un'8% di popolazione papabile in quanto partner, bisogna affrontare il giudizio di amici e parenti, magari perderli se non ne si viene accettati; c'è pure il rischio di venire discriminati sul lavoro.
Mi accetterò, perchè è necessario, ma non posso fare a meno di desidare una vita "normale." So però che ciò è impossibile, perchè solo nell'apparenza potrebbe mai essere tale, lasciandomi poi nell'intimo ancora più disperato e depresso.
Sciamano ha scritto:se concepite un meglio che può farvi sentire quel che è stato prima come un errore, cercate di comprendere che sono gli errori che hanno reso possibile la nascita del meglio che oggi si può offrire.
Spero che capiti ciò che tu dici, spero di poter trovare un amore tale da farmi sentire felice di essere gay, perchè se non lo fossi, non avrei avuto la possilità di innamorarmi di una persona così meravigliosa.
Ma sono piuttosto scettico sulla fattibilità di un amore tanto inverosibilmente fiabesco.

Avatar utente
Telemaco
Amministratore
Messaggi: 682
Iscritto il: sabato 26 giugno 2010, 23:05

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Telemaco » venerdì 29 luglio 2011, 2:32

Machilosa ha scritto:spero di poter trovare un amore tale da farmi sentire felice di essere gay, perchè se non lo fossi, non avrei avuto la possilità di innamorarmi di una persona così meravigliosa.
E se invece dovesse accadere esattamente il contrario affinchè uno stia bene? Proprio perchè le fiabe non esistono, bisognerebbe forse fare attenzione a non invertire i termini del ragionamento. Voglio dire... e se fosse indispensabile prima stare bene con se stessi, e solo successivamente affrontare in maniera matura e consapevole il contatto con gli altri?

Ecco, così sarebbe tutto più coerente... in fin dei conti la realtà non tollera che tu le ponga condizioni. Essa è libera e incondizionabile, se ne frega di quello che tu le imponi.
Sta te scoprire che la condicio sine qua non in realtà... grava proprio su di te. Non su di essa.
# Non basta un giorno di freddo per gelare un fiume profondo.
(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2477
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Alyosha » venerdì 29 luglio 2011, 10:56

