PAPA FRANCESCO, CHIESA CATTOLICA E GAY

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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PAPA FRANCESCO, CHIESA CATTOLICA E GAY

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 25 gennaio 2023, 17:54

Leggo in una nota dell’ANSA datata CITTÀ DEL VATICANO 25 gennaio 2023 12:32 NEWS:

«Papa Francesco ha criticato le leggi che criminalizzano l'omosessualità come "ingiuste", affermando che Dio ama tutti i suoi figli così come sono e ha invitato i vescovi cattolici ad accogliere le persone Lgbtq nella Chiesa.
"Essere omosessuali non è un crimine", ha detto Francesco in un'intervista con l'Associated Press.
Occorrere sempre distinguere "tra un peccato e un crimine", ha evidenziato Bergoglio.

"Essere omosessuali non è un crimine. Non è un crimine. 'Sì, ma è un peccato' - ha detto il Papa come per anticipare una replica a quanto lui stava dicendo - Prima distinguiamo tra un peccato e un crimine", ha invitato il Papa. Poi ha aggiunto: "È peccato anche mancare di carità gli uni con gli altri".
Francesco ha definito "peccato" quello dei vescovi che sostengono leggi che criminalizzano l'omosessualità o discriminano la comunità gay. "Questi vescovi devono fare un processo di conversione", ha detto, aggiungendo che dovrebbero usare "la tenerezza, per favore, come Dio ha per ciascuno di noi".»


Questa notizia, di cui riporto il testo in corsivo per distinguerlo dal mio commento, può essere accolta come una buona notizia dai gay cattolici e forse anche da alcuni gay laici, ma va considerata cum grano salis. Sottolineo che, anche in questo intervento, che manifesta la “tenerezza” di cui parla il Papa, si sottolinea chiaramente che l’omosessualità che si trasforma in azioni concrete (non la tendenza omosessuale) è ritenuta dalla chiesa peccato grave, cioè comportamento gravemente disordinato.

Chi ha un punto di vista radicalmente laico, cioè chi prescinde da presupposti dogmatici e cerca di ragionare con la propria testa, è mille miglia lontano dal considerare l’omosessualità concretamente vissuta come un comportamento intrinsecamente disordinato perché fuori dal disegno di Dio.

Il fatto che Papa Francesco, a differenza di Benedetto XVI, utilizzi un tono non aggressivo o, per meglio dire, non persecutorio, non cambia la sostanza del discorso. Non dovrebbe stupire che il Papa ritenga ingiusta la “criminalizzazione” della omosessualità, come aveva già fatto Giuseppe Zanardelli nella Relazione sul primo Codice penale per il Regno d’Italia, fin dal 1887, e come dovrebbe fare qualsiasi persona dotata di un minimo di onestà intellettuale.

Ovviamente chiunque è libero di credere quello che vuole ma, da gay e da laico, non nel senso ecclesiastico di non prete, ma nel senso non dogmatico del termine, devo sottolineare che la chiesa valuta l’omosessualità sulla base del dogma, che è laicamente e logicamente un pregiudizio, piuttosto che guardare ai frutti che l’omosessualità vissuta come impegno morale può produrre. Torna qui alla mente un altro metro di giudizio, intrinsecamente cristiano e nello stesso tempo assolutamente laico: “Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto.” (Luca, 6, 43-44).

Devo ricordare che il 15 marzo 2021 La Congregazione per la Dottrina della Fede ha così risposto ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Chi ha orecchio per intendere intenda!
___________________________
Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium
circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso


AL QUESITO PROPOSTO:
La Chiesa dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso?
SI RISPONDE:
Negativamente.


Nota esplicativa

In alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso. Non di rado, tali progetti sono motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali, alle quali si propongono cammini di crescita nella fede, «affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita»[1].

In tali cammini, l’ascolto della parola di Dio, la preghiera, la partecipazione alle azioni liturgiche ecclesiali e l’esercizio della carità possono ricoprire un ruolo importante al fine di sostenere l’impegno di leggere la propria storia e di aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale, perché «Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa»[2], rifiutando ogni ingiusta discriminazione.