Machilosa ma ti viene così difficile non fare niente? Nulla ma proprio nulla che sia nulla insomma :D. Non è difficile indovinare il tuo stato d'animo. Non è semplcie getire il rapporto con questa ragazza e la confusione sentimentale che ne uscirà fuori. Mi ricordo abbastanza che fu tremendo la prima volta quando la lascia la prima dicendogli che ero omosesuale. La prese proprio male, mi disse che la faceva stare male l'idea di sentirsi inadeguata e di non poterci fare nulla. La prese a quel modo e non fu uno spasso. Come ti ho già detto la storia non finì per quello. Può sembrare assurdo, ma non fu quello il motivo. Questa cosa ovviamente entrava in tutti i miei rapporti, ma la relazione non era costruita in maniera sana alla base.
Machilosa quello che sto cercando di dirti è che tu comunque sei andato a studiare fuori dalla tua città natale e che è in questo contesto senza fili, laccie lacciuoli che ti accorgi di non amare la tua ragazza e che ti vuoi fare convinto a seguire (più o meno) le tue inclinazioni. Insomma ragionerei più sullo scombussolamento che deriva dall'essere catapultato in un contesto completamente diverso, che sulla tua omosessualità al momento. Questa "esplosione" iniziale dipende dal trambusto generale che ha subito al tua vita secondo me, e devi innanzitutto lavorare a contenerlo a rimettertelo dentro per così dire e imparare a gestire queste nuove emozioni che provi.
Da un lato pari convintissimo di essere omosessuale, che non ti sei neanche posto interrogativi sulla tua possibile bisessualità, dall'altro fattelo dire il tuo approccio è tipicamente etero. Non che questo sia un problerma in sé. E' solo indice di una fretta che hai nel volerti definire che poi stride con i fortissimi dubbi che hai sull'omosessualità in quanto tale e che in definitiva costituisce il primo problema. La tua visione delle cose può certamente dipendere dal fatto che sei ancora in una fase iniziale.
Anche i problemi di accettazione di cui parli mi sembrano tutti troppo teorici e dovresti provare ad uscire fuori da questa astrattezza per confrontarti con noi su come più concrete, su quello che vivi in prima persona e le difficoltà che ti senti avere al momento. Io ricordo perfettamente che quando lo scoprii ero super felice, perché tutto finalmente mi quadrava.
Secondo me dovresti cominciare ad uscire dall'empasse nella quale ti trovi senza fare ricorso alla tua omosesssualità. Cambiare città non è semplice e gli scossoni d'assestamento arrivano. Dovresti innanzitutto metterti nella giusta condizione per poter affrontare questa cosa e dunque riformulare el tue relazioni attuali con quelle che lasci a casa... Come dire provare a coinciliare o meglio a non far stridere troppo vecchio e nuovo.
Puoi anche cambiare gli ordini dei fattori e usare la tua omosessualità per ristrutturare tutti i tuoi rapporti fondamentali (che è poi la ragione fondamentale della fretta che mostri secondo me). Io penso però che se usato così il c.o. si rivela una cosa totalmente fallimentare e in qualche misura pericolosa: può solo complicare il quadro, ma non risolvere le situazioni. Ti ritroveresti per le mani talmente tanta di quella confusione che ritratteresti subito tutto e torneresti inseme con la tua ragazza. La delusione deriverebbe dal fatto che dirlo non ti fà affatto uscire da nulla, che questa cosa devi saperla risolvere a prescindere da tutto. L'omosessualità non è più un titolo diagnostico da tempo e non è mai in sé la ragione di ansie, paure, angosce, ma tutto quello che ruota intorno ad essa. Esiste anche la possibilità che la tua omosessualità non centri nulla con le tue angosce. Tutte queste cose vanno chiarite con la dovuta calma, bisogna avere la pazienza di porsi in ascolto di ciò che dentro si muove. Tu invece al momento sei frastornato da un amore gay che ti ha fatto perdere la testa e una fidanzata che non sai come gestire. Se vuoi sapere come la penso rinuncerei all'uno e l'altro al momento e mi dedicherei molto più a me stesso. Hai bisogno di tempo per te stesso e sgonfiare tutta questa tenzione. Non è semplice me en rendo conto, le fasi in cui ci si lascia sono molto convulse e piene dui ripensamenti, am se ne nsei convinto stai solo perdendo il tuo e il suo tempo. Non sono cose che succedono e non è la fine del mondo, ne per te, ne per lei.

Machilosa
Messaggi: 385
Iscritto il: giovedì 7 luglio 2011, 22:56

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Machilosa » venerdì 29 luglio 2011, 18:50

Ah, ormai sei diventato il mio principale confidente, caro Boy-come! Quanta pazienza che porti!
Proverò a stare ad osservare; sarà quasi una scelta obbligata, in ogni caso, perché se vorrò concludere gli studi nei tempi previsti, dovrò davvero dare il massimo e porre la sfera sociale in secondo piano.
Non credo che un simile risultato del nostro rapporto derivi dallo scombussolamento generale a cui tu ti riferisci; anzi, la crisi è iniziato alla fine, dopo 9 mesi all’estero, quando le mie amicizie si erano consolidate, le difficoltà iniziali per la lingua appianate e l’integrazione nei ritmi stranieri completata in maniera tale che manco io mi sarei mai aspettato. Non mi sono mai sentito così tanto parte della caotica Torino dopo tre anni di studio, quanto mi sentivo parte di una cittadina del Nord dopo pochi mesi. La lontananza mi aveva persino avvicinato alla mia ragazza; sentivo per lei una discreta mancanza, trascorrevo con lei volentieri i miei 40-60’ di telefonata quotidiana, affrontavo mensilmente le ore di viaggio per rientrare e trascorrere insieme a lei alcuni giorni, senza che la trasferta mi pesasse; abbiamo pure passato delle splendide vacanze di Pasqua, io e lei, soli. Nessuno risvegliava in me sentimenti più forti di quelle provati per lei, ergo, ero innamorato (suonava il mio ragionamento). Il fatto che non mi sentissi così trasportato da commuovermi per le sue attenzioni particolari, che non sentissi l’eccessiva mancanza d’un contatto fisico o di pensare intensamente a lei solo nei momenti di maggior noia o sconforto mi faceva effettivamente porre degli interrogativi sull’intensità dei miei sentimenti, ma cercavo di non badarci. Parlavamo pure di progetti a lungo termine e ne ero effettivamente persuaso.
Con la mia presa di coscienza della mia sessualità non posso parlare di una “esplosione”; posso parlare di un “tirare le fila”, forse, di un collage di sentimenti, pensieri e dubbi dipanatisi nell’arco di anni, a partire dalle medie, probabilmente, quando il mio compagno carino mi faceva battere il cuore col suo corpo già in crescita e i muscoletti delineati; ma all’epoca mi dicevo che era solo un sentimento di invidia, essendo io piuttosto cicciotto. Credi forse che i pensieri omoerotici siano nati dal nulla dopo questa “esplosione”? Ho dovuto combatterli per anni, ho provato, come tanti, a praticare l’astinenza dalla masturbazione per evitarli; talora ho cercato pure immagini omoerotiche sul web, che ho poi cestinato in preda allo schifo; ho disegnato splendidi uomini, copiando da statue greche e dipinti rinascimentali (niente di sconcio, insomma) e mi sono eccitato nel farlo, per poi bruciare o strappare tutto. Ma non mi sono mai davvero innamorato, ho sempre ritenuto questa parte di me solo un vizietto, un istinto controllabile. Non volevo deludere i miei, non volevo deludere me stesso. Poi ho creduto di innamorarmi della mia attuale ragazza ed ho provato una felicità immensa, ho creduto d’aver raggiunto la fine di un tunnel; ma, anche durante il nostro rapporto, i pensieri omosessuali facevano capolino, di tanto in tanto; le masturbazioni omoerotiche si erano ridotte, si erano ridotte in generale, per dire la verità; i ragazzi che notavo in giro non mi scombussolavano più di tanto, classificavo la cosa come una normale ammirazione estetica; nessun ragazzo si è mai ritagliato un angolino particolare nel mio cuore; la storia omosessuale avuta col mio amico, prima e, in parte, durante la relazione con la mia ragazza, mi aveva anzi convinto di non essere affatto gay, perché il trasporto nei suoi confronti era puramente sessuale, ma ad ogni orgasmo seguiva una tale ondata di rimorsi e di schifo, che tutto il piacere erotico cedeva il passo ai sentimenti più lugubri. Però, dopo poche ore, mi ritrovavo di nuovo lì, ad accettare le sue attenzioni, benché cercassi di evitarle il più possibile. Inoltre, non ho mai provato piacere nei pochissimi rapporti completi con lui, il che mi pareva indizio certo di lampante eterosessualità. Insomma, il mio pensiero, in quel periodo era: “La tua vita sessuale è pressoché nulla; se ti sei lasciato trascinare in questa storia con lui è solo perché hai bisogno di sfogare le tue pulsioni (un po’ come i tori tenuti in cattività a stretto contatto tra loro, senza vacche a disposizione).”