Tra le azioni liturgiche della Chiesa rivestono una singolare importanza i sacramentali, «segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie situazioni della vita»[3]. Il Catechismo della Chiesa Cattolica specifica, poi, che «i sacramentali non conferiscono la grazia dello Spirito Santo alla maniera dei sacramenti; però mediante la preghiera della Chiesa preparano a ricevere la grazia e dispongono a cooperare con essa» (n. 1670).

Al genere dei sacramentali appartengono le benedizioni, con le quali la Chiesa «chiama gli uomini a lodare Dio, li invita a chiedere la sua protezione, li esorta a meritare, con la santità della vita, la sua misericordia»[4]. Esse, inoltre, «istituite in certo qual modo a imitazione dei sacramenti, si riportano sempre e principalmente a effetti spirituali, che ottengono per impetrazione della Chiesa»[5].

Di conseguenza, per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni.

Per tale motivo, non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso[6]. La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che in sé sono pur da apprezzare e valorizzare, non è comunque in grado di coonestarle e renderle quindi legittimamente oggetto di una benedizione ecclesiale, poiché tali elementi si trovano al servizio di una unione non ordinata al disegno del Creatore.

Inoltre, poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale[7], invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del Matrimonio, dato che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»[8].

La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, un’ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all’essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende.

La comunità cristiana e i Pastori sono chiamati ad accogliere con rispetto e delicatezza le persone con inclinazione omosessuale, e sapranno trovare le modalità più adeguate, coerenti con l’insegnamento ecclesiale, per annunciare il Vangelo nella sua pienezza. Queste, nello stesso tempo, riconoscano la sincera vicinanza della Chiesa – che prega per loro, li accompagna, condivide il loro cammino di fede cristiana[9] – e ne accolgano con sincera disponibilità gli insegnamenti.

La risposta al dubium proposto non esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale[10], le quali manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale, ma dichiara illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni. In questo caso, infatti, la benedizione manifesterebbe l’intenzione non di affidare alla protezione e all’aiuto di Dio alcune singole persone, nel senso di cui sopra, ma di approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio[11].

Nel contempo, la Chiesa rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo, perché per Lui «siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare»[12]. Ma non benedice né può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d’amore e si lasci cambiare da Lui. Egli infatti «ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo»[13].

Per i suddetti motivi, la Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso nel senso sopra inteso.
Il Sommo Pontefice Francesco, nel corso di un’Udienza concessa al sottoscritto Segretario di questa Congregazione, è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto Responsum ad dubium, con annessa Nota esplicativa.
Dato a Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 22 febbraio 2021, Festa della Cattedra di San Pietro, Apostolo.

Luis F. Card. Ladaria, S.I.
Prefetto
✠ Giacomo Morandi
Arcivescovo tit. di Cerveteri
Segretario
_______________________
[1] Francesco, Es. ap. post-sinodale Amoris laetitia, n. 250.
[2] Sinodo dei Vescovi, Documento finale della XV Assemblea Generale Ordinaria, n. 150.
[3] Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 60.
[4] Rituale Romanum ex Decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum auctoritate Ioannis Pauli PP. II promulgatum, De benedictionibus, Praenotanda Generalia, n. 9.
[5] Ibidem, n. 10.
[6] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357.
[7] La benedizione nuziale, infatti, rimanda al racconto della Creazione, nel quale la benedizione di Dio sull’uomo e sulla donna è in relazione alla loro unione feconda (cfr. Gen 1, 28) e alla loro complementarietà (cfr. Gen 2, 18-24).
[8] Francesco, Es. ap. post-sinodale, Amoris laetitia, n. 251.
[9] Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Homosexualitatis problema sulla cura pastorale delle persone omosessuali, n. 15.
[10] Il De benedictionibus presenta infatti un vasto elenco di situazioni per le quali invocare la benedizione del Signore.
[11] Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Homosexualitatis problema sulla cura pastorale delle persone omosessuali, n. 7.
[12] Francesco, Udienza Generale del 2 dicembre 2020, Catechesi sulla preghiera: la benedizione.
[13] Ibidem.

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