Dopo mesi all’estero, ho stretto i rapporti con Lui, che in realtà già conoscevo, seppure di vista. Com’è ovvio, tra Italiani fuori patria l’intesa che si genera è spesso più forte del normale; se poi si trovano decine di punti in comune, allora il legame che si crea diventa sempre più intenso, in breve tempo. Troppo breve, però. Ed ecco che, quando inizio a disperare per la sua imminente partenza, la mia ragazza fa la sorpresa e piomba nel mio mondo, con valigia a carico e sorriso smagliante. A quel punto provo un enorme fastidio e subito mi dico: “Ehi, ma dovresti essere felice, cos’è questo sentimento negativo che provi?” Più o meno improvvisamente, mi rendo definitivamente conto: i miei sentimenti per lui erano decisamente diversi da quelli per un amico, persino diversi da quelli mai provati per lei. Ho iniziato a soppesare l’idea di essere bisessuale; ho letto un po’ su internet, ho bazzicato anche un altro forum dove ho pubblicato qualcosa e ricevuto qualche risposta. Molti si dimostravano scettici sull’esistenza dei bisessuali, qualcuno si professava tale a spada tratta.
Quindi sono approdato su Project e, prima di iscrivermi, ho letto tantissimo ed infine inviato una mail a PG, che ha risposto con somma pazienza al resoconto iper-dettagliato della mia vita sentimentale a partire dall’infanzia.
Infine sono giunto all’idea di essere omosessuale: non mi sono mai innamorato di una donna, però di un uomo; provo attrazione fisica nei confronti del mio stesso sesso e la mia masturbazione ha sempre avuta una componente omosessuale predominante; l’omosessualità non corrisponde al desiderio del rapporto anale: quindi il fatto che non mi sia piaciuto non prova nulla; molti omosessuali sono in grado di avere rapporti etero e talora ne hanno pure tratto piacere: ecco crollare il mio ultimo appiglio per potermi definire etero –o bisex.
Sono stato felice di accantonare l’idea della bisessualità: mi sembra una situazione ancora più difficile da gestire; con una simile ammissione a me stesso tutto quadrava, ma mi sentivo anche disperato, perché mi trovavo (e mi trovo) in una situazione moderatamente difficile, in cui rompere col la mia ragazza significa rompere con una buona fetta di amici, che singolarmente potrò sicuramente rivedere, in futuro, ma che, come gruppo, dovrò abbandonare. Senza contare che perderò comunque lei, una persona speciale a cui vorrei davvero poter dare tutto me stesso, se non avessi questo piccolo “handicap.”
Ma non sono angosciato; non ho ansie; ho una visione decisamente positiva del futuro che mi aspetta; ho fiducia nelle mie capacità, forte dei successi raccolti finora; ho scoperto quanto sappia gestirmi da solo, quanto sappia relazionarmi più o meno con chiunque e trovare tante persone con cui stringere rapporti d’una certa intensità; ho capito cosa voglio fare della mia vita e mi sto dirigendo con decisione verso la mia meta. Solo mi velo un poco di tristezza, quando mi rendo conto che non avrò mai davvero una famiglia mia; oggi ero nell’orto con mio padre e chiacchieravamo del più e del meno, parlando del passato, del futuro; un immagine di me e mio figlio in un orto, magari in quello stesso orto, tra 30 anni, mi è passata davanti agli occhi, per un istante. Ma poi mi sono reso conto che non sarà mai così. Ma non mi sono sentito disperato; se anche fossi etero, mille eventualità potrebbero impedire il realizzarsi di questo sogno. Sono tutto sommato felice, c’è solo questa piccola seccatura da risolvere. E il mio carattere impone una risoluzione rapida, ecco perché non riesco a stare con le mani in mano. Ma ne convieni che, comunque, lasciarla sarebbe un “fare qualcosa” e non crogiolarmi nel “nulla”, come tu consigli?
Ah, quanto ho parlato! Ma volevo che mi capissi un po’ di più.
Ora ti dico un mio pensiero, così, perché mi ha fatto sorridere: dai tuoi commenti noto divertito che cerchi di convincere coloro che si professano etero d’essere gay e coloro che si professano gay d’essere etero! Che dietro certe tue azioni apparentemente involontarie ci sia un’inconscia ma precisa volontà? ;) Ti sto scimmiottando bonariamente! ;p
Un’ultima cosa; cosa intendi con “atteggiamento etero” nel rapportarmi alla questione? Quale sarebbe un “atteggiamento omo”?

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2477
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Alyosha » venerdì 29 luglio 2011, 19:55

:lol: mi ha fatto troppo ridere il commento finale... Effettivamente posta così sembro il presentatore di Voyager, quello dei misteri inspiegabili... Si in effetti mi diverto a girare sempre le frittate, una sorta di deformazione professionale :). E' solo che mesta mesta qualche cosa ci trovi sempre. Innanzitutto ti ringrazio per le cose che racconti e sono contento che hai avuto modo di sfogarti e rivedere assieme a noi un pò le tue cose (che secondo me aiuta sempre). In tante cose sopratutto rispetto alla prima esperienza omo di cui parli mi ci ritrovo tanto, ma proprio tanto.
Io mi sento di insistere
Dopo mesi all’estero, ho stretto i rapporti con Lui, che in realtà già conoscevo, seppure di vista. Com’è ovvio, tra Italiani fuori patria l’intesa che si genera è spesso più forte del normale; se poi si trovano decine di punti in comune, allora il legame che si crea diventa sempre più intenso, in breve tempo. Ed ecco che, quando inizio a disperare per la sua imminente partenza, la mia ragazza fa la sorpresa e piomba nel mio mondo, con valigia a carico e sorriso smagliante. A quel punto provo un enorme fastidio e subito mi dico: “Ehi, ma dovresti essere felice, cos’è questo sentimento negativo che provi?”
Sei così sicuro che andare all'estero non centri nulla? Perché invece vedo tutto molto ruotare a quello (a parte che va detto alla tua ragazze, per le prossisme volte, di evitare sempre le sorprese dell'ultimo momento, in genere sono sempre poco gradite e sanno troppo di "ispezioni poliziesche). Dico i movimenti interiori sono piuttosto lenti non è che oggi parti e domani ti cambia il mondo (nove mesi poi sono i tempi giusti di un parto ;)). Anche qui, potrebbe essere un caso che ti innamori fuori da casa tua o forse è soltanto il fatto che la distanza ha fatto saltare censure emotive (che sono tra parentesi le più difficili da superare). Ti chiedevo di fare questa cosa non per mettere in dubbio al tua omosessualità, ma per allargare un pò il quadro e prendere nel frattempo un pò d'aria rispetto a questa visione asfissiante che hai dell'omosessualità. Il problema delle cose che "stappano" è che dopo il trambusto iniziale è abbstanza semplice rimetterle sotto il tappeto. Per questo ti suggerivo di riprendertele poco per volte queste "scoperte", riprendertele per te rispetto a te stesso.
Dico se così è prima di "muoverti" dovresti cominciare a lasciare sedimentare e stabilizzare i cambiamenti avvenuti, che senz'altro riguarderanno tutta la persona e non la semplice omosessualità (semplice si fa per dire). Dico in generale le esperienze all'estero cambiano la prospettiva delle cose, fanno crescere e maturare. Nel tuo caso è emersa meglio questa esigenza in altri casi emerge altro, ma sempre di cambiamentio importanti si tratta.
Cosa sto cercando di dirti? Che se poniamo il caso tu partendo ti fossi innamorato di una ragazza con cui poi per un motivo X non è successo lo stesso nulla e questo innamoramento ti avesse fatto ricredere sul rapporto che hai con la tua di ragazza, staresti li a martoriarti? Ovviamente staresti male perché lasciare la propria ragazza è comunque complicato, in particolare se la relazione è stata intensa e lunga, ma staresti li a martoriarti sulle percentuali dei ragazzi che partiti all'estero lasciano la ragazza? Ecco per un momento prova a considerare la tua omosesssualità un motivo tra gli altri senza caricarla di troppe cose.
Una volta che avrai sistemato la storia con la tua ragazza, sistemato gli altri rapporti fondamentali, potrai ragionare serenamente su tutto quello che ti pare, senza sbatterci troppo la testa o avere fretta di capire e senza l'impellenza del dover fare qualche cosa.
Da quello che scrivi mi pare che tu stia diventando sempre più consapevole delle cose che ti capitano. Te lo dicevo anche l'altra volta che piano piano stai entrando dentro le cose. Solo che ogni tanto fai marcia indietro e ritorni a porti il problema dell'omosessualità in modo astratto:
Bisogna avere solo un'8% di popolazione papabile in quanto partner, bisogna affrontare il giudizio di amici e parenti, magari perderli se non ne si viene accettati; c'è pure il rischio di venire discriminati sul lavoro.
Sono tutti problemi concretissimi chi lo nega, ma sono capitati direttamente a te? Allora a che serve pensarci? Dico questi movimenti sono comprensibilissimi e proprio per questo non dovrebbe allarmarti o generare ansia.

Le obiezioni che muovi all'omosessualità sanno di etero, perché una visione etero è quella che sino ad adesso hai avuto. Non so bene dirti cosa, ma da come la descrivi e ne parli, mi pare sia così. Insomma paragonare l'omossessualità all'allergia al fieno è un pò tosta come cosa :mrgreen:.

Avatar utente
Telemaco
Amministratore
Messaggi: 682
Iscritto il: sabato 26 giugno 2010, 23:05

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Telemaco » venerdì 29 luglio 2011, 20:40

Voglio provare ad interpretare quello che boy-com definisce "approccio eterosessuale" all'omosessualità. E se ho capito bene cosa lui intende, non potrei che essere d'accordo. (anche se la definizone è un po' strana :D)

Machilosa, la questione sull'orientamento sessuale che ti tormenta in questo periodo non può essere affrontata attraverso un "calcolo costi-benefici", o una valutazione comparativa fra vantaggi e svantaggi.

Non funziona così, o almeno questo tipo di approccio potresti anche pretendere di utilizzarlo (e anche io lo ho adoperato i primi tempi) però rischi facilmente di ottenere soluzioni instabili e insoddisfacenti.

Indipendentemente dal fatto che tu sia gay o etero, puoi riflettere serenamente sul tuo orientamento per fare chiarezza a te stesso solo se adotti l'unica via che può effettivamente fornirti una risposta concreta... ossia quella di seguire la spontaneità di quello che provi.
Lo so che è fortissima la tentazione di imbrigliare ciò che ti accade in schemi statistici e definizioni classificatorie, però così ti rendi il lavoro davvero difficile.

Alla fine se ci pensi qualunque essere umano può autocatalogarsi in una determinata situazione, elencare cosa gli "potrebbe andar bene" e cosa gli "potrebbe andar male"... ma che scopo ha tutto ciò? Non consente comunque di ottenere alcun risultato concreto, si tratta di una sfilza di considerazioni teoriche che, per quanto verissime, non devono impedirti di pensare a te stesso e di scoprire cosa ti fa sentire autenticamente realizzato.

Tu puoi "muovere obiezioni" all'omosessualità (espressione bellissima di boy-com :P) e ne troverai anche un'infinità, ma potresti farlo anche per qualsiasi altra caratteristica umana; potresti dire che essere chiari di pelle è un disastro perchè al sole ci si ustiona, potresti dire che essere bassi è negativo perchè in alcuni sport l'altezza è estremamente utile, potresti dire che essere esseri umani è una schifezza perchè si cerca sempre la felicità e non si sa se la si otterrà... ma tutto ciò sarebbe tanto vero quanto poco significativo rispetto a ciò che ti interessa in questo momento, cioè stare bene con te stesso... sentirti "coerente" conciliando ciò che senti che ti renderà felice con ciò che penserai, dirai, farai per ottenerlo.
# Non basta un giorno di freddo per gelare un fiume profondo.
(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2477
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Alyosha » venerdì 29 luglio 2011, 20:49

Telemaco sei stato bravissimo ...smack!!! :). A volte mi spiego come un libro chiuso e pensare che parlo pure tanto :ugeek: . Però intendevo esattamente quello che scrivi tu, il fare un insieme di ragionamenti teorici, che prescindono dai proprio desideri, pulsioni e sentimenti, che inevitabilmente finiscono con il confermare tutti i pregiudizi etero sulla propria omosessualità.

Avatar utente
Telemaco
Amministratore
Messaggi: 682
Iscritto il: sabato 26 giugno 2010, 23:05

Re: Voglio imparare ad accettarmi

Messaggio da Telemaco » venerdì 29 luglio 2011, 20:54

:D usiamo un'altra definizione: chiamiamolo... l'"atteggiamento del commercialista" :lol:
A scanso di equivoci, esso aveva creato problemi anche a me a suo tempo :?
# Non basta un giorno di freddo per gelare un fiume profondo.
(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)

Rispondi